Giacomo l'idealista
chi non lo sa che ti hanno fatto un gran torto. Sicuro che fu un gran torto! e capisco come tu possa averne la testa malata: ma, lasciando stare che
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cadere sui tetti già bianchi dei casolari contigui e sui fracidi pergolati. Appoggiava la testa allo schienale alto del seggiolone, sul fondo bruno del
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crollando malinconicamente la testa. - Nel suo stato lo strapazzo fu troppo - soggiunse la levatrice, che il dottore aveva dovuto far venire in fretta
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sogno. Da immagine in immagine la sua povera testa, divorata dalle fiamme della febbre, passava attraverso un mondo d'idee posticcie, dal quale usciva
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umidiccia, cercava di riprendere sonno, quando di nuovo sentí la voce che lo chiamava. Stava per rispondere: presente: e in quella alzò la testa dal cuscino
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fosse già partita. Rimase però sempre in ginocchio, colla testa sprofondata nelle coltri in atto di pregare, perché il Signore e la Madonna vedessero
Giacomo l'idealista
testa sepolta nelle coltri, colle mani intirizzite dentro i capelli. Solamente la carità, la tenerezza, le lagrime, le supplicazioni, le promesse e le
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panni, con quel suo passo breve e come dimezzato, con quegli occhietti miopi di formica affogati nelle lenti dell'occhialetto, con quella testa a foggia
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testa, frugava tra le carte e i libri; e, per una successione ruvida e scortese di idee, gli sonò nell'orecchio una frase volgare del Brandati a
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nella cenere del camino, stando seduto, coi piedi sulla pietra, col braccio appoggiato al ginocchio, colla testa appoggiata al palmo della mano, nella
Giacomo l'idealista
suona il violino. Il signor Mauro era un vecchiotto ancor robusto, dalla testa grossa e quadrata sopra un collo grosso e corto, dai grossi sopraccigli
Giacomo l'idealista
monsignore viene a sapere. O Dio, io perdo la testa solo a pensarci. - E come se veramente una convulsa vertigine la rovesciasse, la povera contessa si
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trascinava il pensiero della sua sconfitta e della sua povera casa precipitata. - O Giacomo - proruppe con voce malata, movendo la testa con un lento
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pensassi a me in questi momenti cosí dolorosi, in cui sento che resto solo alla testa della mia povera famiglia. No, l'avvenire è troppo scuro e prevedo
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palinsesti. Giacomo in carniera di velluto color amaranto, con in testa un gran cappellaccio di paglia, mi venne incontro appena mi raffigurò dietro
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rossore. Io ti assolvo e ti benedico, mia povera figliuola! Se potessi essere costí, vorrei metterti le mani sulla testa per rendere piú fortequesta
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testa con qualche nausea di stomaco. Se può dormire, passerà tutto. - E, mutando a un tratto il discorso, sorse a domandare senza voltarsi: - Conosce
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, con in testa un berrettone cosacco, che faceva comparire piú grossa la testa e piú piccina e piú pallida la sua buona faccia di arguto pedante. Meno
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altarino di casa era andato via via crescendo nella sua testa e nel suo cuore e cresceva oggi ancora fino a travalicare i confini del conoscibile; tutto
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buona testa direttiva. "Che l'ex- impresario abbia a cercare anche questa volta il suo vantaggio, è chiaro come il sole; ma, nel suo vantaggio, non si
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ripetere e di far entrare in testa a quel benedetto figliuolo, Giacomo non rispondeva mai nulla; ma lasciava capire che per conto suo non avrebbe impedito
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attaccate due gambe, e sul quale fosse stata messa una testa arruffata, riempí tutto il vano dell'uscio. Gli occhi eran nascosti da un paio di lenti
Giacomo l'idealista
testa dell'Angiolino, come se volesse dargli una mazzolata. - Tu non sarai contento fin che non avrai pigliata una bella bronchite. Ce n'è tanta
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. Quale altra soddisfazione vorrà chiederci? come intende vendicarsi di Giacinto? La mia povera testa si confonde e non sa piú che cosa pensare e che cosa
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idee parevagli la piú compassionevole sorte che potesse toccare a una creatura ragionevole. - Scarpe rotte e la testa in paradiso era il motto della
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in questi casi ai colpevoli; ma sento che intornoa me precipita la mia casa sulla bianca testa de' miei poveri vecchi. Intanto mi domando quel che
Giacomo l'idealista
sangue le facesse scoppiare la testa, che il cuore le saltasse fuori dal petto, che la terra le mancasse sotto ai piedi, che cento fantasmi la
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lingua di manzo non ben sgrassata. Don Lorenzo, dopo aver crollata la testa su un articolo d'intonazione rosminiana, che la "Perseveranza" riportava in
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cucchialino alla contessa l'amico Giacomo, che stava prendendo il suo caffè in piedi con un contegno imbarazzato, colla testa accesa da una non ingrata
Accademia della crusca
