Gambalesta
gambe. Non potrai sbagliare: sempre lungo lo stradone fino... Te lo dirò domani fin dove; è appunto mercoledì. Ti aspetto. Svegliàtelo di buon'ora
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impedivano di scorgerlo intero. Ora avevano lasciato lo stradone; montavano per un sentiero, tra gli olivi. Cuddu scorse di lassù un gran biancore... Era
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sempre in testa alla colonna coi pochi ragazzi rimasti assieme con lui dopo che le Squadre avevano preso lo stradone fuori di città, tra i campi neri di
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! Torna addietro, sempre per lo stradone. Va' da compare Cosimo! - Voi non vi siete più fatto vedere là... - Hai ragione. - Lasciatemi venire a Messina
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Férmati lì; aspèttami! - All'altra rampa. - Férmati! E Cuddu lo aveva fatto sgolare prima di fermarsi all'ultima rampa dello stradone. Da don Pietro
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prima del vecchio. Cuddu era partito zufolando, con cert'aria d'importanza; e lungo lo stradone si ripeteva le parole di compare Sidoro: - Sei tu quello
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la tua povera mamma che ti aspetta! - Ma non mi aspetta; sa dove sono andato. - Dove? - Lassù, fino all'altro stradone. - E perché ci sei andato
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sul parapetto di un ponte, riprendendo a volare. Uno stormo di passerotti saltellava su la neve dello stradone, beccando. - Fanno colazione anch' essi
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paese, lungo lo stradone, in cerca di grilli o a raccogliere more delle siepi, solo, perché nessuno aveva gambe spedite come quelle di lui. E la mamma
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via? - Te la insegno io - disse compare Sidoro. - Non potrai sbagliare. Prenderai lo stradone, e poi diritto, senza arrestarti, finché non sarai
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bruciato la città; la gente moriva come le mosche. Per lo stradone sotto Ràbbato passavano torme di soldati napoletani diretti a Catania. Compare Sidoro e
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