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fantasticava come potesse fare per evitare quel ritorno. Avrebbe voluto almeno ritardarlo. Perché? Non lo sapeva neppur lui, ma gli pareva che il
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nascosto, assieme con le galline e con quattro tacchini. Era la prima volta che Cuddu li vedeva; non sapeva neppure che si chiamavano pavoni. E non
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Catania, illuminata dalla luna, coi campanili, con le cupole delle chiese che si rizzavano tra i tetti... E, dietro, una cosa ch'egli non sapeva che cosa
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uomini, con su qualche cosa ch'egli non sapeva che arnese fosse. E c'era anche una giovane popolana con la gonna tirata in su fino al ginocchio, un
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rincorreva un uomo senza cappello, con la giacca a brandelli, che scappava e non sapeva dove nascondersi perché tutti i portoni delle case erano chiusi
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gioia. Garibaldi sorrideva, gli diceva certamente belle parole, perché il ferito riprendeva a baciargli la mano con più forza, e non sapeva risolversi
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chiamava, e quello rispondeva. Cuddu non sapeva persuadersi che dentro la roccia non ci fosse nessuno. - Come avviene? domandò. - Uh!... Dicono che
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- L'altra volta c'è mancato poco. Dice che vado a rubare. - Birraccio infame! - brontolò quegli. - Le pagherai tutte insieme! Cuddu non sapeva
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. Ma Canibardo è entrato da Porta Sant'Antonino, e gliel'ha suonate bene... Non lo sai? - No. Cuddu non sapeva niente. Andava a Palermo come sarebbe
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; non sapeva se doveva andare avanti o fermarsi e domandare: - Dove sta il Generale? Era sbalordito di quel che vedeva. Fattosi un po' di coraggio
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arrivato assieme con gli altri, trafelato e stanco, fino al Simeto gonfio e limaccioso che gli mise paura perché egli non sapeva come avrebbero potuto
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