Gambalesta
Squadra, perché non lo conduceva via con lui? Gli avrebbe portato il fucile, come da Ràbbato a Catania. Più non aveva paura delle fucilate; non si era
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non trovi un vecchio che dovrebbe stare ad attenderti. Verrà; lo riconoscerai, perché è sciancato. Ti dirà: - Sei tu quello delle fave? - E tu
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mangiando poteva star fermo; e appena sua madre o qualcuna delle persone che lo spedivano qua e là gli davano una bella fetta di pane, un po' di cacio
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osservare lo scavo delle fondamenta di una casa di cui era stata abbattuta la facciata pericolante, da lui, giorni addietro, vista puntellata con grossi legni
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accorrere qualcuna delle belle signore che andavano attorno da un letto all'altro... Quanti letti colà! E quante belle signore! Dove si trovava? Perché lo
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sarebbe rimasto lontano, si sarebbe nascosto, si sarebbe buttato per terra turandosi gli orecchi per non sentire il botto delle schioppettate
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rumore delle acque del fiume, che si vedevano luccicare, di tratto in tratto, tra gli alberi, a sinistra, perché il letto del fiume faceva una gran
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vie... Ed ecco una piazzetta con gruppi di gente armata. Il rumore delle fucilate si avvicinava, continuo. E intanto Cuddu non aveva più paura; gli
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rincorreva un uomo senza cappello, con la giacca a brandelli, che scappava e non sapeva dove nascondersi perché tutti i portoni delle case erano chiusi
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la partenza delle Squadre per Messina. Si fermò a una bottega di fornaio, per comprarsi una pagnotta; più in là comprò un po' di cacio da un salumaio
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sigari. Alcuni, avvicinatisi proprio fino al punto dove sbattevano gli sciaquii delle ondate, sparavano a certi uccelli bianchi che volteggiavano sul
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cupo, accigliato, da insospettire la mamma. - Non farne una delle tue! Più tardi verrò a vedere se sei andato a bottega. Quasi le parlasse il cuore
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ragazzo. - È uno dei picciotti... Anche voi siete delle Squadre? - domandò a compare Ignazio, che si era messo sull'attenti e respirava appena
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venuto senza sapere che farvi, e senza che ora potesse indovinare come andar oltre con l'ostacolo delle rocce che sbarravano ogni via. Il sole era già
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mal vestito, scalzo, in maniche di camicia, era troppo simile a lui da poter crederlo uno dei personaggi delle fiabe udite raccontare dalla mamma. Ma
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Cuddu con l' indice delle mani si comprimeva gli orecchi per non udire il botto. - Ehi!... Lampo!... Addosso! Compare Nunzio era balzato sur un masso
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andava avanti. Compare Nunzio batteva su le macchie e sui cespi delle erbacce con la canna del fucile sùbito ricaricato. Cuddu, intanto, alle parole
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delle fave? - Sissignore. Le volete? - E si tastava in petto, per accertarsi che la lettera fosse là. Tastava anche in una tasca la fetta di pane, e
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! Non piangere; non ho bisogno delle tue pagnotte. E gliele buttò con mala grazia, dopo averle mezze schiacciate tra le mani. C'era mancato pochino che
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paese, lungo lo stradone, in cerca di grilli o a raccogliere more delle siepi, solo, perché nessuno aveva gambe spedite come quelle di lui. E la mamma
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delle lettere! La poveretta tremava, pensando che compare Sidoro si era servito di suo figlio per la rivoluzione. E siccome quella vecchia aveva detto
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, tetti sfondati, e un via vai di persone, parecchie delle quali con le camicie rosse, armate fino ai denti. Non osava di accostarsi a nessuno di coloro
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importava delle due onze? Si dicevano tante cose a Ràbbato che la poveretta comprendeva a metà e male. A Palermo c'era la guerra. I regi avevano
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