Galateo ad uso dei giovietti
verosomiglianza di questa ipotesi etimologica, è indubitato che quando noi diciamo civiltà intendiamo parlare di quel codice delle buone creanze, di
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orecchie in quel punto si prestano volontieri, alla fine ognuno fugge la compagnia de'maldicenti, facendo ragione che quello che dicono d'altri a noi
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tante volte ripetuta e che non cesserò mai dal ripetervi, che noi non dobbiamo essere egoisti, non pensare soltanto ai nostri comodi, ai nostri
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loro. La prima comprende l'adempimento di tutti quei riguardi che noi siamo tenuti di avere gli uni verso gli altri; la seconda non s' appaga di questi
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disgressione che non credo fuor di proposito, Fu tempo, e non molto lontano da noi, che in Italia la gioventù ricca e scacciapensieri faceva le sue maggiori
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Lettere. La lettera può definirsi una visita che noi facciamo a un parente, a un superiore, a un amico lontano. Valgono quindi per essa in gran parte
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narghilio, la pipa dei ricchi, vorremo noi, figli della civiltà e del progresso, tôrre a modello i paesi semibarbari, dove l' uomo cerca con avida voluttà il
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trascuranze della specie di quelle da noi menzionate produssero scandalose scene di alterchi, di provocazioni, di duelli. È vero che questa gente la quale s
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fra di loro ? Sarebbe un fac simile della torre di Babele. Eppure, tolto il parlare toscano, il romagnuolo e in parte il veneto e il napoletano, noi
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annegazione. Ma anche noi, d'accordo con loro, poniamo le belle e nobili opere al disopra delle regole di creanza e di urbanità: solo ci permettiamo di
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persona che non ebbe altra intenzione che di fargli piacere ed onore; e noi dobbiamo sempre considerare l'intenzione di chi vuole esercitare verso di noi
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accorgiamo (e la cosa è ben facile) ch' egli conosca poco o nulla la nostra, o la parli assai male. Noi lo caviamo da un grande imbarazzo, gli offriamo il
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Atti molesti ai sensi. Noi abbiamo già posto come principio fondamentale delle dottrine del galateo che l'uomo deve astenersi di tutto quanto può
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, consistente in quegli atti, in quelle gentili costumanze che tra le nazioni incivilite hanno ormai forza di legge. Noi ne faremo soggetto di discorso
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che adempie scrupolosamente a questo dovere di civiltà insieme e di morale fa augurar bene della sua educazione e del suo avvenire. Vogliamo noi
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convitati e risentirne incomodo. La natura, che ha bisogno di rinfrancarsi col cibo, mise in noi un sentimento di soddisfazione nell' atto di mangiare, anche
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costume di alcuni per le più piccole cose. Nelle conversazioni noi non dobbiamo pensare solamente a noi stessi. E però abbiate cura di essere delicati
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Accademia della crusca
