Galateo ad uso dei giovietti
conseguenza di quel grande principio della natura: «fare agli altri quanto vuoi fatto a te stesso.» Così, ti piace d'essere cortesemente salutato? ebbene
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cose, di quello che hanno fatto, di quel che vogliono fare. È una sciocca presunzione il credere che tutti debbano pigliarsi un grande interesse delle
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fare atto che torni spiacevole ad alcuno ; la pulitezza all' incontro, la quale si espande in dimostrazioni di riverenza, di amicizia, d' affettuosa
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, non trova più uno scanno vuoto ed è costretta a starsene in piedi. Che fare? Lasciarla in quella posizione disagiata e sconveniente per due o tre ore
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; e dopo quello, se hai tempo e volontà, leggine o scorrine un secondo, un terzo. Lo stesso devi fare, se meglio t'aggrada, coi periodici che trattano
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gentilezza massimamente in uso tra le signore conoscenti o amiche; fare, secondo il caso, le nostre gratulazioni o condoglianze con coloro cui siamo
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insormontabile vi avesse impedito di assistere a questo pietoso ufficio, dovrete fare una visita di condoglianza ai congiunti. Sonovi tre gradi di distinzione
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soltanto che vietano di fare il benchè minimo torto ad alcuno, trascurando ogni segno esteriore della civiltà medesima, costui si acquisterà dai più
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linguaggio più rispettoso e misurato di quello che siamo soliti usar cogli amici e coi parenti, lo stesso vuolsi fare colle lettere. L' uomo o la donna a cui
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. » Se però non c'è verso di sottrarci alla pratica di usi che non ne piacciono, è d' uopo fare di necessità virtù, tenendo ben fisso in mente che la
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modo di esprimere prontamente i suoi pensieri, i suoi desiderii, di fare le proprie osservazioni su quanto ha veduto nella nostra città, e se l'ha
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che affogano le persone in un profluvio di gentilezze e di cerimonie, costringendole ad ogni tratto a ringraziare, a fare un inchino, un complimento
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imbratti una spiacevole sensazione in chi si reca da noi. Nè basta il non fare all'altrui presenza cose laide e stomachevoli, ma non dobbiamo tamtampoco
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affisso disturbando gli altri soffermatisi nel medesimo scopo: quello, camminando con fare da balordo, pone villanamente il piede sul lungo strascico d'una
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stagione, abbia a fare infelice prova e somigliare piuttosto a quelle piante che, venute su esili e tisiche per forza artificiale di stufe, non danno
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vostro bicchiere. Se siete invitati a bere alla salute di alcuno, a fare un brindisi, toccando vicedevolmente le tazze, conformatevi alla costumanza
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persone di buon senso che fossero presenti. Guardatevi dal fare cattive burle: ciò è indizio di spiriti leggeri, di teste piccole; e spesse volte, senza
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