GIACINTA
veniva a ridestarla ogni mattina da quel sogno d'amore, a precipitarla dall'altezza di quel paradiso artificiale nel profondo inferno della realtà. Ahimè
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Andrea Gerace camminava con lesti passi, sotto i rami degli alberi che ombreggiavano la viottola deserta. Quel cielo limpidissimo, filettato di
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l'avvenire? ... Se oggi la passione poteva porre a quel giovane una benda sugli occhi, domani, domani l'altro, sbolliti i primi entusiasmi, quando
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luccicavano dinanzi, nel buio, sempre chiedenti pietà. - Come non capiva quel Gerace che cosí la torturava? ... Ma già, poteva anche darsi ... chi lo sapeva
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colpi di quel dolore che tardava ad ucciderla. Di tanto in tanto alzava la testa, apriva gli occhi smarriti, si passava le mani sulla fronte. - Non era
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fumare quel virginia; e, preso il Ratti pel braccio, gli parlava sotto voce, ridendo: - Che scena, mio caro! Hai avuto torto a non venire. - A braccetto
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mai altre bambine per la casa, e quel chiacchiericcio, quelle risate argentine, quei dispettucci, quelle intimità di amiche che facevano lega contro
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l'abito di seta e le sottane inamidate: - Mi fermo due soli minuti; non voglio nemmeno sedermi ... Dimmi, Teresa: quel fisciú lo comprasti dal Gola? Il
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stesso? Se lo domandava quel giorno con un senso di terrore, risalendo lentamente il corso del suo passato, quasi guardandosi attorno per evitare
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presentarsi in casa Marulli dopo quel bigliettino che gli diceva: "Astienti di venire fino a mio nuovo avviso. Non darti nessun pensiero dei maneggi di mia
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listava di bianco metà della via. Da quel lato, i cristalli di alcune finestre luccicavano, e le fiammelle dei rari fanali tremolavano giallastre nel
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cresciuta la signorina, dopo quella malattia! - si affrettò a tornare in camera. Quel pranzo e quel ballo la irritavano. E si ridomandava: - Proprio
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fiato, guardando con terrore, strizzandosi forte le mani, quasi avesse potuto a quel modo, arrestare l'accesso: - Oh! Dio! ... Oh! Dio! Poi, tosto
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? - domandò la Villa vedendole fare una piccola scossa. - Sí - rispose la signora Teresa. - È morto a Parigi quel mio parente ... E le porse il foglio. - Oh
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sfogo. Quel carattere allegro le piaceva, forse pel contrasto col suo. E nelle giornate in cui la Marietta doveva stirare, Giacinta, preso in mano un
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in quell'organismo. Tant'anni di fredda giovinezza l'avevano depravata. E non aveva, in quel che faceva, neppure la scusa dei sensi! La maternità fu
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piccoli e vivacissimi, in quella fronte piatta con la pelle lucida, tirata, e le sopracciglia sottili, in quel naso profilato, cartilaginoso, colle pinne
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visite. - Maligno! La Penci malignava, alla sua volta, con la signora Villa quando il Mochi andò di là, dall'ammalata. - Che assiduità quel Mochi! - Un
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esercitato un fascino piú potente. - Come faceva per rendersi bella a quel modo, per ringiovanirsi cosí? La signora Villa la pregava, ridendo, di
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capo a piedi. Quel giovane, alto, snello e biondo, non prometteva nulla di serio. Ma il Balbi, con la sua aria di dottore che la sa lunga, non fu
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apparire negli occhi la forte commozione che gli agitava il cuore in quel momento, sorrideva a fior di labbra. Il capitano sedutosele di fronte, molto
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una partita a tressette; poi uscí nell'andito. - Vuol nulla, signor Gerace? Non aveva riconosciuto il giovane del suo barbiere mascherato a quel modo
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consolazione non producessero nessun effetto. A vederlo cosí, a sentirlo parlare a quel modo, Giacinta piú tosto s'irritava: - Mi prendi dunque per una bimba
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rimaste sinistramente chiuse e quel portone che opponeva alla loro impazienza la sua dura faccia di legno. - Una manata di ladri! - Bisognerebbe impiccarli
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viso come un gambero. - Sia capace di star zitto! - aveva conchiuso Giacinta con una risata che fece arrossire di piú quel povero ragazzo impicciato
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, d'alzarle quella stessa sera un contr'altare. Allora la signora Teresa, smesso quel po' di broncio che teneva tuttavia alla figlia, ci s'era
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un pochino le labbra, e intanto osservava Giacinta di sbieco: - Povera ragazza! Si consuma dal cordoglio di sposare quel grullo ... A chi vuol darla
GIACINTA
, fra un sorso e l'altro, si rodeva le ugne, senza punto accorgersi di quel che facesse ... - Ed era finita cosí! Gli pareva impossibile. Tre sere prima
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verso il padrone che lo caccia via, Giacinta provava un soffocamento, come se ingoiasse, in quel punto, un sorso d'acqua fangosa. - Oh! ... Se fosse
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. E mentr'ella leggeva e rileggeva quel foglio che le tremava fra le mani, il cavaliere, a testa bassa, contornava con la punta della sua mazzettina un
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- disse il conte sotto voce. E nell'accostarsi al letto urtò e rovesciò una seggiola. - Che paura! Giacinta a quel rumore, s'era improvvisamente
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rassegnata! In quel momento lo attendeva smaniosa, impaziente ... E tornò addietro, ondeggiando fiaccamente fra l'andare e il non andare: - È già tardi
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Andrea quel paio di occhi scintillanti che erano la sua bellezza. - Che pretende il capitano? - domandò Andrea seccamente. - Nulla - rispose Giacinta
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, agitantisi sulla brace. Il vento che urlava fuori, la pioggia che sbatteva sui cristalli rompevano a mala pena quel silenzio pieno d'impaccio. Andrea
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, ecco, si rifaceva, si compensava a quel modo. - Non puoi immaginare - diceva ad Andrea, - com'è invadente, com'è tiranna! Ormai devi rassegnarti ad
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cantuccio suo proprio! piccoli tacchi, come per mettersi subito in diretta relazione con quel nido grazioso e allegro, ch'ella avrebbe ideato tal
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riamata, miste ad anticipate tenerezze di madre. Tutto il passato crollava, sprofondandosi in quel nuovo immenso abisso di dolcezza. Il suo stato non
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Un giorno era venuta Camilla per una visita. Vedendola entrare rinfagottata in quel modo, con lo scialle spocchioso, con le dita piene di anelli e
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mani, la baciò sulla bocca. Giacinta lo respinse, senza saper quel che si facesse, diventata di bragia; e gli sfuggí, a traverso le seggiole, correndo
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, miseri vermi, il giudicare delle sue vie! - Sí, sí, padre! - disse Giacinta, a cui quel linguaggio cosí insolito metteva sgomento. - Siate dunque umile
GIACINTA
mani! Che cosa ti senti? Andrea la guardava con gli occhi sbalorditi: - Non so ... forse quel bicchierino di digestivo ... preso pochi momenti
GIACINTA
; io, che ti ho dato spontaneamente e generosamente tutta me stessa, ora mi rassegno a chiederti, quasi in carità, quel ricambio d'affetto che avrei
GIACINTA
guardava un po'incredula, un po' intrigata: in quel riso, in quella vivacità di risposta c'era un che di cosí sforzato, di cosí eccessivo da far pena
GIACINTA
cantar cosí bene! Giacinta si spazientiva. - Ma quel figuro (scusi signorina!) tutto ripicchiato e incerottato, che forse, anzi certo, ha i denti
GIACINTA
volta. - Due volte. Ha la memoria corta, a quel che pare. - Ma io potrei darle scacco in tre mosse, giocata per giocata. - Si provi. Allora quella testina
GIACINTA
spessissimo ... Non è buon indizio. Fortunato in amor non giochi a carte, insegna il proverbio ... E quel povero Merli! Dev'essersi ridotto noioso
GIACINTA
strana sensazione di qualcosa che gli veniva sconvolto dentro; e cominciava a pentirsi d'aver cosí facilmente acconsentito a quel capriccio di donna
GIACINTA
gli occhi intenti su quel corpo immobile, agitata da una idea che non le riusciva di scacciare, dall'idea che il povero cervello di lei non dovesse