GIACINTA
Andrea Gerace, seduto in un angolo del Caffè della Pantera, sorseggiava distrattamente il bicchierino di cognac che gli stava davanti da mezz'ora e
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, giravano, sguizzavano; Andrea Gerace un po' serio, ella sorridente, da persona già come abituata, quantunque fosse quello il suo primo ballo. - Lei balla
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ragionasse fitto fitto colla signora Villa, senza neppure badare ai continui dinieghi di questa. Poco dopo, Giacinta diceva al capitano: - Gerace ci mangia
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peggio. Giacinta era grata ad Andrea Gerace che non le aveva mai detto nulla, quantunque ella capisse che quegli occhi neri che se la divoravano
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avete un amante ... Andrea Gerace! ... Giacinta si sentí venir meno. Quell'accento d'umile tenerezza le aveva sconvolto il cuore. E lasciò che il conte le
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compunta - Un'infamia! - Un'infamia! Bel modo, eh? Di ricambiare le cortesie ricevute! Ma io l'ho sempre detto: quel Gerace non mi va! - Si tratta di
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... Glieli avrebbe cavati lui, a costo di insudiciarsi! ... Glieli cavereste perfino voi, Gerace, cosí chic come siete ... Siete bello, sapete! Andrea non
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- Oh, ecco Gerace! - esclamò il Ratti, che s'accorse il primo dell'entrata di lui. In quella stanzetta sul mezzanino del Caffè della Pantera, col
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casa Grippa. Se si trattava anche di un affare da nulla: - Gerace, mi faccia lei questo piacere - gli diceva Giacinta. - Bravo Gerace! - aggiungeva
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teatro - disse la signora Villa. La signora Maiocchi si sporgeva un po' fuori del palco per guardare in platea: - Non c'è neanche Gerace. Credo che un
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... - Che debbo fare? - domandò la Marulli, risoluta. - Indurre Gerace a ritirar la rinunzia. Ma temo - conchiuse il Mochi, con una specie di
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! Siete giovani, e abbandonate il campo? Trent'anni fa, o Gerace non avrebbe avuto quella buona fortuna, o essa sarebbe già finita da un pezzo
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una partita a tressette; poi uscí nell'andito. - Vuol nulla, signor Gerace? Non aveva riconosciuto il giovane del suo barbiere mascherato a quel modo
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mandato dei soccorsi. Giú c'era un contabile di essa e il Gerace in conferenza col commendatore. S'aspettava il direttore della Banca popolare. Bella
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Gerace, e presagli risolutamente una mano: - Andrea, tu m'inganni! E senza dargli tempo di rispondere, tratto dal taschino del vestito un piccolo foglio
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Andrea Gerace camminava con lesti passi, sotto i rami degli alberi che ombreggiavano la viottola deserta. Quel cielo limpidissimo, filettato di
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lasciarono un momento sola col Gerace, per accompagnar la Clerici e la Mazzi che andavano via. - Che ho mai fatto! ... Che terribile tortura sarà
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luccicavano dinanzi, nel buio, sempre chiedenti pietà. - Come non capiva quel Gerace che cosí la torturava? ... Ma già, poteva anche darsi ... chi lo sapeva
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passaggio. - Gerace - ella gli disse - che trista cera avete oggi! - Ho dormito poco, ed ho una tale accapacciatura! Però queste scuse, pronunziate con
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disse il Ratti, battendogli sulla spalla. - Ecco una disgrazia che probabilmente non capiterà né a voi né a me, caro Gerace! Andrea rispose soltanto: - Ma
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e a chiamare la mamma. Mentre Gerace, levatosi in piedi, rimescolava solennemente il mazzo, era comparsa sull'uscio la signora Emilia, pallida
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Verso le undici erano rimasti nel salotto soltanto il commendatore Savani, il capitano Ranzelli e Andrea Gerace. La signora Marulli, stretta la mano