GIACINTA
Gli aveva dato le chiavine del portone e dell'uscio d'entrata; e la notte rimaneva ad attenderlo, impazientissima, gustando l'acre ansietà di quelle
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- Un mostricino! - dicevano le persone dell'arte, parlando di quella palazzina. Ma la facciata d'essa sorrideva all'occhio senza pretese, quantunque
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Per la signora Marulli fu un gran colpo. Stette piú di una settimana a divorarsi internamente con una improvvisa tenerezza materna che aveva
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? ... Ma se non ti si riconosce! La Maiocchi aveva tirata la signora Teresa verso la finestra, mentre Elisa e la Villa mettevano sossopra mucchi di
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- Oh, ecco Gerace! - esclamò il Ratti, che s'accorse il primo dell'entrata di lui. In quella stanzetta sul mezzanino del Caffè della Pantera, col
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- Calmatevi, figliuola mia, calmatevi! - le diceva di tanto in tanto con voce tremula il vecchio confessore, dalla grata del confessionario dove
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Ma dopo un mese d'intermittente tranquillità, il doloroso sospetto le si era di nuovo svegliato nell'animo; e si ritrovava daccapo martirizzata
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Da quella sera in poi la tristezza di Giacinta si era quasi raddoppiata. - S'ammalerà di nuovo - le diceva Marietta. E tentava di svagarla
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Gli sconcerti della gravidanza la costringevano a letto fino a tardi. Rannicchiata fra le coperte, nei momenti di tregua, Giacinta lasciavasi andare
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La prima cosa che le diè nell'occhio al ritorno in famiglia, fu la grande insegna nera con un Banca agricola provinciale attaccata al terrazzino di
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delle undici, non volle piú attendere. Tornerà. Andrea non poté frenare un movimento di dispiacere. - Non voleva che si sapesse? - Oh, non è nulla
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La striscia di luce rosata che il sole, vicino al tramonto, stendeva sulla coperta del lettino e sul tappeto, parve a Giacinta di buon augurio. La
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, in giubba e cravatta bianca. - Grazie - rispose. - Che confusione, signor Gerace! Non danno neppure il tempo di riempire i vassoi. Una porcheria
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sentimento ch'essa si era sforzata di far tacere, domandandosi atterrita: E poi? ... e poi? - Povero giovane! ... Non si stancava dunque? E trovossi
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Dalla stanza dove i dottori aspettavano il loro collega pel consulto, si sentiva di tanto in tanto un urlo, un guaito del povero signor Paolo
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Giacinta era stata parecchi giorni in grave pericolo d'abortire; e Andrea non aveva potuto ricevere, direttamente, nessuna notizia di lei. Come
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Il dottor Balbi, chiamato in fretta il giorno dopo, si era subito impensierito del carattere violento della febbre di Giacinta. E cominciò quasi a
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tutti i bei castelli in aria fabbricati con tanta delizia, da piú di otto mesi. Si aspettava cosí sicuramente un bimbo, che non aveva ammesso neppur la
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rosolaccio del tappeto. - Che intende di fare? - domandò la signora Teresa, pallida dal dispetto, brancicando la lettera. - Oh, bella! Vivere alle
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Un giorno era venuta Camilla per una visita. Vedendola entrare rinfagottata in quel modo, con lo scialle spocchioso, con le dita piene di anelli e
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La signora Ernesta Villa era andata dalla Marulli a un'ora insolita, verso le undici di mattina: - Devo parlarti a quattr'occhi. La signora Teresa
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Il rosso di quella macchia di sangue gli era rimasto cosí nella mente, che nel salotto della contessa lo vedeva rifiorire sulle labbra di lei e della
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farle una aperta dichiarazione di amore, una sera per commoverla le aveva detto: - Ah! ... Lei mi farà ammattire! E Giacinta, tagliando corto: - Ci
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Questa volta la tranquillità di Giacinta durò appena una quindicina di giorni. Ella tentava di confortarsi. - Il dolore ci lascia un'incancellabile
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tratto la Marulli tese l'orecchio. - Mi è parso ... E in punta di piedi entrava nella camera, seguita dagli altri due. Ci si vedeva poco. L'abito bianco
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Brogini ha un'amante vecchia e brutta che talvolta lo picchia? Il capitano Ranzelli cessò di sorridere e si fece serio serio. - Perdoni, signorina; ma
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di tutto punto, con la biancheria di bucato, e le bastava. La toglieva in braccio, la baciucchiava, le faceva un po' il solletico sui labbrini e sul
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fossa? Glielo ripeteva sovente. Quella mummia le faceva rabbia, per via della sua padroncina. Massime dopo che questa le ebbe accennato in un momento di
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colpi di quel dolore che tardava ad ucciderla. Di tanto in tanto alzava la testa, apriva gli occhi smarriti, si passava le mani sulla fronte. - Non era
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che agitavano rabbiosamente cambiali e libretti di deposito: un po' di carta imbrattata! Andavano attorno le voci più strane: - Il Savani era
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Giacinta viveva agitatissima: - Dunque Andrea le sfuggiva di mano? Dunque i suoi tristi presentimenti non l'avevano ingannata? Un'acutissima spina
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Fatto una cinquantina di passi, Andrea s'era guardato attorno, per assicurarsi d'essere proprio libero. Una rapida reazione accadeva in lui
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Il dispaccio telegrafico era arrivato di sera, mentre il salotto della signora Marulli era ancora pieno di gente. - ... Una cattiva notizia
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posandolo sulle ginocchia, incrociò le mani dietro il capo e si abbandonò sulla spalliera della poltrona: - Che significava quell'insolito slancio di
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, benché si sforzasse di nasconderle, le si leggevano in viso. Si abbandonava. Ogni giorno che passava le pareva tanto di guadagnato. Andrea mostravasi
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scale. - Date degli scapaccioni - gli diceva il Ratti, che a stento si era fatto largo tra la folla dei curiosi. Il Merli non saliva per finir di
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, d'alzarle quella stessa sera un contr'altare. Allora la signora Teresa, smesso quel po' di broncio che teneva tuttavia alla figlia, ci s'era
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Due settimane dopo, era tuttavia sbalordita. In ogni angolo della casa ritrovava un ricordo della sua bambina; tanti colpi di coltello! Si aspettava
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Andrea Gerace, seduto in un angolo del Caffè della Pantera, sorseggiava distrattamente il bicchierino di cognac che gli stava davanti da mezz'ora e
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socchiusa. Di tratto in tratto, sentiva nella stanza accanto il lieve fruscío della veste della sua padroncina di casa, che andava e veniva. Il sottile
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, rendevano piú raccolto e piú intimo il silenzioso tepore del salotto. Andrea, senza scomodarsi dalla poltrona dov'era disteso, prendeva di tratto in
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Giacinta scriveva. Vedendo entrare sua madre, fece atto di levarsi dal tavolino; ma questa le accennò di non muoversi e andò a sedersi sulla
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Andrea Gerace camminava con lesti passi, sotto i rami degli alberi che ombreggiavano la viottola deserta. Quel cielo limpidissimo, filettato di
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agguerrita e piú forte. Se non che ora, di tanto in tanto, la sincerità del suo carattere si ribellava, sordamente, contro l'equivoca situazione
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veniva a ridestarla ogni mattina da quel sogno d'amore, a precipitarla dall'altezza di quel paradiso artificiale nel profondo inferno della realtà. Ahimè
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col largo cappello all'Ernani, stretta nella mantiglia ornata di trina, le mani infilate nel manicotto di volpe azzurra che le pendeva dal collo. Il
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sbigottito il ritratto di lei. - È morta! Non poteva crederlo. Gli pareva impossibile! E intanto sentiva penetrarsi da un occulto senso di sollievo.
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alla signora Villa che andava via facendosi accompagnare dal Merli e dal Porati, si era avvicinata al Ranzelli già sul punto di prendere commiato
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il signor Paolo. - Oh, passerà! Un po' di nervi ... Ne avrò forse per una settimana. Passerà. - Appunto il giorno delle nozze! Il conte non sapeva