Francesca da Rimini
Paolo sale i gradini rapidamente e si volge alla Cognata che s'è ritratta verso la muraglia. Il balestriere torna alla vedetta.
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Egli si accosta alla parete e sceglie tra le armi ordinate una mannariina.
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Francesca si volge alla schiava che spia ancora il cielo per la finestra.
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Francesca si avvicina alla botola in cui scende la scala della torre, e ascolta vigile
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Alcuni Balestrieri alzano i vasti pavesi dipinti e fanno impedimento alla donna che vuol raggiungere Paolo.
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Smaragdi appare all'uscio; poi udito un ordine sommesso della sua signora, dispare. Francesca rimane alla soglia.
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Biancofiore si leva e va presso il letto pianamente. Spia: poi si volge, e torna alla sua predella.
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S'ode battere alla piccola porta ferrata. Francesca balza in piedi, getta lo stocco sulla mensa, e si volge per uscire.
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Dai merli è un grande saettare di fuochi che infiammano l'aria caliginosa. Paolo Malatesta si toglie dal capo l'elmetto e lo dà alla cognata.
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Paolo sale di corsa alla torre. La sua testa chiomata soverchia la gente d'arme che travaglia. Francesca gittato il dono, lo insegue chiamandolo tra
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Al principiare della volta (poi fa qui dimoranza) riappare sull'uscio la schiava. Mentre i Musici fanno la chiusa, ella si avvicina lentamente alla
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Gianciotto è pensieroso, mentre segue Francesca verso la tavola apparecchiata. Si toglie il bacinetto, si sfibbia la gorgiera, e dà gli arnesi alla
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Malatestino s'alza e va, col sua tacito passo felino alla porta che è presso la tavola. Sta in ascolto per alcuni attimi; poi apre l'uscio
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Francesca si separa dalla sorella e va lentamente verso l'arca. Coglie una grande rosa vermiglia, poi si rivolge; e, di sopra alla chiusura, la offre
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su uno dei candelieri di ferro; due doppieri ardono sul deschetto. Le vetrate della finestra sono aperte alla notte serena. Sul davanzale è il testo
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che coronano la più alta torre ghibellina. Alla parete destra è una porta; alla sinistra una stretta finestra imbertescata che guarda l'Adriatico.
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torcia ardente. Scompare. La piccola porta rimane aperta. Francesca si leva e guarda per entro al vano dileguarsi il bagliore. Subitamente corre alla
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l'istoria; e ciascuna porta appeso alla cintura un alberello di vetro pieno di perle minute e di stricche d'oro. Il sole del nascente marzo batte sullo
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dipinto che hanno sotto il petto una specie di manico breve, e ne dà una a ciascuna Compagna; la quale atteggiandosi alla danza, la tiene impugnata e
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. Francesca s'abbandona alla sua ansietà. Dà qualche passo per la stanza, smarritamente. Con un moto subitaneo, va a chiudere le cortine dell'alcova, che
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lampada; ma com'è più piccola delle altre, non giunge alla fiammmella del torchio.
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un uscio; il sinistro, prossimo alla mensa, conduce alle camere di Francesca; il destro, ai corridoi e alle scale. Torno torno sono distribuiti