Francesca da Rimini
il Torrigiano e il Balestriere, intenti a caricare le balestre e a incoccare le aste dei fuochi lavorati, balzano al suono
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Le saette incendiarie partono a volo tra i merli. Le campane suonano a stormo. Le trombe squillano tra la gazzarra nelle vie della città arsa e
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Appare una corte, nelle case dei Polentani, contigua a un giardino che brilla di là da una chiusura di marmi traforati in guisa di transenne. Ricorre
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Le donne si levano leste a ripiegare lo zendado.
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Il Balestriere ammutolisce e resta attonito a guardarla, poggiato al mangano.
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a Paolo Malatesta. Samaritana a capo chino se ne va su per la scala piangendo. Le donne inghirlandate seguono il canto.
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s'accorge che Paolo, stando fuori del pavimento con il capo e le spalle, si divincola ritenuto per la falda della sopravvesta a un ferro della cateratta
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Lo sciancato entra tutto in arme. Scorge la sua Donna, e va a lei.
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Si vede Francesca seduta nel vano del finestrone, e Malatestino dall'Occhio in piedi davanti a lei.
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Tutte si adunano e si protendono verso il giullare che si dispone a dire l'argomento.
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Biancofiore accende il lucignolo al doppiere, e si china a baciare le mani di Francesca.
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S'ode lo strepito del mangano che scaglia a distanza la botte provvista della miccia accesa.
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Ella sussulta, s'arresta e torna in sé, pallida affannata, mentre le donne le sono intorno sbigottite a confortarla.
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Egli va verso la torre, a guidare l'operazione del mangano. S'ode il grido gutturale con cui gli Uomini accompagnano lo sforzo del sollevare la botte
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angolo obliquo, a destra, è un usciolo ferrato per dove si discende alle prigioni sotterranee. Contro la corrispondente parete, a sinistra, è una
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Egli strappa da un torciere la torcia. Posa la mannaia a terra, prende l'acciarino, lo batte e accende la torcia.
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Grande intanto sulla torre è la gazzarra dei Balestrieri. Taluni trasportano a braccia giù per la botola gli uccisi e i feriti.
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Egli si leva in piedi, si toglie dalla tavola ed erra per la stanza, torvo con lo sguardo annebbiato. Urla a caso contro il viluppo funebre. Va verso
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sotto il palco, intorno alle pareti, un fregio a guisa di festone dove sono scritte alcune parole d'una canzonetta amorosa «Meglio m'è dormir
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Garsenda toglie un doppiere di sul deschetto e lo porta al leggio che ha il foro per sostenerlo a capo del libro.
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Francesca versa il vino e porge la coppa al marito. Paolo è in disparte, silenzioso, a vigilare la gente che appresta la botte incendiaria
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Malatestino ferito viene portato su a braccia per la scala della torre tra fiaccole accese, in sembiante di cadavere.L'ombra si fa più folta.
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(egli porge il cappio allo Sciancato; il quale lo prende a prova, e poi lascia cadere il viluppo che fa un tonfo sordo sul pavimento)
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Irrompono nella stanza le Donne, seguite dai Musici. Donella porta quattro ghirlandette di narcisi bianchi, sospese a un filo d'oro che insieme le
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Si vedono uscire dalle stanze e passare per la loggia Francesca e Samaritana, l'una a fianco dell'altra, l'una all'altra cingendo la cintura col
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I balestrieri scendono per la scala laterale sinistra e postano le balestre ai pertugi della muraglia. Le campane suonano a stormo. S'odono squilli
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. Francesca s'abbandona alla sua ansietà. Dà qualche passo per la stanza, smarritamente. Con un moto subitaneo, va a chiudere le cortine dell'alcova, che
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Francesca apre il libro. Ciascuna delle bianco vestite toglie la sua lampadetta d'argento sospesa a uno stelo uncinato. Donella per la prima va verso
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Francesca tenta di respingere i Balestrieri che le impediscono il passo. Paolo avendo tolto una balestra, ritto sul murello, saetta a furia, esposto
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Paolo raccatta il suo elmetto, e, copertosi il capo, va verso la torre. Francesca trapassa verso la porta onde venne, l'apre e si chiude nel vano a
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piombatoie. Un mangano poderoso leva la testa dalla sua stanga e allarga il suo telaio di canapi attorti. Balestre grosse a bolzoni e verrettoni a
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Egli accende una falarica e la scaglia verso la città. Dalla botola sale gridando a furia uno stuolo di balestrieri; occupa la piazza della torre e
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La donna è abbandonata sui guanciali immemore, vinta. A un tratto, nell'alto silenzio un urto violento scuote l'uscio, come se taluno vi dia di petto
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Le Danzatrici con rapido giro si volgono tutte a Francesca disponendosi in una fila e tenendo l'una mano, che tiene la rondine, e l'altra verso di
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per gettarsi nelle braccia della sorella che l'attende a piè della scala.
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repentinamente, con un gesto rapidissimo, e guata. Non scopre nessuno. Torna a porsi di contro al fratello.
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, cadendo sui ginocchi e prostrandosi fino a terra. In fondo, un chiarore più violento illumina il cielo.
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varco appare il gran mare splendente dell'ultima luce. Paolo pone la balestra a mira escocca.
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Le donne si spargono per la loggia. Taluna rientra nelle stanze, poi n'esce nuovamente. Tal'altra si pone in vedetta. E favellano a mezza voce, e i
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sifoni, le aste delle rocche a fuoco e delle falariche e accumulato intorno ogni sorta di fuochi lavorati. Sulla torre, presso il mangano, un giovane
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volto di lui in quell'atto. La balestra cade a terra.
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sui loro strumenti intonano. Le donne scendono nella corte e si dispongono in corona dietro a Francesca.
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Egli tracanna una coppa che è già piena. Gianciotto è cupo in sembiante e mastica in silenzio, a capo chino, senza inghiottire il boccone, muovendo
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soglia e chiude rabbrividendo. L'uscio ferrato stride, nel silenzio. Ella si volge e dà qualche passo lento, a capo chino, come gravata da un grave peso.
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ritenerlo, ella ha il petto trapassato dal ferro, barcolla, gira su sé stessa volgendosi a Paolo che lascia cadere il pugnale e la riceve tra le braccia.
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dipinto che hanno sotto il petto una specie di manico breve, e ne dà una a ciascuna Compagna; la quale atteggiandosi alla danza, la tiene impugnata e