Fisiologia dell'uomo sulle Alpi: studii fatti sul Monte Rosa
quando dopo una giornata di lavoro intenso stentiamo a prendere sonno.
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Se dopo un lavoro intellettuale o muscolare ci pare di sentirci qualche volta più forti, dobbiamo ricordarci che questa è una illusione, perchè si
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molesta della fatica. L'organismo dopo ha bisogno di un tempo più o meno lungo per riparare le perdite e ripulire i tessuti dalla fuliggine del lavoro
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Il cuore ed il respiro si alterano più facilmente sulle Alpi quando si compie il medesimo lavoro; ma la rarefazione dell'aria non esercita
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Per i concetti che svolgeremo in seguito è utile vedere come anche sul Monte Rosa non siasi modificata la frequenza del respiro per un lavoro
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Alpi. Qui accenno solo il fatto che il lavoro dei muscoli è soggetto alle medesime leggi di quello del pensiero.
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Quando copio o trascrivo semplicemente non mi accorgo se le pause sono lunghe o brevi, e riprendo il lavoro con eguale facilità. Ma se mi trovo
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minuti riposandomi o passeggiando, posso compiere anche per alcune settimane di seguito un lavoro proficuo di otto o nove ore al giorno. Se mi
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La fatica delle gambe è pur essa un fenomeno nervoso e ho già mostrato il nesso intimo che passa fra il lavoro del cervello e quello delle ascensioni.
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rappresentano tutta l'energia messa in giuoco dai muscoli. Finito il lavoro continua la respirazione ad essere più intensa e la palpitazione del cuore
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Zuntz il quale si occupò molto di questo problema disse recentemente: "Quando il lavoro è molto intenso e l'organismo giunge agli ultimi limiti nella
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riscaldata, genera lavoro meccanico.
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La fatica basta di per sè ad alterare la funzione dello stomaco. Il prof. Lauder Brunton in un lavoro suo pregevolissimo intorno ai disordini della
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nostro corpo si trasformi in lavoro meccanico. Il lavoro fisiologico lascia come residuo il calore; questo non è la causa efficiente delle funzioni
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Il calore che accompagna la trasformazione dell'energia durante un'ascensione, non è proporzionale nè alla durata nè alla intensità del lavoro
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senza sciupio di lavoro chimico.
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La fatica di questa ascensione produsse dunque uno stato febbrile, mentre che per il medesimo peso e lo stesso lavoro meccanico, la temperatura
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È dunque certo che la medesima persona, compiendo lo stesso lavoro non produce sempre una quantità stessa di calore. Ma vi è un'altra complicazione
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Il funzionamento dell'energia chimica nei muscoli è tanto più perfetto, quanto meno si riscaldano, e quanto è maggiore il lavoro che essi producono
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altra occasione di citare questo lavoro, che certo è uno dei migliori nella letteratura alpina. Mio fratello studiando l'influenza del sistema nervoso
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La fig. 46 rappresenta il corso dell'allenamento nel dott. Manca. L'aumento progressivo della quantità di lavoro fatto ogni giorno appare evidente
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insufficienza del respiro che ci impedisca di lavorare sulle Alpi, e non è l'ossigeno che ci manchi durante il lavoro. Per sei minuti dopo che cessò il
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Anche qui osservammo che il massimo delle pulsazioni cardiache, non si raggiunge nella fatica, o immediatamente dopo cessato il lavoro; ma passati
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polmonari, mi occuperò in un prossimo lavoro. Siccome sono convinto cbe la spiegazione loro del male di montagna non esiste in realtà o non basta per
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lavoro compiuto. Vedremo in seguito altri fatti più convincenti che ci obbligheranno a dare minore importanza all'ossigeno che respiriamo, come causa
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Gli uccelli che vivono nelle regioni più elevate dell'atmosfera, per reggersi nell'aria tanto rarefatta devono compiere un lavoro talmente energico
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Capanna Gnifetti. Per il dottor J. Lœvy e il signor Zuntz il consumo dell'ossigeno durante il lavoro dei muscoli fu maggiore sul Monte Rosa che a Berlino
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chimica delle cellule si trasforma nell'energia della luce senza che l'ossigeno dell'aria abbia immediatamente parte a questo lavoro.
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volta a continuare un lavoro in mezzo al mondo alpino e questo lavoro non aveva alcuna relazione colle montagne. Tirai innanzi col più grande stento e
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L'affanno del respiro che ci prende nelle ascensioni, quando per il lavoro dei muscoli cresce la temperatura del corpo, è dunque un apparecchio di
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Nella fatica diminuisce la forza dell'attenzione e diventiamo incapaci di un lavoro mentale complicato. Altrettanto vediamo nei quadri fatti da
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quando già si era acclimato, perchè i primi giorni non stava completamente bene. La quantità del lavoro meccanico fatto nel tracciato B della figura 3
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in un prossimo lavoro le indicazioni bibliografiche degli scritti più recenti.
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Il cuore, quando compie un lavoro soverchio, si dilata e si altera. L'azione prolungata dei muscoli produce la stanchezza del cuore.
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respirazione ed il cuore facendo un medesimo lavoro. A tale scopo contai il polso ed il respiro in tutti, prima che cominciassero gli esercizi coi
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faceva assai più lavoro che non a Torino.
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Noi abbiamo osservato che vi è una contrazione dei vasi sanguigni alla superficie del corpo, tutte le volte che facciamo un lavoro intenso dei
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Prima di ottenere un lavoro doppio è probabile che il cuore affaticandosi non si vuoti più completamente. Non abbiamo fino ad ora alcun mezzo per
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Dopo la fatica, il cuore fa un lavoro doppio, di chilogrammetri 28,57 (105 X 14 = 1,470 1,470 X 0,180 = 2646 X 108 = 28,57).
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Supponiamo che il sangue abbia il peso dell'acqua; vedremo che prima ad ogni minuto, nel riposo, faceva un lavoro di 13.92 chilogrammetri (0.085 X 14
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I dati presi sul dottor Colombo servono a misurare il lavoro in più, che fa il cuore quando si sale una scala. La pressione del sangue misurata nelle
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sulle Alpi. I dati che ho raccolto permettono un'analisi più esatta dei fenomeni che osservansi nel polso e nel respiro in seguito ad un lavoro dei
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disparati. Il lavoro della scienza sta precisamente in questo: raccogliere sotto una medesima legge il numero maggiore di fenomeni.
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Nell'ascensione appaiono i due fatti fondamentali di ogni atto volontario. Prima la scelta e poi la decisione. Questo lavoro si ripete ad ogni passo
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che sale e scende per una buona strada, magari leggendo senza pensare punto al lavoro delle gambe.
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Solo a questo modo si comprende che un lavoro nervoso come quello della marcia ci affatichi così poco, mentre un lavoro esclusivamente cerebrale dopo
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Un simile lavoro basterebbe ad esaurirci rapidamente, se gli atti volontari non avessero in noi la tendenza a divenire automatici. Il meccanizzarsi
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Le prime ricerche fatte sull'uomo per conoscere quanto tempo abbiano bisogno il cervello ed i muscoli per reintegrarsi dopo un certo lavoro furono
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. Io, ad esempio, ogni anno dopo il riposo e lo svago delle vacanze mi accorgo che sono più resistente al lavoro intellettuale. La stanchezza prodotta
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volta in principio a ristabilire la freschezza primitiva della mente, che la fatica si accumula e la disposizione al lavoro va rapidamente diminuendo.
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