Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170283
Mantegazza, Paolo 50 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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Fisiologia del piacere

sensazione piacevole. Se noi si vivesse continuamente in mezzo all'armonia, si richiederebbe una musica sovrumana per rallegrarci; come i piaceri della

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sentimento e un'idea. Nella prima noi seguiamo i passi del fenomeno: e se col pensiero vogliamo farcene un'idea astratta, ce la figuriamo come uno

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indipendenti dalla modificazione che verrà impartita al sentimento nel riflettersi in noi. Questi piaceri spettano quasi tutti ai sentimenti più

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Il sentimento più semplice e più elementare è quello che ci spinge ad amare noi stessi, a difenderci dal male, ed a procurarci quanto può farci

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I sentimenti puri dell'io, che partono da noi e in noi si riflettono, passando dagli affetti individuali a quelli che escono fuori di noi, formano un

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Quando tutte le facoltà elementari del cuore formano un nesso armonico, noi sentiamo la nostra dignità, e ne proviamo una segreta compiacenza. Il

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opaca di molti non le riflette che in un modo confuso. Per rimediare a questo difetto, pare che la natura abbia voluto mettere in noi un altro

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L'immagine intellettuale di noi stessi, riflessa nello specchio della nostra coscienza, desta per tutta la vita uno dei sentimenti più formidabili e

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completamente che dal riflesso dell'approvazione altrui. L'amor proprio riflesso fuori di noi forma un vero sentimento secondario, il quale ne' suoi gradi

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pianto, dicendoci che è cosa vergognosa, e mostrandoci, ad esempio, un fratellino più grandicello che ha il merito di non piagnucolare. Noi allora

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Tutte le volte che contempliamo con soverchia compiacenza noi stessi nella nostra coscienza, noi proviamo un piacere colpevole e diventiamo superbi

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classi: fisica, morale e intellettuale. L'amore della nostra immagine fisica riflessa al di fuori di noi costituisce la prima forma di vanità, la

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Alcuni filosofi, che creano l'uomo a modo loro, pretendono che il sentimento della proprietà non sia naturale in noi; ma sia bensì una delle tristi

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all'altruismo. L'amore che noi portiamo agli oggetti inanimati deriva sempre dal loro valore morale, e quindi dalla sodisfazione più o meno diretta

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Gli animali più lontani da noi, come sarebbero gli insetti, i molluschi, i rettili e i pesci, ci interessano più dei corpi bruti, ma di rado possono

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Abbiamo parlato dell'affetto per noi stessi, cioè del sentimento più puro in prima persona, poi siamo passati a poco a poco ad altri affetti, che

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affetti umani di seconda persona il più comune e il più frequente, perchè si fonda sulla natura sociale, e non può mancare in noi senza passare alla

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che noi dobbiamo esercitare a soccorrerlo. Nel modo diverso con cui si combinano questi due elementi, sta tutto il mistero del valore morale delle

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Il sentimento sociale che noi proviamo per tutti gli uomini indistintamente, a uguaglianza delle altre condizioni fisiche e morali, ci procura gioie

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doppiamente delle sensazioni di un altro uomo riflesso in noi, e dei nostri atti morali riflessi in lui. Dal momento in cui due uomini si son dati una

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naturale: sarebbe stato lo stesso come imporre all'uomo di respirare. Noi siamo dotati di moltissime facoltà morali di puro lusso, le quali non cessano

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individuo, passa per riflesso in noi. Se facciamo una buona azione, interessiamo direttamente in noi il sentimento, e proviamo un piacere del quale

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sodisfatto. In molti altri casi però il bisogno di combattere sorge in noi primitivamente, e i muscoli non servono che di strumento all'azione; per cui la

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Fin qui si è parlato di molteplici gioie prodotte dalla sodisfazione di un affetto che si indirizza a noi o ad altri, ma che ha però sempre per

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di gustarli. Così il piacere di cacciarsi d'estate in un letto fresco di bucato cessa subito, perchè il calore che noi cediamo alle lenzuola le

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manda qualche cosa, della quale noi ci accorgiamo. Nel regno del sentimento invece i misteri crescono, le ombre discendono sull'orizzonte delle nostre

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cresce di un grado, e, diventando riflessione, può produrre in noi un piacere ancor più vivo. In questo caso si potrebbe supporre che il piacere sia

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grande attenzione alla voce o grafia che lo accompagnano. Ma quando invece noi dobbiamo far intendere agli altri le nostre idee, dobbiamo rappresentarle

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La verità è un'idea; ma è fuor di dubbio che noi la sentiamo, e che essa occupa i due campi della mente e del sentimento. Noi ci accorgiamo di questa

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un'immagine morale che contrasta in modo particolare coi sentimenti del bello, del buono o del vero che abbiamo in noi. Un cozzo più forte delle immagini

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ravvicinare i denti. Quando il corpo che ci rinfresca è l'aria, noi spalanchiamo la bocca e dilatiamo ampiamente il torace, facendo profonde inspirazioni

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piacere di cui sono suscettibili; ma noi non possiamo leggere la gioia che in quelli la cui fisonomia più si avvicina alla nostra. Nei pesci e nei

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, consiste nel pensiero formulato dalla parola. Più volte, provando un piacere, noi parliamo anche da soli, perchè l'idea riflessa nella coscienza non ci

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dell'eccesso di sensazione che non possiamo sopportare, e, contemplando la gioia che si sviluppa negli altri, la riceviamo ancora in noi per riflesso. In

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siamo fanciulli adolescenti, e noi godiamo degli interessi senza prenderci la più piccola briga dell'amministrazione. Arrivati alla giovinezza, la

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fotografia intellettuale di noi stessi, sicchè non possiamo confrontare esattamente due momenti della nostra coscienza. Quando noi, godendo oggi per

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non deve essere l'ultimo e unico scopo della vita, noi non abbiamo il coraggio di confessare la nostra fame ingorda di gioia, e, mentre con tutti gli

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arrischiare il guadagno sulla banca della fortuna, sicchè noi ritorniamo alle prime paure e ai primi pericoli. In questo modo quasi sempre si passa la vita

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favore. L'eroe del Rajberti, il gatto, ospite egoista delle nostre case, gode forse più di noi di certi piaceri che, a giudicare dalle esterne

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, mette in noi un prepotente bisogno di nutrirci, e assegna alla sodisfazione di esso una larga sorgente di gioie. Ma ciò non basta: generosa, come

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eccezione ad una delle leggi più elementari che governano il piacere. Fino ad ora noi abbiamo veduto che le voluttà più intense accompagnano la

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ridesta ed esalta il sentimento e l'intelletto. Quando la musica è scopo a se stessa e il piacere è tutto nella sensazione, noi siamo subito trascinati

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alla natura e distruggendo il piacere, il quale dai nervi sensori s'irradia per tutto il sistema cerebrale. Finalmente nella vista noi abbiamo i piaceri

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microscopio che mi presentava tante dovizie di immagini. Quando noi vediamo un oggetto animato o una immagine che lo rappresenta, modelliamo più d'una volta

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suoi rapporti coi corpi che lo circondano, e noi, seguendolo con l'occhio, esercitiamo in un modo speciale il senso della vista, ricevendo ad ogni

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Una locomotiva che passa innanzi ai nostri occhi ci interessa, perchè si muove con rapidità, e presenta una infinità di moti alterni e continui. Noi

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del cuore, invitandoci a pensare e a sentire. Così, più d'una volta noi ci soffermiamo nelle nostre passeggiate dinnanzi ad un cartello indicatore

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natura è così infinita, che l'occhio non si stanca mai di vedere e di guardare. Alcune immagini hanno tante attrattive, che noi le troviamo sempre belle e

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noi alcuni effetti comuni, i quali ci dànno comuni piaceri. Nei primi stadi dell'ebbrezza, noi abbiamo la coscienza della vita più piena e più

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troppo aspettare. Moltissimi piaceri però sono di puro lusso, e sorgono primitivi in noi senza la precedenza di un bisogno o di un desiderio. Noi

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