Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170055
Mantegazza, Paolo 50 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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Fisiologia del piacere

clima del cuore, e non resiste alla brezza gelida del nordico intelletto. Chi osa farne lo studio, si trova fra mano uno stelo avvizzito, poche foglie

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chi vuol vivere più a lungo, vive meno degli altri. L'egoismo nasce con noi, ma non cresce rigoglioso, e non produce i suoi piaceri, che nell'età

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perfino chi osò chiamarlo una caricatura ridicola della civiltà. Costoro si devono mettere assieme agli altri che vogliono far camminare l'uomo a

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del cuore riflessa ancora in lui; questi, invece, arrivano al cuore dalle fredde regioni della mente. Chi non avverte a prima vista questa differenza

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questi pecore o lupi. La prima si può esprimere con l'immagine di chi, assorto in un'estasi sublime, contempla il cielo; mentre la seconda si può

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se finirà il suo compito, fino al legislatore che propone un premio, che forse non esiste, a chi ubbidirà al suo codice, l'uomo adopera sempre un

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l'approbatività sta all'amor proprio. È naturale che chi molto si apprezza, esiga lodi ed onori. La superbia pura è molto semplice nella sua essenza; mentre la

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difendendola con tutta la forza delle sue manine da chi fa l'atto di volergliela togliere, piangendo grida: È mia. Il re, che comanda milioni di uomini, e che

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. L'essenza della gioia di rubare consiste in una indebita compiacenza di riuscire in una bassa azione, e di deludere chi veglia continuamente alla

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che chi ama con trasporto il suo cane ha un cuore sensibile e generoso; mentre altri, rammentando con un sogghigno il canarino e il gatto della vecchia

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l'umanità intera, la quale si rallegra di avere in sè chi ne sublima la dignità avvilita da tanti egoismi e bassezze. L'uomo che si sacrifica al bene

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molto diverse, secondo che chi ce le ispira ci è più o meno simpatico. Senza sapercene dare la ragione, molte volte, al solo vedere un individuo, noi

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lungo tempo intatti nei tesori del suo cuore. Chi volesse indagare tutte le cause che possono ispirare in due uomini il sentimento dell'amicizia, dovrebbe

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dell'amicizia costituiscono alcuni dei più preziosi gioielli dei tesori del cuore; e sono feconde di tale voluttà, che chi ebbe la fortuna di provarne

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non possiamo difenderci, il piacere cessa e la sensazione, diventando insopportabile, ci induce a difenderci colla fuga o con vie di fatto da chi abusa

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. 753. Gioia di amare chi non ci ama. N. 753.300. Gioia di aspettare. N. 758.357.000. Gioia di guardarsi per la milionesima volta e di sorridersi senza

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sempre risorge più impetuosa e più forte, per spiccare nuovi voli e ritentare prove più perigliose e più ardite. Chi ha conosciuto una donna

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parole di un estremo saluto. Un nostro grande scrittore ha lasciato: «Guai a chi non può pensare a sua madre!», e con queste poche parole ha detto quanto

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ragiona. Chi non ha conosciuto sua madre può appena immaginare le gioie soavi di chi la possiede. Quando, riandando le nostre memorie, cerchiamo di

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palpando colle mani intente un oggetto appartenente a un grande ch'egli apprezza e onora. Chi sentì l'armonia che Rossini dedicò alla sua tomba, provò

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dall'accordo della religione e della morale, misura la perfezione del culto di Dio, e beato chi potrà dire a se stesso: «Io sono un uomo religioso, perchè

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sodisfazione di altri sentimenti, e più specialmente dei piaceri dell'amor proprio, non per questo cessano di esistere per se stesse. Chi si rifiutasse ad

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di giustizia e compiere un dovere. Chi possiede ha maggiori doveri da esercitare; ma tutti gli uomini, perchè abbiano soltanto un'individualità morale

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dal modo con cui la lettera è stata suggellata le disposizioni dell'animo di chi ce l'ha indirizzata. Finalmente, dopo uno sforzo energico, la busta è

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conosciuti che da chi ha molto sofferto; e per soffrir molto, bisogna avere molto cuore. Qui, come in molti altri casi, bisogna guadagnare il piacere

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sproporzionata alla debolezza delle loro facoltà mentali, non viene ricompensata abbastanza dal piacer di sapere. Chi arriva sulla cima del monte stanco e

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, deve avere una fisonomia diversa dall'altro che si compiace di studiare la filosofia di Leibnitz. Chi osserva estatico in un microscopio non può

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della fantasia non si arriva però che in una vera febbre della mente, che si chiama genio o delirio, che produce tale voluttà misteriosa in chi la prova

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sempre uno degli errori più grossolani. La menzogna è una malattia colpevole della verità, come l'errore ne è un'affezione innocente. Chi mente prova

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Chi volesse definire il ridicolo per una deformità senza dolore, non abbraccerebbe nella sua definizione che una piccola parte di oggetti ai quali si

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la gioia ci preserva fino ad un certo punto dal dolore. Così chi è tormentato dal dolor di denti non può sicuramente rallegrarsi dinanzi allo

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pasto può avere una mimica molto espressiva. Chi lo prova, sta seduto ed atteggiato ad un calmo riposo. La sua fisonomia è turgida e rossa, la bocca è

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concenti, che desteranno il piacere in chi li udrà. Partendo dalla esclamazione, siamo arrivati alle creazioni della musica, e quindi ci troviamo già nel

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ridesta in lui lo stesso fenomeno; per cui, alla sua volta, chi ha ricevuto si fa benefattore, e i doni si scambiano reciprocamente e senza posa. Ma v'ha

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di un delitto, cerca chi beva con lui alla coppa infame che lo inebbria. Altra volta la gioia è pura nella sua origine, e non è colpevole che nella

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cutanea accompagnata da prurito, prova un piacere molto intenso nel grattarsi, lacerandosi le croste e le squame che gli deturpano la pelle. Chi ha una

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più ricco sarebbe il più felice, e chi nascesse senza quattrini, e non potesse guadagnarsene, dovrebbe maledire la vita e disperare della provvidenza

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diverso cielo, presenterebbe dopo alcuni secoli una molteplicità di nazioni, varie d'indole e di natura. V'ha chi pone sopra ogni influenza

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da chi ne gode o ne abusa; sicchè nel nostro modo di sentire e di pensare, senza saperlo, paghiamo a caro prezzo gli errori dei nostri padri, e

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all'infinito i piaceri di una passeggiata; ma chi che più di tutto li modifica è il grado di sensibilità o di intelligenza di ciascuno. Chi non passeggia che

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portata di tutti, e quindi vengono da molti incoronati e messi al primo posto nel regno dei piaceri; ma chi ha provato lo spasimo di un sentimento generoso

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riderebbero di cuore a chi volesse richiamare l'attenzione sul concetto della vita, onde, definite le parole e le idee, se ne potessero limitare con

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la facoltà del sentire sia distribuita e quasi diluita nella massa omogenea e plastica di cui sono formati, chi ha studiato solo per pochi mesi gli

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di tutti si esauriscono coll'abuso e fiaccano l'anima e il corpo. XXXV. - I piaceri difficili e rari esaltano ed educano la facoltà di chi li gode

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mente non abbia che pallidi bisogni. I piaceri del sesso hanno poi un'importanza molto diversa nella vita dei singoli individui. Chi è capace di godere

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nel più impenetrabile mistero, rode lentamente i germi della forza e dell'intelligenza. Chi è casto abbastanza da non aver mai conosciuto questo genere

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patologiche. Chi rifugge dal solo odore del formaggio, non ha certamente diritto di chiamare patologico il piacere di chi trova delizioso un pezzo di

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piaceri più sublimi dell'udito. Nessuno ha il diritto di accusare di ottusità di mente chi rimane indifferente davanti ad un torrente impetuoso di armonia

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meglio seppero, le preziose qualità del succo dell'uva. E per chi avesse scrupoli a questo riguardo, potrei anche citare le belle parole di san Crisostomo

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piacere ha molte origini diverse, e chi lo vuole spiegare forzandolo sotto il giogo di una teoria artificiale, inganna se stesso, e mostra di non

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