Finestre di via Paradiso
giardino pubblico insiste mia madre come volesse persuadermi di qualcosa che fatica a entrarmi in testa, mentre quello che mi ostino a non voler
Finestre di via Paradiso
dito rivolto ai sordi che per lui a quel punto eravamo prese a disegnare nell'aria figure ovali quadrate circolari soavemente unite tra loro da una
Finestre di via Paradiso
Capitava che dai portoni entrasse qualche uccello, soprattutto passeri: volavano disorientati da una parte all'altra del magazzino, tra le scansie
Finestre di via Paradiso
noi le indicazioni dei cartelli tra campi riquadri file numeri fino al giusto rettangolo di neve di Giuseppe, proprio il nostro sento che dico a mio
Finestre di via Paradiso
Il compagno che trent'anni fa passava ogni domenica di casa in casa a chiedere chi volesse “l'Unità” e che ora vedo ogni mattina di ritorno
Finestre di via Paradiso
Don Gino che illuminandosi mi redarguì dicendo: «Dante sì, ma dopo Sant'Agostino».
Finestre di via Paradiso
Il quasi centenario “Muntèna” che tutti i santi giorni, sigaro e bastone, andava al Circolo.
Finestre di via Paradiso
La sorella “signorina” del prete che «prega ancora per me» lascia detto a mia madre quando si incontrano a messa.
Finestre di via Paradiso
Il cantoniere che dopo cena fuma due sigarette, una all'andata una al ritorno della passeggiata e mi saluta sempre due volte, quando d'estate siedo
Finestre di via Paradiso
e mai più e via discorrendo, tutte le volte che penso a un mio terrestre, personalissimo Paradiso.