FIABE E LEGGENDE
capucci neri, che non san per qual strana avventura di mare una gondola errante sull'orizzonte appare. E così ben si aggruppano le sussurranti tornie
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, aguzza, immobile,in alto mar svanìa, pareva una gran spada brandita da Cagliostro contro l’ascoso ventre di qualche immenso mostro; San Marco
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batte a San Marco l'ora che la conobbe, ei freme sull'ampia base ancora, dalle piante caprine fino all'irsuto mento, come uno stel di mammola che si
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impregna... par profumi l'ambrosia! Miracolo! Che avvenne? . . . . . . . La leggenda s'arresta a un segreto solenne: come cadder dall'alto di San Marco sei
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culla all'avel (due guanciali!) ciò che sempre s'innova. Carlo, ne san più assai gli immensi boschi sovra cui sono i secoli passati; dove, immobile e
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lo dice Lionello, e fe' più matrimoni che il Patriarca, quello che li fa là in San Marco. Tienle un po' il braccio alzato... Ecco già un bigliettino