FIABE E LEGGENDE
. E, in mezzo ad essi, venirsene a passeggio ecco la castellana col suo vago paggetto. Tutto è d'oro lo strascico, è d'argento il corsetto; è neve il
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meriggio possente il mite oro onde l'alba inghirlanda l'oriente! Attendeva nell'ombra, presso la riva, a pochi passi dal gran palazzo di Don Dïego. I
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motto erra sul lastrico del popolo padrone; tolto è all'oro il tripudio delle superbe offese, tolta al vulgo la gloria delle balzane imprese; della Corte
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bastava! adesso... i miei versi morranno! - No, perdio! finché io vivo vivranno e ben vivranno! Senti, Steno, ho molto oro, noi siam vecchi all'usanza di
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dei divini pittori, cui certo un dì non s'erano pagati che i colori, mentre l'ebreo, felice dell'oro conquistato, d'esserne debitore ai morti avea
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carne sparuta, e, in quel piccolo avello fatto d'oro e d'argento, pareva dir: son morta, ma veggo ancora e sento. - É mia madre...- E la voce somigliava
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. Li ricorda? sa forse l'Oceano se le piume avean d'oro lucenti, se eran belli - i concenti - di lagrime degli uccelli - che ha visti annegar? I miei