FIABE E LEGGENDE
di Olimpio segna sulle bianche nubi un semicerchio che sembra la porta di una lontana galleria nel cielo, buia come un mister. Sono allagate le
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incerte comete. Immobile, olimpico, nell'aria gelata, diceva agli arbuscoli dell'ima vallata, specchiando il pinocchio nel placido stagno: " Per
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nebbia disvela, comincia a far vela, nel tremulo spazio, la nave del dì!
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o speranti nel sonno; certo stanche e affamate. si udivano respiri affannosi; talvolta lo scoccare di un bacio ( qualche donna travolta dalla miseria
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zeffìro, così l'ora, il minuto, l'attimo sciagurato può nel cor che pel Bello e per il Giusto è nato avvelenar la santa semenza del futuro!... Quanti
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". V'ingannate, signore: la Dio mercé son scaltro, né saprete che avvenne nel cor di Bella Alvaro. Sol vi dirò che quando il freddo corpo ignaro a fior d'acqua
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Era il buon tempo. Il Fauno, guardia del porticato, fu la più mesta vittima dello splendor passato; egli che nel marmoreo malinconico cuore una notte
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Genti pie che pregate prima di porvi a letto, non pregate pei morti che stan nel cataletto non pregate per gli ospiti del tenebrore eterno, che dal
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, cacciò nel nodo... Ma in quellistante il sole ruppe una nube in alto, e un raggio immenso il mondo scese a baciar d'un salto. Fu il cader di una maschera
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Fauno guardava il cavalier dall'alto: l'eco di quella voce, fra le sue forme desto, errò nel peristilio, a lungo, oscuro e mesto. Ma il cavalier, beato
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danza e insieme a lei sparia; o alla messa, se alzava dal sacro libro il volto, e nell'aurata alcova quando, tra il crin disciolto, vedea nel sonno
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Vedi la selva delle quercie estatiche drizzar nel buio le braccia ritorte, funebre asilo di civette e d'upupe in vago sonno assorte? Le diresti
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Puri amor che crescete nell'ombra e nel silenzio, terrene ambrosie fatte di cicuta e di assenzio, genuflessioni d'anime dall'idolo ignorate, voti
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somigliano, quando è squallida la notte, a una botte dove, a frotte, istrioni con megere vanno a bere; sul manier, nel vallone torvo e ner; per le
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forse le supponi il scintillar di un vetro... " Sporgi al veron le piccole mani, una sola almeno, e sembrerà un miracolo di più nel ciel sereno". " E
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? Oh lagrime della occulta allegrezza, e la terra si spezza perché ci dican gli alberi che giù nel tenebrore non si cessa di ridere, e si fa ancor
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; nel lenzuolo del Solito sepolta è l'avventura; il bardo e il cavaliero davanti alla Questura in ginocchio han deposto il brando e il colascione; il
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eran compagni i dubbii, le noie e i disinganni... Oh i suoi canti! caligini cosparse di faville, raggi erranti nel buio come fatue scintille... Se voi
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ricordano, e serbano l'orror della mitraglia, nel desolato aspetto, i campi di battaglia; certi monti han profili beffardi e minaccianti perché memori
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Quando entrò nel palazzo l'Ebreo conquistatore tutto mutò sembianza, tutto mutò colore, e all'amante di sasso crebber le noie e il danno. Tra le
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! . . . . . . . ". Leggiam quest'altro - " Il bimbo viaggia in fondo al mare e l'alma sua nel limbo... ". - Infamia! - Oh Lionello, usciam da questo