FIABE E LEGGENDE
Ignoro ciò che farebbe quella ch'io senza speme adoro, ove per l'amor suo me trapassar vedesse. Non avrei meraviglia s'ella fra sé ridesse! Molte
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questa scabra valle, eran peso leggero alle sue scarne spalle, eran foglie di rosa. Da quell’ora (deh! amici di me non vi burlate perché siete felici
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attaccasti il nido? Me l'ha insegnato un vecchio che tien bottega al lido; fu caso: fra i suoi libri presi un Catullo in mano, tu sai quant'io l’adoro quel
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un altro in compagnia digli che l'amo e che l'aspetto qui ". - - Questa donna ti giuro che per me non farebbe: la dev'essere un ninnolo di miele e di
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e screzii lucciole e coccinelle; giuro che a me quei cesolati salici dipinsero l'istoria!... Così putessi la vision terribile cassar dalla memoria
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, tu che ogni giorno alla turba ti sveli, padre, una volta, una sola, a me svèlati! Deh mi esaudisci e mi dona, o Signore, un po' di lusso, di calma e di
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un abito strano, accoppa un galantuomo e, se sei bello e sano, gli è più che basta, tutte ti apriran cuore e alcova! Credi a me... - Il tuo consiglio
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raccontar storielle dinne, chi t'insegnò? ". " Nessun, mie donne amabili: ho imparato da me; oh il sacco delle bubbole por ve lo posso ai piè ". " Deh, se