FIABE E LEGGENDE
s'avvia. Senti il dolce motivo e le dolci parole: " Io son come la zànzera intorno al candelabro: mi struggo a un vago raggio di neve e di cinabro
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di tuberosi, interprete io suppongo di quel verde mister che mi invaghiva, questo motto gentil: " Tu ci hai compresi! ".
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pazzo... - Io la donna sognai non creta e non sollazzo! quella, il cui nome al labbro non mi verrà giammai, era il simbolo puro dell'idea che sognai
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da pipe di zucchero, dicon fra lor : " Siamo un capolavoro!". Deh fa' che tale io mi creda con loro! Oh schiudi, schiudi il celeste deposito dei puri
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, folleggia, perdio! l'amante io sono, e voglio il lieto amore, la celia e l'abbandono! - L'abbandono!... dicesti un'orrenda parola! - Orrenda ? - Dopo i
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cui passa senza tender l'orecchio e alzar le ciglia, ciò con cui io favello pel tramite dei versi, e in te trapassa pel veggente pennello, Carlo, è un
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trovato morto col suo rosario in mano, " Io bene, io ben sapevalo - ronzava una donnetta - quella nicchia portava la cifra maledetta, tra braccia e
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; salite, e la mia cella troverete dischiusa. Io vi raggiungo tosto. Non finì : che Don Diego, con uno sbalzo, accosto gli si era piantato. L'altro ha
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nell'azzurro io scerno che raccapriccia all'orrida idea d'essere eterno. Desolazione e tenebra, ecco il nuovo retaggio! Si fan di gelo i crateri, muor