FIABE E LEGGENDE
ignoti, già cigolava qualche vigil carro da cui, forse dicendo una preghiera, guardava il parco leggendario un pio beneditor di solchi, uscì da un cespo
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finestre, e il genia campagnuolo sembra da quelle osservar tristemente la rovina dei fiori.
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Il ciel rasserenavasi: bella, superba e sola la faccia del pianeta splendea da Chioggia a Pola; una striscia d'argento che dal canale uscìa e dritta
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si gela, e qual vinta da un affanno deliro, si copre il viso e cade. Non han pure un sospiro i malor sterminati. In ginocchio, con voce che sembra
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, riappariva ancor più tetro il castel, come uno spetro. Da sospir, da supplichevoli gridi invasi erano i campi; forse arcane metamorfosi accadean sotto
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L'uscio tarlato e nero chiuse a doppia chiave, e al chiodo che pendeva da una sconnessa trave sorrise come al volto di una donna amorosa, o alle
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alquanto; ma se voi mi giurate. . . - Parla per il tuo santo! - Vi si è allogato un ricco cavalier di Ferrara, e vi tien da più giorni gran tripudio e
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Era un parco antico e squallido da molt'anni abbandonato; desolato come un campo di battaglia, pien di nidi, e rami e zolle, come un colle - orïental
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questa scabra valle, eran peso leggero alle sue scarne spalle, eran foglie di rosa. Da quell’ora (deh! amici di me non vi burlate perché siete felici
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cullano sotto il molle zeffìro; né sai se il suono che nell'aria espandono sia rantolo o sospiro. Ondeggiamenti di blande Nereidi, gesti da cortigiane
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affanno e di languor fulgente; e già stese le braccia, ed avida una bocca del contatto supremo da cui l'amor trabocca, pender da un'altra attratta dallo
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elettriche scintille ancor ripiena. Povero Fauno! e in estasi, già da due lustri, aspetta che ripassi per l'atrio la bella giovinetta; ed ogni notte, quando
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conosce che la faccia ed il nome... - Veder la sua da lungi e lei nomar da solo, perché i santi entusiasmi desse a' miei versi e il volo, ciò mi
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. Da onesto cavaliere la contessa ho conquiso, e or vi prego osservare che m'ho un ferro snudato, che il mio custode è questo, e che al rezzo gelato
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giunse in quel punto ? A quest'ora ei sarebbe un pallido defunto, obliante e obliato; sarebbe all'ombre sceso da men feroce strale in meno all'alma
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e v'è tanta dovizia di colori e di forme, da innebriar di gioia l'anima di un artista. A mezzodì la gondola si perdette di vista.
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imposta, sbadatamente chiusa da un mandriano in viaggio, tal quella porta offerse a un urto sol passaggio. Entrar, ma tosto colti da ribrezzo improvviso
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gobbo, dagli occhi stranamente neri, questi versi cantò sotto l'ombrello: - O padre eterno, se hai tempo da perdere e se non dormi nei placidi cieli
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porti un putto, porti un pacco, o una tromba da suonar? Oh per Bacco! giù quel sacco, lo vogliamo esaminar ". Ed ecco dal folto compare un bel volto, e
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Un grido acuto, lungo, angoscioso, la oscura squarciò calma notturna. Di livida paura ansimante, l'Ebreo, signor di quel palazzo da cui la mia
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La stanzuccia di Steno stava accosciata in alto di un palazzo affittato da un ebreo di Rialto; palazzo in cui da secoli i topi son signori, e che
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fochi n'erano spenti; solo da una rossa cortina un barlume che andava e venìa, peregrina facella, certamente in mano alla contessa. S'apre una porticina
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Or tutto da quei petti, fuorché il furore, è in bando. - Ferro e inferno! cotesta, e quest'altra ripara! - Dalla man di un vegliardo tu a darle
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ore, il palazzo fu scosso da un immenso fragore.
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fugge, che mi fugge lontano, ed io tento seguirti e ti richiamo...invano; lo spetro è innamorato di un'altra donna! - Effetto di queste cupe stanze: da
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apparenza di Dio verissima! Da un anno, bella dama, i pensieri del giovinetto stanno intorno a voi, dì e notte : la sua delizia è questa : possedervi
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Povero conte Alvaro!... ecco ci pensa la sera (era già ben lontana da lui la primavera e la volubil ridda delle ore serene) in cui scoprì la blanda
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Titani, a cui l'olimpica ira inchiodava i piè possenti al suolo, da mill'anni seguenti delle nuvole e invidianti il volo. Sai perché sì lontano i rami
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tappo, vecchi stocchi sguarniti, pelli e corna di buffalo e ermellini ammuffiti, libri venduti all'alba da un notaio balzano, e la sera mutati in vetri
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! . . . . . . . ". Leggiam quest'altro - " Il bimbo viaggia in fondo al mare e l'alma sua nel limbo... ". - Infamia! - Oh Lionello, usciam da questo