Elementi di genetica
Dal nome dell’Aguti, Dasyprocta aguti, rosicante molto diffuso nell’America meridionale, la cui colorazione è considerata come la colorazione tipica
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P, fattore d’estensione, che permette la formazione di pigmento nei peli e nell’iride; il recessivo p diluisce il colore dei peli e dell’iride, tanto
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intenso, come nella varietà introdotta nell’incrocio,
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l’uovo fecondato deve contenere anche quei caratteri che non dovranno estrinsecarsi nell’individuo nascituro, ma che rimarranno in lui latenti, per
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§ 1. Il valore del nucleo nei fenomeni dell’eredità. Primi esperimenti. — § 2. Il valore dei cromosomi nell’eredità. — § 3. Schema della concordanza
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§ 2. - Valore dei cromosomi nell’eredità.
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combinazioni a rimanere nell’uovo o ad
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diaginica nell’uomo. — § 4. Eredità diandrica. — § 5. Eredità olandrica e
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3. - Eredità diaginica nell’uomo.
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La questione del valore del cromosoma Y nell’eredità è stata molto discussa; il Morgan era giunto alla conclusione ch’esso fosse «geneticamente vuoto
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le proporzioni sono identiche, ma si applicano alle combinazioni opposte: anche qui dunque nell’83 % dei casi ritroviamo le combinazioni introdotte
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Lo stesso avviene per le coppie Bb, Cc, Hh, Ii, LI, Mm, nell’esempio su riferito, e soltanto le coppie Dd, Le, Ff, Gg si scambiano realmente di posto.
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; in a va nel globulo polare, in b rimane nell’uovo (da Goldschmidt, sec. Seiler).
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che avvengono invece nell’oogenesi. In altri animali si è visto che si possono riscontrare le seguenti possibilità:
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Perché le cellule delle ghiandole salivari larvali degenerano durante la metamorfosi e non si ritrovano nell’insetto adulto. Nelle cellule dei tubi
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Sarebbe più corretto dire metroclina (dal gr. μήτης, madre, e χίνειν, inclinare) ma il termine matroclina è ormai entrato nell’uso.
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non si vedono né nell’una né nell’altra delle due specie parenti. Uno dei casi più notevoli è quello descritto da Harrison (1916). Lycia hirtaria e
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NUCLEO E CITOPLASMA NELL’EREDITÀ
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in un modo o nell’altro, a ritornare alla diploidia. Le mutazioni aploidi perciò, se hanno spesso molta importanza
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Grossolanamente si può dire che, almeno nell’uomo e negli animali superiori, maschi e femmine sono in egual numero. Esaminando statisticamente questo
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Il rapporto primario nell’uomo avrebbe un valore che varia — secondo diversi autori — da 116,4 a 108,2 maschi su 100 femmine.
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Nelle farfalle il Seiler poté studiare il comportamento dell’eterocromosoma, e vedere che nelle uova, il cromosoma Z può rimanere nell’uovo o andare
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dimostrato una precoce individualità delle cellule della linea germinativa, le quali spesso, nell’embrione, risiedono
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. nell’Anguilla, D’Ancona, 1924-35).
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relazione quantitativa stabilitasi alla fecondazione, e di far deviare lo sviluppo in un senso o nell’altro. Anche in tal caso risultano intersessi.
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potenzialmente presenti anche nell’altro.
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topo possegga un fattore che determina l’albinismo, quando constatiamo che nel topolino che ne nasce, effettivamente manca il pigmento nei peli, nell
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Anche nell’uomo vi sono ormai molte ricerche genetiche, ma sarebbe desiderabile che venissero ancora estese, e soprattutto che fossero condotte con
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alle esigenze dell’umanità. Varî metodi sono stati preconizzati per ottenere lo scopo, che consistono principalmente nell’impedire la riproduzione degli
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Raffaele, G. - Lo sviluppo iniziale dei parassiti malarici nell’ospite vertebrato. Riv. di Malariologia, XVI, 1937.
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Enriques, P. - Nucleo e citoplasma nell’eredità: un equivoco tradizionale. A. Z. I., XV, 1930.
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Cap. XVI. - Nucleo e citoplasma nell’eredità.
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Brunelli, G. — La determinazione del sesso studiata nell’economia della specie. Roma, 1915.
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D’Ancona, U. - Sulla determinazione del sesso nell’anguilla. R. Comit. Talassogr. It., Mem. CXI, 1924.
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§ 6. - Il mendelismo nell’uomo 87
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§ 3. - Eredità diaginica nell’uomo 161
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§ 2. - Il valore dei cromosomi nell’eredità 146
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cap. XVI. – Nucleo e citoplasma nell’eredità 237
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, del genere Scardafella. La forma tipica, che si trova nell’America settentrionale e centrale (Scardafella
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il corso dei fenomeni nell’uno o nell’altro senso rispetto alla media: le loro azioni possono sommarsi od elidersi, e la probabilità di poter
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§ 1. Storia. — § 2. La dominanza e la segregazione. — § 3. L’indipendenza. — § 4. Il poliibridismo. — § 5. I reincroci. — § 6. Il mendelismo nell
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I fenotipi I e IV sono quelli introdotti nell’incrocio, corrispondono cioè ai genitori (P); i fenotipi II e II sono invece combinazioni nuove, in cui
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nell’altro modo, se cioè s’incrociano piselli con semi gialli e grinzosi con piselli con semi verdi e lisci,
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Insomma, ciascuna delle coppie di allelomorfi si comporta, nell’eredità, come se l’altra non esistesse. Estendendo questa conclusione anche al
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3) legge della indipendenza. - Se si incrociano individui che differiscono per più coppie di allelomorfi, ciascuna di queste si comporta, nell
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Negli animali però, non è altrettanto facile che nelle piante riconoscere il genotipo. Nell’esempio surriferito (l’incrocio fra
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§ 6. – Il mendelismo nell’uomo.
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Nelle sette coppie di caratteri analizzate dal Mendel uno degli allelomorfi era sempre completamente dominante nell’altro. Si vide poi che non è
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, fino a diventar bruni. Il biondo domina nell’infanzia, il bruno nell’età adulta.
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Fig. 23. – Dominanza limitata dal sesso nell’incrocio fra pecore di razza Suffolk, senza corna, e di razza Dorset, con corna (spiegazione nel testo
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