Elementi di genetica
Ognuno vede come una simile concezione sia troppo meccanicista e semplicista, e contraddica alla logica e a molti fatti conosciuti sulla fisiologia
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pigmento non è limitata ai peli o ai capelli nell’uomo, ma si estende anche all’iride, alla corioidea, alla pelle, ed è legata ad altri caratteri
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D, fattore di densità, che presiede anch’esso alla intensità di pigmentazione dei peli, il recessivo d diluisce il colore dei peli.
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C, cromogeno, la cui presenza è indispensabile alla produzione di qualsiasi pigmentazione; il suo recessivo c non consente la formazione di pigmento
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con cariossidi rosse, ottenne alla F 1 tutte cariossidi rosse, alla F 2 63 piante con cariossidi rosse contro una
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1) Eredità intermedia alla F 1. Su questa, come sulle razze dei' genitori, agiscono, naturalmente, le condizioni esterne producendo modificazioni. Ne
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insormontabili alla interpretazione mendeliana. Primo fra tutti la cosiddetta eredità intermedia, o mista (blending inheritance) ammessa da molti autori, e
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5) Le curve di variabilità che si ottengono alla F 2, F 3 ecc. sono simili a quelle che abbiamo visto prodotte dalle modificazioni, benché dovute a
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misura alla sua formazione. Il gamete maschile contiene dunque tutti i geni che il padre trasmette al figlio, e quello femminile tutti i geni che gli
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Due casi possono quindi verificarsi alla fecondazione:
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Alla F2, cioè dall’incrocio di un maschio normale con una femmina eterozigote, la teoria prevede:
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I figli di un padre daltonista sono dunque sani, e non trasmettono la malattia alla loro discendenza, non così le femmine, che trasmettono il
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La questione del valore del cromosoma Y nell’eredità è stata molto discussa; il Morgan era giunto alla conclusione ch’esso fosse «geneticamente vuoto
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§ 1. - Eccezioni alla terza legge di Mendel. Associazione.
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Alcuni fenomeni di associazione erano già noti prima che il Morgan iniziasse il suo studio, e apparivano come eccezioni difficilmente spiegabili alla
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§ 1. Eccezioni alla terza legge di Mendel. Associazione. — § 2. Scambio. —§ 3. Teoria dello scambio. — § 4. Carte cromosomiche. — § 5. Doppio scambio
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In questo caso si ha un’associazione debolissima, che si approssima alla condizione di perfetta indipendenza, la quale sarebbe rappresentata da una
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I fatti che abbiamo esposto si riferiscono quasi esclusivamente alla Drosophila melanogaster, le teorie che su di essi sono state costruite, invece
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Varie specie affini alla drosofila, appartenenti anzi allo stesso
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Si è visto che le distanze segnate nella «carta statistica» (come si chiama quella ottenuta in base alla frequenza di scambio
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Fig. 69. - Disegno alla camera lucida dei cromosomi giganti delle ghiandole salivari della larva di Drosophila e (a destra in alto) dei cromosomi
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attendersi soltanto là dove avviene la normale coniugazione dei cromosomi alla meiosi. Tutti quei casi, frequenti nei vegetali, in cui l’ibrido raddoppia il
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In molti casi, specialmente negli animali e nelle piante in cui è possibile ottenere molti discendenti, la segregazione mendeliana alla F2 è stata
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simili alla F1, e d’individui simili alla specie con cui è avvenuto il reincrocio, oppure individui tutti più o meno simili alla specie con cui è
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alla insufficienza dei loro risultati per decidere se soltanto il nucleo, o anche il plasma, siano latori dei caratteri ereditarî. È opportuno però
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via alla sua indagine metodica.
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ogni caso, è la forma materna che predomina, sia alla F1 che alla F2. Anche se si reincrociano le piante della F1 con la specie paterna, si ottengono
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, mantenendo in vita quelle che presentano caratteri vantaggiosi e spegnendo quelle che sono inadatte alla vita. Le variazioni che stanno alla base del
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Varie mutazioni si riferiscono alla pigmentazione del corpo o delle ali: black (II), ebony (III), danno colorazione nera; Green (I), verdastra
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Quanto alla natura dei caratteri mutanti, si deve dire che la maggior parte delle mutazioni sono recessive, ma ve ne sono anche
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La teoria cromosomica dell’eredità, e in particolare la sua applicazione alla determinazione del sesso, ha trovato acerrimi oppositori fin dal suo
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relazione quantitativa stabilitasi alla fecondazione, e di far deviare lo sviluppo in un senso o nell’altro. Anche in tal caso risultano intersessi.
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compaiono sempre in uno solo dei geni omologhi, cioè allo stato eterozigote) possono subito offrire appiglio alla selezione, e, se rappresentano un vantaggio
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) alla perdita di un gene, e alla diffusione totale del suo allelomorfo. E l’allelomorfo che s’impone, in ciascuna popolazione, è determinato soltanto dal
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LE APPLICAZIONI DELLA GENETICA ALL’EUGENICA, ALL’AGRICOLTURA, ALLA ZOOTECNIA
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deve riconoscere che i casi che si presentano alla pratica sono per lo più molto complicati in confronto di quelli che hanno servito di base alla
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Facciamo precedere alla bibliografia dei singoli capitoli un elenco dei principali periodici destinati esclusivamente alla genetica o all’eugenica
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Animal breeding Abstracts (ed. Oliver and Boyd, Edimburgo e Londra), dal 1934; recensisce i lavori che si riferiscono all’allevamento e alla genetica
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quindi che il poligono sia una approssimazione alla curva, e che questa rappresenti il fenomeno della variabilità, come realmente
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con brevi notazioni la fisionomia delle varie curve. La figura indica, oltre alla media, la deviazione quadratica media, σ, che è la misura più usata
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Cap. XXV - Le applicazioni della genetica all’eugenica, all’agricoltura, alla zootecnia.
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§ 1. - Eccezioni alla terza legge di Mendel. Associazione 175
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cap. XXV – Le applicazioni della genetica all’Eugenica, all’Agricoltura, alla Zootecnia pag. 381
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appartenenti alla linea A, otterrà una discendenza che presenta la media caratteristica di A, ma, se invece sceglie individui appartenenti alla linea
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È perciò necessario esaminare innanzi tutto come si compia la funzione riproduttiva, che sta alla base dei fenomeni ereditarî.
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Alla F 2 compaiono quattro fenotipi, nelle seguenti proporzioni:
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AB, Ab, aB, ab Se tali gameti possono combinarsi, alla fecondazione, secondo tutte le possibilità, ne risultano 16 combinazioni, come si vede
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Analogamente si giunge alla conclusione che i capelli crespi dominano sui lisci, i bruni sui biondi, ecc. ecc.
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a considerarla alla stregua degli altri due principî, che racchiudono tutta l’essenza del mendelismo. L’Enriques le ha dato un’altra formulazione, e
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maggior probabilità di riuscita, con molto minore dispendio di energie, si può procedere ad un miglioramento delle razze, alla scelta di quelle adatte a
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