Dramm intimi
ANNI sono, quando Barbara, orfanella, sposò Marcantonio, mugnaio, parve che chiappasse un terno a secco. Pazienza i 40 anni dello sposo, ma la prima
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poteva più gridare, sotto quella stretta, ma li minacciava sempre con quegli occhi spalancati dove c'erano i carabinieri e la forca. Diventava livida, con
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del suo guanciale. — Ma... più presto è, meglio è! Dio non si fa aspettare. — Va bene! — mormorò l'inferma. E non aggiunse altro; e seguitava a
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poi ci avrai il tuo bisogno. Ma che nessuno ti veda, per l'amor di Dio, ora ch'è tempo di fichidindia, e la gente è tutta per quelle balze. Chissà
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dicevamo! Un momento chinaste il capo e sorrideste; ma un sorriso che voleva dir tante cose. — Vi saluto! - — Davvero? — Sì! — Venite? — Che so io! Forse non
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la sua domanda. — Osservare a che ora cadrà la febbre. Del resto nulla di nuovo. Bisogna dar tempo alla cura. Ma non lasciava il polso dell' inferma
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baciare le vostre scarpette piccine! Sì, sì, lo so, sono molto colpevole. Non merito il perdono. Ditemelo, ma ditemelo voi stessa. Sono otto giorni
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momento. Però tardava sempre. I telegrammi si succedevano. Infine Roberto ebbe un dispaccio. — Arrivo stasera. Il viaggio le parve eterno. Ma allorchè
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letto, col fazzoletto agli occhi. Ma la moribonda non si era mossa. Il medico le teneva il polso con gli occhi fissi su di lei. Da lì a poco come
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