Donna Paola
viltà. Con disegni di G. MataIoni. ANTON GIULIO BARRILI. Una notte d'estate. - Con disegni di Gino De Bini. VITTORIO BERSEZIO. La parola della morta
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mio essueme mille forme, io sento due mortellini battermi sul cuore mortificandolo di colpi; io ho una vite d'acciaio che mi rotea nel petto come un
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d'autunno; io correva nelle vie infangate, affrettandomi a una casa dove qualcuno che mi amava moriva. Correvo col capo chino sotto la pioggia
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dono dei forti. Finchè lui un giorno, in una scena di collera, mi disse: - O domani o mai più. - Mai più - dissi io freddamente. Il domani, nel pieno
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sue parole di amore; io, che in uno scoppio di gelosia furiosa, gridai: - Tu m'inganni, tu ne ami un'altra, tu ami una donna pallida, sfinita, cogli
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- siete una donna odiosa, io vi detesto. Paola crollò lievemente il capo, come si fa per un malato incurabile, e si allontanò da Fulvio. La brigata si
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sovrastava alla terrazza della villa, una fila di lumi correva sino a Napoli; alta la solitudine, alto il silenzio. Le imposte del balcone che davano
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, come vi burlate di me. Sentite. Voi dovete amarmi, per forza. Vi amo troppo, per non essere amato. Sarebbe una enorme ingiustizia. Non vi sono queste
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anni, in patria, vinti da una irresistibile nostalgia. Il quindici di agosto, giorno dell'Assunzione, era tornato in Napoli un emigrato di Terra di
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cappellino. Quando i soldati la vedevano passare, tutta fiera di quel pomo di seta tricolore, era come una rivolta: -Tagliamo loro la testa, a questa razza di
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salita sopra una torricella, donde si vedeva tutta la valle; ma nulla si scorgeva. Dove si battevano? Con che esito? Era impossibile saper nulla. I
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