Donna Paola
dono dei forti. Finchè lui un giorno, in una scena di collera, mi disse: - O domani o mai più. - Mai più - dissi io freddamente. Il domani, nel pieno
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accostavo a lui per seguire il fantasma. - Grazie - disse l'uomo trionfante. II fantasma sorrise dolcemente, ed io, che volevo urlare di dolore
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. - Tu sei quella - disse semplicemente. Mi condusse allo specchio; vidi nel cristallo una faccia smorta, consunta dall'età, dalla sofferenza, due occhi
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FULVIO s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelano che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi: - Vi
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sul terrazzo si schiusero pianissimamente e un'ombra bianca, lieve lieve, scivolò sino a Fulvio che aspettava da tre ore. - Grazie - disse lui
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adoro, Paola, andiamo via! - Voi siete pazzo, amico - disse lei, appoggiando il gomito sul parapetto e guardando il mare, sotto. - No, o se vi piace, sono
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terrazzino interno che dava sul cortile, fece suonare la tromba, due volte: - Soldati - disse con voce tonante - abbiamo innanzi a noi Garibaldi, alle
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cavaliere, Ià, innanzi al portone, nella notte, le dava tormento. Riaprì, domandò sottovoce: - Chi è? - Sono io - disse una nota voce. - Voi, maggiore
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