Demetrio Pianelli
in istrada." "Chi?" "Mio marito, Secco. Mi fa la guardia. Vengo dalla Posta dove ho ritirata una lettera. Eccola qui, non ho avuto tempo di leggerla
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un eroe trafitto nelle pieghe del mantello. "Ti senti male, Paolino?" chiese, aprendo un poco le imposte. "Lasciatemi stare; sí, mi sento male
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resistere! Aveva ragione il cavaliere: io mi mangerò il fegato, mi ridurrò in camicia e mi farò maledire. Se non fosse per quei poveri ragazzi, che non
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, lanciò a Milano questa lettera: " Caro Demetrio , "Poche parole. Io ti avevo detto di scrivermi un Si o un No e dopo una settimana non mi scrivi niente
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." "Di nulla mi deve ringraziare. Sarei venuto io stesso a casa sua, cara la mia signora, se non sapessi che Demetrio è contrario a questa causa. La
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?" "Sí, son io" disse Arabella, che sedeva ai piedi del letto. "Credevo di sognare." "Come si sente, zio?" "Mi pare di star meglio. È un pezzo che sei
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marito, pretende che mangi quello che non mi va giú. Se c'è un pesce marcio o del formaggio che cammina da sé, pur di risparmiare un quattrino, lui ce lo
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: anzi, bisogna che tu mi dia qualche istruzione e la chiave dei cassetti." A Demetrio la notizia non fece né caldo, né freddo. Andava a poco a poco
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occhiali, disse con voce sguaiata: "È lei quello che chiamano il Demetrio?" "Sissignore" rispose Demetrio non senza un piccolo sorriso ironico. "Allora mi
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"La mamma è in letto" disse Arabella. "Si sente male?" "Son già tre giorni." "Perché non mi avete avvisato?" "Non ha voluto. Credo che abbia la
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, et hominibus bonae voluntatis ... "Parla latino adesso, che mi farai sciogliere la gelatina ... ." "Peh, peh, peh ... " rideva co’ suoi scoppiettii
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telegramma in mano. "Ebbene?" gli domandò, "che notizie mi dà?" "Bisogna che io parta immediatamente. È moribonda!" rispose il Martini, con un groppo
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giorno e della buona sera, come avviene tra casigliani, che, tranne le scale, non hanno piú nulla di comune. Mi fece quindi molta meraviglia di
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, ostinato, duro, inesorabile come un aguzzino: "Ricordatevi che mi avete chiamato voi" diceva. "O comando io, o comandate voi. Se non vi piace, piglio
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di un sordo. E il libro: Sovente è picciol cosa quella che mi abbatte et contrista . "Questo è vero," pensò Demetrio, "noi ci lasciamo spesso deviare
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distesi dal sole, gli abiti del povero Cesarino. "Come hai saputo che partivo stasera?" "La mamma, quando son tornata dagli esami, mi ha detto: "Sai? lo
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troppo ingenuo lei, troppo poco pratico del mondo. Non tocca a me dare dei pareri, perché il proverbio dice: metà pareri e metà denari; ma se mi avesse
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sor Cesarino s'è ammazzato." "Chi, chi? chi sei?" balbettò Demetrio agitando le mani. "Mi manda mio padre." "Chi, chi? chi è tuo padre?" "Il portinaio
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con un certo stupore el sor ragionatt come per dire: Che ci entro io?.. "L'è inutile che adesso mi faccia gli occhi ... Io guardo lui. Sono tre
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scorgere, dica cosí: Il ragionier Quintina chiede se ella ha ricevuto quella tal carta… Mi fa un gran favore. E in quello che posso anch'io, comandi
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trattoria." "Mi aspettava stamattina?" "Gli ho detto che probabilmente sarebbe tornata stasera." "Non v'è stato nessuno?" tornò a chiedere Palmira, mentre si
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che la saluto tanto tanto, e che se mi sentirò bene andrò presto a trovarla." In quella comparve Paolino vestito bene, colla sua grande catena d'oro
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segreto. "Non è un segreto di confessione e posso dirlo. Sa che il signor Paolino è stato anche da me a chiedere un consiglio e che una volta mi ha
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venduto male le bestie?" "Tutt'altro." "Ti fan male le scarpe?" "Mi vanno benissimo" disse Paolino, mettendo innanzi un piede grande come un basamento
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povero Cesarino, mentre mi seguiva in un angolo del salotto. "Ricevo adesso una lettera, in cui mi si dice che un mio commilitone è in fin di vita