Demetrio Pianelli
Per tre o quattro giorni si sentí male e di malavoglia. Un vecchio disturbo di cuore, ch'egli credeva di aver superato colla regola, colla
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: son qui alla terza sezione." "Bella anche questa!" ruminò Demetrio nell'andar su. "Si accorge ora ch'io sono al mondo, e pare che m'abbia tenuto a
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, perché la commedia avesse tutta la naturalezza che richiedeva la circostanza. Traditora! scellerata! dopo tutto il bene ch'egli aveva fatto a quella
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Milano non si accorse menomamente della partenza del signor Demetrio Pianelli e, passato qualche tempo, nessuno pensava nemmeno ch'egli fosse al
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, che da una settimana non dava piú un punto, come se il figliuolo fosse già diventato arcivescovo. Raccontò ancora ch'era stata a trovare la piccola
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, lire 122 e centesimi, in un biglietto da cento e in altre poche lire di carta sudicia, ch'egli prese e cacciò in tasca come se si trattasse di un
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... ." Gli occhi di Demetrio si trovarono pieni di lagrime prima ancora ch'egli sapesse perché piangesse. La voce paterna del suo capo, la ragionevolezza de
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carriera, non poteva piú trascurare i suoi diritti. Demetrio tornò a rispondere al signor sergente- furiere ch'egli non sapeva nulla di dote; che se anche
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già preparato in un astuccio di carta e ch'egli metteva in tasca per fumarne mezzo a colazione, mezzo dopo pranzo. Stretto nei soliti panni color
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ritratto miniato del povero Cesarino, tolto da una fotografia, ch'egli accompagnò con queste parole: Io sarò il padre de' suoi figliuoli. L'aria libera
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, sopraggiungendo in quel punto tutta lieta e scalmanata. "Il signore è tanto gentile ... Può essere ch'io rimanga alla Casa di Salute tutto il giorno di
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mano, gli fece capire ch'essa non aveva bisogno d'altri commenti, e che sapeva tutto. Le anime semplici sono anche le piú trasparenti. Essa tornò a
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. Paolino capí il significato della reticenza e tagliò corto: "Se non indovini, è segno ch'io son matto da legare. Non parliamone piú." Lí in terra
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primitivo colore senza macchiare la lingeria. Paolino lesse tre o quattro di questi avvisi stampati senza accorgersi ch'erano tutti eguali. Passata la
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, mi parevano cose impossibili, cose che si scrivono sui romanzi, o che si mettono sul teatro tanto per fare il duetto: di quell'amor, di quell'amor, ch
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Marietta dell'Acquabella? una notte sognò che il suo figliuolo soldato in Sicilia era malato di vaiolo: la mattina non giunse il telegramma ch'era morto
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risatina. Stettero ai piedi della scala ad aspettare la mamma ch'era sempre in ritardo. Finalmente quella benedetta donna si sbrigò, chiuse l'uscio e venne
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gli gonfiava il polmone, non valse a rompere nella sua testa lo stampo di quella frase imperativa ch'egli seguitava suo malgrado a ripeter coi denti
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far scomparire le mila lire. Nei pochi giorni ch'era stata alle Cascine, aveva ricevuto una visita del papà, il sor Isidoro di Melegnano, che la mise
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costruire in tre o quattro cassette di legno sopra le tegole bruciate un campionario di quella natura, ch'egli sognava quasi tutte le notti. Quando voleva poi
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maschera, che col viso tinto e con delle scope in mano strillavano la loro goffa allegria. Allora si ricordò ch'era il sabato grasso. Quei poveri gonzi
Demetrio Pianelli
si divertiva a seminare il sospetto e lo scredito. Si sapeva ch'egli aveva giuocato e perduto: si sapeva forse che egli aveva pagato coi denari del
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fin sotto alla radice de’ suoi capelli infarinati, e cercava di nascondere la faccia col cartellino del menu , ch'egli leggeva per la quarta volta
Accademia della crusca
