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intenzioni irrealizzate del quale possono tutt’al più scaricarlo, per riversarla sul papa, della responsabilità o della colpa dell’insuccesso. Ma sarebbe il
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. Quale effetto luministico Borromini volesse fin da principio raggiungere si può approssimativamente vedere nei due piani obliqui che raccordano le
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al quale gli spazi laterali non apparissero come espansione del vano centrale, ma come fughe prospettiche ortogonali all’asse maggiore; 3) trasformare
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affioramento al di là del quale si scava la parete elastica, quasi compressa: con un processo riduttivo che non soltanto può ricondursi a quello del
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corridoio prospettico, al termine del quale la parete curva della chiesa si innalza su una linea d’orizzonte, rimandando al di là il corpo lobato del
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punto di vista strettamente funzionale, l’edificio consta di un maggior vano d’attesa e di un vano minore, il sacello, al quale la folla accede per
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affatto alla suggestiva tesi del Tolnay, per il quale si sarebbe pensato, almeno in un dato momento, di riunite in un solo monumento la tomba dell’apostolo
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Pace, iniziata nel ’56, che sviluppa il tema del portico in curva, e quella di S, Maria in via Lata, iniziata nel ’58, nella quale la superficie include
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perfino la continuità dei frontoni e del cornicione. Quale relazione intercorra tra la facciata di Campitelli e quella del Borromini per S. Carlino
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tomba in San Pietro in Vincoli: nella quale, tuttavia, un osservatore sottile come il Tolnay ha ancora potuto rintracciare, nell’organizzazione
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Rimane da vedere quale peso abbia avuto, nell’esistenza artistica di Michelangiolo, la presenza costante, ossessiva, quasi persecutoria dell’idea
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ipotizzare un evento che muta l’ordine già definito della composizione: lo stesso può dirsi della obliquazione, a proposito della quale il Guarini polemizza
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la sommità; da lontano, rientra e diventa soltanto un frontale, al di sopra del quale emerge, con tutta l’altezza del tamburo, la cupola. È una
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soltanto dalla verifica empirica della somiglianza oppure, ed è il caso più frequente, dal modo col quale l’opera risponde a determinate esigenze sociali
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) è un difetto, dal quale nessun maestro può andare esente: sicché, imitando la maniera, si imitano i difetti e non le qualità.
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personaggi di Gainsborough o di Reynolds è sempre possibile ricostruire un «progress», una lunga storia sociale attraverso la quale si sono formati quei
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parallelo a quello sul quale opera l’immaginazione di Reynolds allorché associa allegoricamente l’immagine di Garrick a quella, storico-mitologica, di Ercole
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per contrasto, può ricevere dal vicino: un consiglio del quale tanto Gainsborough che Reynolds, nei loro raffinati registri di toni caldi e freddi
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intellettualistica è compito specifico dell’arte, e in modo particolare della pittura: il «pittoresco» è il «new method» (Cozens) attraverso il quale una
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Shaftesbury, per il quale «l’artista non copia una cosa esterna, ma dà forma al suo slancio, attua il suo spirito e produce un essere nuovo». Allora la
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, al mondo dal quale si sottrae e al quale rinuncia? Indubbiamente, la teorica del «sublime» non è soltanto inglese, nasce dall’incontro con altre
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nella quale ogni tocco è scelto e deciso con una sicurezza e una giustezza straordinarie. Indipendentemente dal sentimento poetico che lo pervade
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può provocare ma dalla quale non deve lasciarsi sorprendere impreparato, il dovere morale dell’artista è di lavorare in tutta umiltà, anche se quel
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evidente, ma è difficile stabilire a quale dei due progetti spetti, cronologicamente, la precedenza: il nuovo contratto per la tomba è del luglio, i
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, nella crisi rivoluzionaria dalla quale sorse la nuova società europea. Certamente, nella storia della pittura europea, Goya ha avuto una funzione ben
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diventa terribilmente difficile in Blake, per il quale i tre termini non si associano ma tendono a compenetrarsi e identificarsi. La natura, per Blake, è un
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