Da Bramante a Canova
spazio e nel tempo della propria immaginazione. Saranno, in concreto, lo spazio e il tempo storici della città, di Roma. Facendo Roma si fa la Chiesa (in
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, così come avevano dovuto scegliere tra Raffaello e Michelangiolo; non hanno potuto fare a meno di accettare e rivivere nella propria coscienza
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riassunto coerentemente, nella propria visione, quella dei precedenti maestri, risolvendo in una larga sintesi formale la contraddizione tra la centralità
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propria sorgente luminosa, né molta luce ricevono dalle aperture basse e architravate: la volta è estremamente bassa, quasi un soffitto piano appena
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, affascinante casistica della relazione tra antico (come dato o documento) e moderno: come un grande musicista, che non riuscendo a mettere in scena la propria
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’attività autonoma, legata alla specificità della propria praxis, della tecnica della costruzione. È però significativo che, quando alla metà del secolo
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autoritario la propria immagine della città storico-monumentale a quella della città reale, che viene respinta al di là dei grandi spazi vuoti tra le grandi
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Cortona non può fare a meno di confrontare la propria all’opera architettonica delle due «anime grandi» antagoniste, il Bernini e il Borromini, è a
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morte l’artista potrebbe, per assurdo, compiere la propria opera.
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di realizzare in sé, e non più ricavandola dall’interno, la propria spazialità. Qui è l’ordine che determina il piano luminoso della fronte
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fusione dell’edificio nell’ambiente: al contrario, ciò che il Rainaldi ha voluto ottenere è una condizione di luce propria ed esclusiva della forma
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alla scienza di dimostrare o confutare l’esistenza di Dio? Come la scienza, la pittura ha in sé la propria verità: applicata a indagare e rivelarne un
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assume l’architettura classica come modello universale, giustifica il gotico perché conforme al gusto e alla moda del tempo, non dissimula la propria
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discende la propria.
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perché la pittura, nella prima concezione michelangiolesca, non ha una finalità estetica propria e, come imitazione della scultura, viene ricondotta sotto
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filosofica; ha ospitato artisti come Holbein e, poi, Van Dyck; ha veduto formarsi raccolte cospicue, come quella di Carlo I; ha uniformato la propria
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Quando il «criticismo», come attitudine generale dell'intelligenza, si concreta in vera e propria critica, questa deve porsi un oggetto: l’oggetto
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forma pura che nella chiarezza del proprio limite e nell’equilibrio della propria struttura renda manifesta, formale, una verità dommatica certa come la
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di Gainsborough). Ma l’imitazione non è, se non sotto certe gravi condizioni, imitazione della natura. Hogarth confessa senza rossore la propria
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gran frequentatore di teatri e afferma che la propria pittura non è altro che una sorta di teatro; Webb insiste sull’analogia di pittura e teatro e
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si vede nel quadro qualcosa di autonomo, con un’esistenza propria, capace di dar diletto anche indipendentemente dalle cose che rappresenta; da un
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siano di fatto immagini mentali, mnemoniche. Tessendo il proprio ordito coerente, sviluppando la propria trama di allacciamenti e rimandi, la mente
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della natura come realtà avente una propria, costante, sistematica struttura. Non essendo più pensata come creazione divina, e quindi eterna e immutabile
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desiderio di configurare la confusa e disordinata natura secondo quella «unity of character» che è propria della profonda naturalità umana. Non fosse un
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abbreviata. Si tratta dunque di una «intersezione» nel senso albertiano o, originariamente, brunelleschiano del termine; la fronte ha infatti una propria
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per attuarsi nell’ambito storico della società, accetta implicitamente tutti i rischi che una siffatta situazione comporta, paga la propria attualità
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sulla propria storia, e non già per trovare una soluzione, ma per scoprire il segno della contraddizione anche là dove tutto pareva chiaro come il
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giusto, Fuseli vede in Shakespeare, non già l’artista che rappresenta il mondo, ma l’artista che realizza nella propria opera l’esistenza del mondo
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è individuato, ed ora non potrà che agire se stesso, recitare la propria parte, né gli vale ricorrere alle astuzie più sottili e ai travestimenti più
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artefatta, dacché la funzione le ridà, su un altro piano, l’ambiguità, la doppiezza, l’inquietante pluralità di aspetti ch’è propria delle persone vive. È
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germe della propria fine. Fuseli, che non ha il puritanesimo freddo di Blake non teme di abbandonarsi alle soavi debolezze dei sensi e ai teneri
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’illuminismo italiano. Ma il Canova approfitta dell’occasione per dichiarare la propria avversione all’interpretazione tradizionale, arcadica, dei temi
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corrente lo «ideale» già identificato col classico dal Winckelmann, dal Sulzer, dal Mengs. Il gruppo statuario con cui il Canova dichiarava la propria scelta
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frontespizio la riproduzione a stampa dell’autoritratto del 1745, che era una vera e propria dichiarazione di poetica, la chiave di tutto il discorso. In
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nelle figure. La chiusura del sistema risolve tutte le relazioni nella logica della propria funzionalità, ma il momento delle relazioni multiple, infinite
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