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persuadersi che l’architetto era sicuro di potere, in un secondo tempo, seguitare i lavori nel transetto e nel coro, secondo il progetto. Quanto poi alla volta
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celebrazioni giubilari, non si sentisse più l’urgenza di completare il restauro. Ed è poi del tutto normale che, morto Innocenzo e succedutogli Alessandro VII
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grandi archi; e come poi le avesse chiuse, trasformandole in edicole a fondo piatto, integrate alla struttura del pilastro. Soltanto all’ultimo le «enuclea
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grandi arcate, collegando prospetticamente le due campate laterali; poi, quando serra il ritmo accostando le due paraste, assume come assi visuali le
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essenzialmente medievale della basilica lateranense può avere risuscitato, in uno spirito meditativo e critico come quello di Borromini (che Bernini e poi
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Già nella poetica del «Sublime», nata dall’interpretazione che di Michelangiolo si dà nel tardo Settecento, specialmente in Inghilterra, e poi più
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ricollega al passato, e precisamente ai Rinascimento, e dunque al principio, smarrito poi dal Manierismo e dal Barocco, di una tecnica costruttiva
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rituale e che, proprio perciò, era prediletta dagli architetti del Rinascimento e poi, come tema della ripresa dei grandi ideali costruttivi del
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della Sistina, come poi nella cappella Medicea, trasferisce contenuti ideologici e perfino spunti formali originariamente destinati alla tomba: quando
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soluzione, che poi si dimostra irrealizzabile e dà luogo alla trasformazione radicale del piano bramantesco ricostruita dal Forster non contraddice
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dello spazio; se ne ritrova la traccia nelle cappelle laterali la cui ampiezza va via via aumentando per poi nuovamente diminuire, nei diversi livelli
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, che siano corrispondenti fra loro, secondo che naturalmente hanno a stare, o prima, o poi, secondo che richiede la dipendenza di certe parole da certe
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non stesse ritraendo il gruppo infantile, è chiaro: non ci si mette alle spalle dei modelli per ritrarli di faccia, e poi è chiaro che il gruppo è
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scatto la testa verso i nuovi venuti, poi il gesto di stupore è stato cancellato per dar luogo a un’espressione pensosa, intenta. Quel movimento
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definitivamente l’impresa; poi decide di concludere il lavoro nel modo più sbrigativo, abbassandosi fino a ricalcare schemi tradizionali come quelli
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sue vaste idee» (T.I. cap. I). Vengono poi elencate (T.I. cap. I) dodici «arti che servono all’architettura.» e sono, manifestamente, altrettanti
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. Se poi si pensa alla diversa ma ugualmente impegnativa relazione dell’architettura del Bernini e del Borromini con lo spazio storico della città di
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A Stupinigi poi, nel casino di caccia, inventa una pianta a bracci diagonali incrociati, rotanti intorno al «luogo magnifico» del gran salone come
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del Vittone poi, non si associa al gusto del domestico, del quotidiano, dell’umoristico; ma all’idea nuova ai suoi tempi, della corrispondenza dell
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Carignano; ma poi dimentica di incorniciare il portale, di cui gli piace fare risaltare, nella facciata ornata, la nudità della funzione.
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contrabbando in Torino, città anfibia». La gente, però, che al principio «si burlava del di lui toscaneggiare, dopo alcun tempo avvistisi poi che egli
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cilindro a pilastri, da cui s’irradiano a palma le nervature apparenti della volta. Ma non è poi tanto bizzarra: a dirla tale rimarrebbe poi da spiegare come
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filosofica; ha ospitato artisti come Holbein e, poi, Van Dyck; ha veduto formarsi raccolte cospicue, come quella di Carlo I; ha uniformato la propria
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ogni caso, poi, il ritratto, non coinvolgendo alcuna tematica religiosa, è oggetto di libera critica; e di una critica che, implichi o non principi
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Quando la domanda, poi, se la pone Hogarth, la risposta è quella che può uscire da una mentalità non soltanto borghese, ma mercantile: il
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prezzo di molto superiore al suo valore. Né poi è detto che le scuole più celebrate, i maestri più famosi siano senz’altro, e per sempre, le vette
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della critica artistica inglese non può essere, e s’è in parte già visto, che la situazione artistica europea. Se poi si pensa al fondamento e alla
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stabilmente, o per lunghi periodi, a Londra. Dal punto di vista ideologico poi, se l’arte italiana e francese era una grossa bugia, la pittura olandese
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» e poi, nell’Ottocento, con Ruskin, il pensiero critico inglese riabiliterà, ma ormai in senso romantico, il concetto di ispirazione. Ammettiamo pure
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escludere che l’istantanea di un episodio offra una rappresentazione soddisfacente di una situazione sociale, senza dir poi che quella rappresentazione
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e varietà. Se poi si riflette che le idee e le immagini sono veri e propri oggetti, con un’esistenza e una situazione definite, se ne deduce che il
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dei casi umani, la separa poi da questi contenuti e la pone come astratto principio formale, così Webb separa quel ritmo lineare e il chiaroscuro
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si trova nel quadro ha una sua ragion d’essere e, prima o poi, sarà «di scena». In un ritratto di Gainsborough, il tratto di: paese che sfuma nel fondo
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sarebbe se non la materializzazione e la verifica. Come la forma non è qualcosa che si deduce, ma si raggiunge, così lo spazio (che poi è ancora la forma
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, e poi supporre di collocarsi all’interno di quei gusci, si da non poter più concepire l’oggetto secondo un unico contorno, ma come un gomitolo di
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poi un paradosso, se si pensa che l’agir spontaneo e naturale, secondo un retto e quasi istintivo discernimento di ciò ch’è buono o bello, è virtù
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Come tanti altri inglesi, Blake si esalta per la rivoluzione, e poi se ne ritrae sgomento: e non si dica che si esalta per l’affermazione dei diritti
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poemi: voleva cioè che il libro, come tale, fosse un oggetto d’arte. Ma, come poi in Ruskin e in Morris, questo artigianato «intellettuale» non è
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vuole assolutamente distinti. Ma non si può evocare l’argomento antico del naturalismo senza poi trarne le conseguenze: come sempre, il tema del
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allora che si apre il compromesso, che si chiamerà poi vittoriano; è allora che l’acre interesse sociale di un Hogarth si spegne nell’aneddotismo di un
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paralleli, sicché l’antico significato può leggersi soltanto, come per trasparenza, nella deformazione del nuovo, che poi non è se non la revoca in
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geometria segreta, sono armoniosi e convulsi come quelli di un setto: forse (e qui Blake avrebbe gravemente annuito) il sublime umano non è poi tanto
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in musica, ma nel demitizzare (tecnicizzandolo) il soggetto mitologico per risalire poi dall’inadorna oggettività del fatto ad una astratta, «ideale
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’Inverno del Bonazza, poi, è un tipico esempio, tra i molti, di allegoria non concettuale, e sviluppata al livello del «genere»: la figura «di costume
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