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Da Bramante a Canova

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Argan, Giulio 35 occorrenze

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concreto, San Pietro) e facendo la Chiesa si pone tra la terra e il cielo una struttura prospettica e praticabile, una «scala regia». Tutte le idee

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della lunga navata e della facciata, il più sublime dei suoi pensieri architettonici, l’unità plastica di San Pietro. Anche il culto michelangiolesco del

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Laterano, la ricostruzione di San Pietro, almeno per quanto riguardava il corpo della basilica, era appena terminata. L’ultimo atto della lunghissima

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La ricostruzione di San Pietro e il restauro di San Giovanni rientrano ovviamente nel medesimo largo programma cli ripristino dei massimi monumenti

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Che la ricostruzione di San Pietro non potesse costituire un modello per il restauro di San Giovanni, si spiega anche con fondate ragioni religiose e

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San Pietro, La basilica lateranense, anche per la sua storia connessa a quella che si riteneva la lunga parentesi dei secoli «oscuri», non potrà mai

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originaria di San Pietro, con il culto di Borromini per Michelangiolo, a cui pure risaliva in gran parte la responsabilità della soluzione centrale? Era

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, non potendosi inibire ai pellegrini (e furono, nel 1650, più di settecentomila) la visita di quella che era, dopo San Pietro, la più insigne e

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creato, come natura e come storia), che avevano trovato espressione monumentale nell’assetto berniniano di San Pietro e, in primo luogo, l’interesse del

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gigantesche ed enfaticamente atteggiate, come quelle dei pilastri della tribuna di San Pietro. I precedenti disegni dimostrano come Borromini avesse

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Pietro da Cortona era pittore ed architetto, il Bernini architetto e scultore, il Borromini soltanto architetto. Tra questi tre maestri si dibatte

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Si può dire lo stesso dell’architettura. Come architetto, Pietro da Cortona opera sempre in una situazione data, e la interpreta ricercando in essa i

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recupero cinquecentesco dai progetti per San Giovanni dei Fiorentini e perfino al piano bramantesco per San Pietro, in realtà c’è una differenza

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poco il Bernini, in Sant’Andrea), il tempietto di San Pietro in Montorio: a questa data, il tipo del tempietto bramantesco è già diventato paradimmatico

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. In un momento in cui al centro della problematica urbanistica romana è il tema della piazza dominata dagli edifici del culto (piazza San Pietro

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in San Pietro in Vincoli.

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tecnica universale, ad una «architettura perennis». È solo con Pietro da Cortona, e con la sua revisione veramente critica del lascito formale del

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combinare i due sistemi (si pensi all’aggiunzione della nave maderniana al santuario centrale di Michelangiolo in S. Pietro), riducendoli così a una

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avente, dentro il basamento, un sacello funerario ellittico. Lo si sarebbe voluto collocare nel coro di San Pietro, incominciato a costruire dal

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scorcio delle ali prospettiche. È chiaro che qui il Rainaldi ha presenti due soluzioni recenti di Pietro da Cortona: la facciata di S. Maria della

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S. Pietro), assume come forma-base la colonna, disegna la cupola, gli archi, le cornici con quella castigata purezza, che gli merita l’indulgenza, se

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su di essa, con trasparente allegoria, il Bernini imposta la soluzione architettonica di piazza S. Pietro. Ma è anche chiaro che, se le colonne

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è insieme architettura e scultura. È provato che l’idea di ricostruire San Pietro in forme monumentali, anzi di farne il grande modello dell

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Il progetto del 1513 presenta, rispetto a quello del 1505, modificazioni sostanziali. Poiché la tomba non sarà più al centro di San Pietro, cade la

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tomba in San Pietro in Vincoli: nella quale, tuttavia, un osservatore sottile come il Tolnay ha ancora potuto rintracciare, nell’organizzazione

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cappella Paolina: la Caduta di Sara Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Sappiamo, da una preziosa testimonianza di Vittoria Colonna, che queste due

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anche in questo un vago ricordo del Bernini, che in san Pietro aveva preso un baldacchino da processione e ne aveva fatto un ciborio monumentale.

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. In ogni caso il barocco di Carignano e il puntiglioso, aggrondato neoclassico del San Pietro a Ginevra non sono, nella storia dell’Alfieri, due fasi

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Il è anche la tomba del primo pontefice, san Pietro ( il tema del «parallelo» è tipicamente neoplatonico: nel 1481 il Botticelli aveva raffigurato

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prima il Bramante aveva cercato di determinare, nel tempietto rotondo di San Pietro in Montorio, il tipo o il modello del monumento puramente

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San Pietro, non esita a tornare alla idea bramantesca della costruzione centrale. Il suo giudizio è preciso: «lui [Bramante] pose la prima pietra di San

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Pietro è legata all’idea di «monumento» lanciata col primo progetto della tomba, è facile rispondere alla terza domanda. Quando, con la soluzione puramente

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Nel gruppo marmoreo che Antonio Canova, poco più che ventenne, scolpì a Venezia per il senatore Pietro Pisani ed espose alla Sensa del 1779, Dedalo

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secolo di riforme culturali: in pittura, si comincia con la riforma del Piazzetta e si seguita con quelle del Canaletto (la veduta oggettiva) e di Pietro

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viaggio e del primo soggiorno a Roma): aveva sotto gli occhi, a Venezia, i «soggetti moderni» di Pietro Longhi, in gran parte ispirati dallo Hogarth. Non

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