Da Bramante a Canova
. Grazie all’immaginazione e alla sua tecnica cadranno le barriere tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere: gli uomini vivranno felici nello
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pressioni dall’esterno: premente come quello di Michelangiolo, formante come quello del Greco, ma nello stesso tempo lucido e deludente come una dimostrazione
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la membratura nello spazio, fa entrare lo spazio nelle membrature svuotare, il cui significato si riduce ormai al filo luminoso degli spigoli
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siffatta; infatti, quanto più s’addentrano nello studio dei singoli monumenti e riconoscono la dubbia attendibilità di Vitruvio, tanto più la
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e dalla distribuzione degli elementi portanti nello spazio. Ma già sul finire del Cinquecento si affaccia una tecnica nuova, che tiene largamente
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Il primo progetto, del 1505, è un mausoleo, cioè un organismo plastico-architettonico isolato nello spazio, degradante verso l’alto con tre piani, e
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nello spazio chiuso e ristretto un motivo palesemente «esterno».
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alla regina, l’Infanta irrompe nello studio (la porta, laggiù, è rimasta aperta) con la sua piccola corte di ragazzine, nani e mastini. Che il pittore
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ispirazione, distoglie lo sguardo. Il ritratto nello specchio (sì tratti del dipinto o dei personaggi in posa) è un ritratto convenzionale, con le due
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Come parlare di realismo (e per Velázquez non può farsene a meno) se i modelli voltano le spalle al pittore? Bisognerebbe supporre che nello studio
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El Greco tende, fino a spezzarla, la relazione tra figure e spazio. Nello spazio, uomini e angeli s’allungano, s’avvitano, galleggiano come vapori
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ragione di concepirla come un organismo plastico e costruttivo autonomo. Non essendo più libera nello spazio, non ha più uno spazio interno; conserva
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; e, nello stesso trattato, si deduce ex silentio dalla mancanza di ogni interesse per le questioni di statica e di tecnica costruttive, che vengono
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, della ubicazione dell’edificio: per definirne la situazione nello spazio si rifà addirittura all’astronomia, alle sfere celesti, agli «angoli del
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’architettura è arte adulatrice. Ma se non si conosce la radice del diletto che l’architettura provoca nello spettatore, perché scrivere un trattato in cinque
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guariniana dell’architettura continua nello spazio continuo porti necessariamente alla più profonda delle «metamorfosi del Barocco»: quella della forma
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nello spazio. Ma se la forma architettonica è, per ipotesi, sensibile ad un evento, è chiaro che essa è pensata non soltanto come stante, ma come
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essere della natura; appartiene ad un ordine nettamente diverso, umano e sociale. Il piacere che suscita nello spettatore è semplicemente il piacere che si
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oggettivazione conoscitiva, tra Provvidenza e devozione. Proprio per questa lucida coscienza delle straordinarie possibilità e, nello stesso tempo, degli
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situazioni della Poetica aristotelica, e dunque adempie alla necessità di fare concorrere nello scioglimento finale fatti che accadono nello stesso tempo in
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della casa regnante, simbolo dello Stato, e nello stesso tempo metta un accento classico sull’orizzonte urbano familiare dei colli torinesi. Il monumento
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architettonico. Nel perfetto equilibrio delle parti, nell’assoluta plasticità di tutti gli elementi, nello sviluppo della composizione modulare il tempietto
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nello spazio, è ampliato perché sono aumentate le dimensioni e il numero delle statue. L’abbandono stesso del tema classico apre molte possibilità: un
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visione così ristretta, fulminata nel raggio d’un riflettore, e nello stesso tempo così vivida, così simile a quello che oggi chiamiamo un fotogramma non
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scultura la propone il Canova, e non consiste soltanto nello stare ai fatti e nel dire in limpida prosa quello che altri avrebbero cantato in versi e
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sforzo della trazione del filo; e il cedere e, nello stesso tempo, l’irrigidirsi e il resistere del ragazzo. La testa arrovesciata, indicando il distacco
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generalmente significato d’attributo: come, per esempio, lo scaldino, la lanterna e il soffietto nello Inverno del Bonazza. L’attributo è una connotazione
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senza distacco il reale nell’immaginario, ma che si rivela nello sbattimento dei veli pieni di vento, nel palpitare delle carni sazie di luce. Per il
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