Da Bramante a Canova
Quando, nel 1646, Innocenzo X incarico Francesco Borromini di restaurare, per l’ormai vicino Giubileo del 1650, la chiesa-madre di San Giovanni in
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il monumentum, nel senso che questo termine aveva nell’antichità di edificio aere perennius, commemorativo e rappresentativo ad un tempo. Non possono
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Non sorprende che, nel corso dei lavori, il progetto borrominiano abbia subito drastiche decurtazioni: la chiesa doveva essere pronta per il Giubileo
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transetto, della tribuna e della volta della navata con il proposito di condurli a termine più tardi; 3) che, passata la festa e morto nel '55
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Se la grande novità consiste nell’adattare un edificio antichissimo e di eccezionale prestigio ad un’occasione attualissima, e nel farlo ricorrendo
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delle orizzontali. Ci dà, insomma, il restauro o la conservazione in atto: nel senso testuale di «tener su» e in quello traslato o simbolico della Chiesa
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Caravaggio sosteneva che non v’è maggior difficoltà e merito nel dipingere figure che frutta o fiori; Borromini sembra voler dimostrare che l
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Già nella poetica del «Sublime», nata dall’interpretazione che di Michelangiolo si dà nel tardo Settecento, specialmente in Inghilterra, e poi più
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’elezione al di là della vita; e poiché il cielo implica la morte fisica, l’esistenza spirituale è quella che si vive nella contemplazione e nel
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In realtà il processo storico, anche dal punto di vista della tecnica costruttiva, è continuo. Nel Rinascimento e, tipicamente, nel Bramante, si ha
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Prima di disegnare, nel 1657, il progetto di Campitelli, il Rainaldi aveva lavorato col padre, Girolamo, alla costruzione di S. Agnese in piazza
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Tutto il progetto subisce però, nel giro di pochi anni (la costruzione fu iniziata nel 1662), una trasformazione radicale: e la trasformazione è
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sviluppa l’ambiente nel senso della profondità, anche il perimetro, già ellittico, del vano maggiore si trasforma: ma non, come parrebbe ovvio, nel senso
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Pace, iniziata nel ’56, che sviluppa il tema del portico in curva, e quella di S, Maria in via Lata, iniziata nel ’58, nella quale la superficie include
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storia». Ma questo superamento non si compie nel senso del «genere», benché di un’architettura di «genere» non manchino esempi nella seconda metà del
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base della cultura neoplatonica di Michelangiolo. Le figure alternate di Vittorie e di Schiavi, nel primo ordine, rendevano manifesta, ad un tempo, l
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appena entrato. Uno specchio, nel fondo, riflette non si sa bene se Filippo IV e Marianna d’Austria in posa oppure il dipinto in cui sono ritratti
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un’idea nuova dell’opera dominio e schiavitù». E l’idea nuova, nel progetto che pure ricalca un vecchio schema, consiste nell’accentuare la
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si mette al servizio dell’autorità che, come Chiesa o come Stato, rappresenta nel mondo la volontà divina. Nel Trattato, l’architettura sacra o
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L’opera dell’architetto si conclude con la stesura del progetto. Nel IV capitolo del primo trattato è detto esplicitamente che i soli strumenti dell
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mondo» (T. II, cap. IV). In ogni caso, come spiega nel V trattato, la geometria gli permetterà sempre di trasformate una superficie in un’altra
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sviluppata sull’asse di simmetria della platea, prolungando così nel possibile prospettico lo spazio reale in cui sono gli spettatori; la veduta angolare con
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’attitudine sociale della natura. Nell’arte e nella vita il segreto del successo (un termine che diventa importantissimo) sta nel vivere con naturalezza entro
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avere il suo timbro, il più limpido: perciò, nel Juvarra, la tessitura è barocca, o rococò, e le singole forme, emergendo una per una dal tessuto
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In fatto di planimetria, gli fa da guida il Guarini. Un ottimo, recentissimo libro di Mario Passanti (Nel mondo magico di Guarino Guarini. Toso
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nel suo spazio ambientale basta tirarla per largo o per lungo, senza cambiare nulla. Anche questo era, all’origine, un artificio scenico del Juvarra
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La lunga via di Po, la più neoclassica prospettiva di Torino, era già stata tracciata, nel tardo Seicento, da Carlo Emanuele II; ma è l’urbanistica
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’Inghilterra non la possedeva. Aveva avuto, certamente, una parte non trascurabile nel «modo gotico»: ma quando l’unità culturale del Medioevo s’era
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Inoltre, se nel Cinquecento e nel Seicento l’Inghilterra non ha avuto una grande arte, ha avuto una grande letteratura e una elevata scuola
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tradizione figurativa è una condizione di inferiorità culturale, e si decide di porvi rimedio; già nel 1749 Hogarth fonda una pubblica scuola di pittura
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Le circostanze esterne che, per tutto il Seicento, limitano la figurazione ai temi civili, non mutano sostanzialmente nel corso del Settecento
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: e non nel senso di autografa distinta da copia, ma nel senso parallelo, e più elevato, di schiettezza d’espressione pittorica. S’aggiunga che la
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prima il Bramante aveva cercato di determinare, nel tempietto rotondo di San Pietro in Montorio, il tipo o il modello del monumento puramente
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forma per servirsene ai propri fini, questa pittura ha le sue origini o i suoi precedenti nella letteratura e nel teatro molto più che nella
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termine che, nel linguaggio filosofico inglese, aveva già avuto, prima che Hogarth, lo applicasse alla pittura, una definizione precisa. Hobbes definisce
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si vede nel quadro qualcosa di autonomo, con un’esistenza propria, capace di dar diletto anche indipendentemente dalle cose che rappresenta; da un
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pone come fatto di validità generale, è un insieme di intuizioni elaborate dagli individui nel corso di un’esperienza sociale. Il «pittoresco» sarà un
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La prima teorizzazione di questa spazialità pittorica sarà tracciata, nel 1759, dal Cozens; e sviluppata dai teorici del «pittoresco» con una
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proprio nel momento in cui si ricomincia a parlare di pittura «di storia», anche come superamento della pittura di Hogarth, ormai considerata come
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convenzioni, a renderlo naturale, a permettergli di vivere e muoversi nella società con la stessa spontaneità e lo stesso agio di chi vive e si muove nel
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Nel primo progetto i termini del problema sono ancora la scultura e l’architettura nella sintesi storico-ideologica del monumento. Nel progetto del
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Ora che la critica si è disgiunta dalla pittura e ha individuato il suo obbiettivo polemico nel conflitto sociale tra l’artigianato declinante e l
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Fuseli, ch’era stato scolaro del Reynolds nel ’64 e gli era rispettosamente amico, deve aver avuto una parte non piccola nel deciderlo al passo
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classicismo astorico, irrecuperabile, alto nel cielo come una falce di luna nella notte della moderna barbarie; e non ha canoni né modelli ma sopravvive nel
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good-natured men che furono Reynolds e il dottor Johnson e, nel fondo, sempre fedele ai grandi temi ideologici dell’Illuminismo. È vero che lo
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troppo imbrogliata, la matassa dell’intreccio per mettere a fuoco il nucleo drammatico, dove le situazioni si stringono nel dialogo serrato, addirittura
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corporazioni artigiane; nel teatro, c’è la riforma del Goldoni. Più che innovazione radicale, ciascuna di queste riforme voleva essere revisione critica
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aveva neppur bisogno di leggere il trattato (The Analysis of Beauty, 1753), tradotto e pubblicato in italiano nel 1771: gli bastava osservare nel
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volume chiuso del blocco. Ma il blocco non c’è più, c’è soltanto il volume: la materia si è come ritratta nel fondo, oggettivandosi e idealizzandosi
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La linea retta nel gruppo canoviano è una linea funzionale, la corda di trasmissione di un sistema cli forze combinate; ed è un oggetto reale, ma un
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