Da Bramante a Canova
Può sembrare strano, ma la tecnica che si farà strada in Europa non sarà la tecnica berniniana possibile, bensì la tecnica borrominiana dell
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chimerica ma non può negare che la tecnica, ciò nonostante, la realizzi. A sua volta la fantasia non è affatto più libera, ma più rigorosa dell’immaginazione
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di un millennio con la storia del papato; ma non può ripetere il privilegio simbolico-rappresentativo, quasi carismatico, ormai per sempre legato a
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intenzioni irrealizzate del quale possono tutt’al più scaricarlo, per riversarla sul papa, della responsabilità o della colpa dell’insuccesso. Ma sarebbe il
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panacea di tutte le eresie, ma stranamente s’intreccia con una vena già arcadica o quanto meno poussiniana di cultura classica, molto lontana dalla
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, il Palladio, Michelangiolo, il Vignola. Ma non credo che si possa parlare di un ritorno programmatico; si tratta piuttosto della raccolta di un
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pensiero della morte come dimensione indefinita, ma non per questo meno reale, dell’esistenza: le cose che si fanno rimangono qui, nel mondo, ma hanno in
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, sono i caratteri salienti della poetica di Michelangiolo e, dopo di lui, delle poetiche del «genio» o del furor. Ma questi motivi non nascono da un
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distribuzione spaziale: una simmetria raggiata e quindi una «perspectiva communis il primo, ma simmetria bilaterale e un ordinamento in profondità
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Rossellino e rimasto incompiuto. Al compimento del coro si oppongono difficoltà obbiettive, ma si pensa di risolverle ingrandendo il programma e cioè
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Per la prima volta il principio barocco dell’arte come persuasione è applicato all’architettura. Ma la devozione è soltanto l’occasione, non l
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storia». Ma questo superamento non si compie nel senso del «genere», benché di un’architettura di «genere» non manchino esempi nella seconda metà del
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contiene anch’esso (e non è il solo) una dichiarazione di poetica. Le Filatrici sono, in realtà, Pallade e Aracne; ma anche, propone Tolnay, le tre
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spunto parodistico, ma senza ironia; e basta a farci capire che al pittore non interessa la grazia o l’innocenza infantile ma, moltissimo, i riflessi
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: soltanto che per Vermeer la pittura è il quadro, per Velázquez il pittore. Ma l’ipotesi dello specchio non regge: la ripresa visiva è diretta, la
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morale ma in nome della pittura, Di cui afferma il valore autonomo, positivo, intrasferibile. Nell’Adorazione (i quadri di soggetto religioso sono
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invece uno sviluppo volumetrico, ma su tre lati soltanto, mentre il quarto si addossa e rientra nella parete. La tomba si riaccosta così alla
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» di chi la percepisce. Il processo matematico è implicito, ma non viene «espresso» dal fenomeno. Il Guarini è troppo filosofo per non sapere che l
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e rappresentazione della forma del mondo. La matematica non è più la logica del creato, ma il processo, l’operazione rigorosa del pensiero umano. L
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È logico, se la forma è effetto non può essere causa; la causa o la generatrice della forma è qualcosa che non è ancora forma, ma seme o radice
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Questo interesse alla realtà sociale si può spiegare con la posizione religiosa del Guarini: intransigente sul punto del dogma, ma aperto e
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come rappresentazione, il Guarini non può non dedurne che un’architettura tutta fenomeno è un’architettura tutta ornato. Dà piacere alla vista, ma è
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scelta critica; ma non si tratta neppure di capriccioso esotismo. Sono puri remi che vengono orchestrati sapendo perfettamente che l’importante non è il
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Roma ha il Belli; il Piemonte, mezzo secolo prima, Bernardo Antonio Vittone, e non è un poeta ma un architetto. Dialettale, ma l’attributo qualifica
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paraboliche e di orbite eccentriche, come nelle sfere rotanti nell’empireo secondo leggi difficili ma irrefragabili: un piccolo errore ed è la fine, il crollo
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, che forse sarebbe più giusto chiamare trovate felici, ma che, nel loro insieme fanno discorso e linguaggio. Tra i più vivaci e coloriti dell
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. Ammiratore ed erede del Juvarra, certo; ma per intendere di che pasta fosse fatto basta guardare il campanile di San Gaudenzio a Novara: di stretta
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’Inghilterra non la possedeva. Aveva avuto, certamente, una parte non trascurabile nel «modo gotico»: ma quando l’unità culturale del Medioevo s’era
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vero che anche la scolastica assegna all’arte un fine educativo: ma si tratta di un’educazione religiosa, i cui effetti si estendono automaticamente
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satira sociale. Ma, se lo si metta in rapporto con la teorizzazione critica di Richardson, si vedrà facilmente come la critica sociale si trasformi in
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, e si capisce, parlano dell’Italia e della sua grande tradizione formale; ma per molto tempo almeno, l’Italia è soltanto l’insegna di un gusto. È il
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Ma, a non voler ricadere nell’aneddotismo sbrigativo che s’imputava agli olandesi, bisognava pure riproporre il problema dei contenuti, e dunque
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» e poi, nell’Ottocento, con Ruskin, il pensiero critico inglese riabiliterà, ma ormai in senso romantico, il concetto di ispirazione. Ammettiamo pure
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Con il concetto d’ispirazione non cade soltanto l’idea della fondamentale religiosità dell’arte, ma anche quella del suo necessario rapporto con la
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sarebbero più il necessario complemento dei pieni, ma soltanto vuoti di memoria, delle ingiustificabili e deplorevoli assenze. Nulla deve rimanere
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sarebbe se non la materializzazione e la verifica. Come la forma non è qualcosa che si deduce, ma si raggiunge, così lo spazio (che poi è ancora la forma
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di ritrovare quell’immagine mentale nel vero, di poterla identificare con un oggetto, di incontrare se stesso nella natura. Ma già Hogarth s’era posto
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tipica della natura. Ma la differenza è che il giardino italiano nasce dalla presunzione che la natura celi, sotto la varietà e l’incostanza dei suoi
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sceglie il meglio mediante un procedimento critico. Il genio-gusto non è soltanto dell’artista, ma di chiunque abbia ricevuto una certa educazione: e se
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Contatto con Dio: ma come si prepara, come si giustifica, come si raggiunge questo incontro provocatorio e inevitabilmente blasfemo? Come si
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coscienti e partecipi di quel travaglio storico e sociale, non meno di Turner quando dipingeva (lui paesista, ma persuaso che la pittura di paesaggio
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natura, che non è la grande creazione ma il fatale errore di Dio; rifiuta la pittura, nella concretezza delle sue immagini e nella sostanza dei suoi
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pittura inglese; ma, senza l’esperienza critica della pittura inglese, difficilmente la pittura europea avrebbe potuto rinnovarsi, come si rinnovo
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Avrebbe potuto essere, quella pittura, il primo atto dell’arte moderna; ma ne rimane tuttavia una fonte, e la fonte essenziale. Come tale, crediamo
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comunicazione il divino e l’umano, e non attraverso l’ovvia veracità o la «collective Idea» della natura (Lectures, I, 1801), ma attraverso la funzione
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Bellezza ed espressione, intendendo con espressione l’ideale ultimo del Sublime, sono valori distinti; ma «solo l’espressione può dare al bello il
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del reale non è più affidata alla rappresentazione delle forme dipendenti dalle leggi rivelate, ma dall’indagine metodica dei fenomeni. La religione
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La linea ondulata è divagante e digressiva, intreccia relazioni tra le cose, ma non le individua e definisce. Non soltanto segue i diversi percorsi
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La linea retta nel gruppo canoviano è una linea funzionale, la corda di trasmissione di un sistema cli forze combinate; ed è un oggetto reale, ma un
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e lasciano il vuoto in mezzo; ma il filo teso, nella sua triplice qualità di linea- forma-oggetto, chiude ì1 sistema e ricostruisce idealmente il
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