Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Da Bramante a Canova

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Argan, Giulio 43 occorrenze

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etica, come produttrice di valori, competono ancora all’arte. Il Bernini le esercita da sovrano assoluto e da grande stratega. Se non avesse incontrato

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essere un monumento antico e rinato: rimarrà una grande chiesa, carica di venerate memorie e dotata di singolarissimi privilegi, ma idealmente e

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Virgilio Spada, elemosiniere segreto di Innocenzo e grande amico e consigliere di Borromini. D’altra parte, basta osservare come le pareti della navata

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Se la grande novità consiste nell’adattare un edificio antichissimo e di eccezionale prestigio ad un’occasione attualissima, e nel farlo ricorrendo

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il senso compiuto di una grande sala fiancheggiata da gallerie o deambulatori, le due pareti non potevano che valere come schermi o diaframmi

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prendono luce anche dalle arcate della grande navata. L’architetto evita tuttavia di scandire strutturalmente questi vani più ampi e più angusti, più

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, affascinante casistica della relazione tra antico (come dato o documento) e moderno: come un grande musicista, che non riuscendo a mettere in scena la propria

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fallimento della grande impresa, abbia cercato di creare nelle navate minori, più conformi al suo disegno, altrettanti punti di vivo interesse, che

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tutta infiorata: insinuano nel trionfo del bello «naturale» — i fiori, la luce, il grande spazio — la nota malinconica di un altro bello, spirituale

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Bernini), gli rimproverasse di non avere «l’anima grande», confessa che il suo solo rammarico è di «non aver saputo più nella professione della pittura

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che la dislocazione di elementi portanti nel vano dell’edificio, è indubbiamente la prima, grande invenzione del Cortona; ma è facile osservare che l

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grande tamburo, in uno spazio tutto aria e luce, dove i volumi sono come sottratti alla gravità, alla concretezza materiale del loro essere; e che le

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, tracce, frammenti della grande opera «segreta», che seguita a crescere dentro e non vedrà mai la luce. L’arte è la totalità dell’esistenza o dell

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Pietro da Cortona, mi sembra rivelare, e naturalmente come tratto positivo e originale della sua personalità, proprio la sua anima «non grande» o

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altre. Solo se l’intenzionalità dell’artista sia fermamente, ma invano, rivolta al compimento della grande opera ha luogo lo scacco e con esso la

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costruzione esisteva una chiesa più antica, cui era legata una speciale devozione: ogni anno, in carnevale, vi si esponeva con grande solennità il Sacramento, a

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lasciare in grande evidenza, come elemento essenziale, la cupola. Era dunque ancora, come la facciata cortonesca di S. Luca, un organismo plastico. Come

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dell’intera basilica, in forma di croce greca, con una grande cupola centrale e quattro minori. Fino a questo momento il centro ideale della

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storico come valore universale, è una creazione tipica dell’antichità classica: il mausoleo del pontefice, celebrando una grande figura storica ed

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di grande ancona a nicchia con la Madonna e il Bambino entro una mandorla — sono d’ispirazione tipicamente cristiana. È vero che la trasformazione è

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palazzo Madama, al di là della facciata svuotata dalle immense finestre ad arco c’è il grande vano dello scalone d’onore e della galleria delle feste

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grande inventore, chi lo nega?, ma non si vive di allegorie e, fuor di metafora, la ruota della Fortuna non è molto diversa da quella di un carretto

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Madama; e ha il garbo d’una sinfonia d’opera classica suonata in piazza dalla banda della guarnigione. I temi della grande architettura urbana sono

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’Italia, i più gravi impegni politici. Benedetto non ha nulla di grande: come lo descrive il sublime nipote, è un buon uomo innamorato degli studi, al

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e di una sintassi architettoniche italiane, e non più piemontesi, trova una giustificazione e scopre una finalità che il grande nipote non riconobbe

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dell’Alfieri che la innesta al centro politico e la mette in valore. Sarà questa, com’è noto, la grande direttrice dello sviluppo urbanistico di Torino

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Quando le «teste rotonde» proibirono le immagini sacre e scialbarono le pareti delle chiese, non distrussero una grande tradizione figurativa: l

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Inoltre, se nel Cinquecento e nel Seicento l’Inghilterra non ha avuto una grande arte, ha avuto una grande letteratura e una elevata scuola

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; ancora nel 1773, quando ormai l’Inghilterra possiede una grande pittura, il vescovo di Londra, dr. Terrick, oppone un reciso «non possumus» alla proposta

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, e si capisce, parlano dell’Italia e della sua grande tradizione formale; ma per molto tempo almeno, l’Italia è soltanto l’insegna di un gusto. È il

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e vera contro la grande e falsa maniera, In se stessa, questa schematica discriminazione di opposte tendenze non era una novità critica: già nei

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. Ma anche il grande Garrick sarà incerto (e così lo ritrarrà Reynolds, come Ercole al bivio) tra tragedia e commedia; e Hogarth, osserva acutamente il

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Come agisce, posta a contatto con la grande maniera, la povera verità, la morale spicciola, la cronaca trita degli olandesi? Al gusto italianizzante

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grande chiesa come un organismo plastico unitario, quasi un’immensa scultura in cui la figura scompare per lasciare in vista soltanto le linee di forza

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grande prontezza di notazione e di esecuzione; non è artigianale, non dà luogo a oggetti vistosi e decorativi, ma traduce immediatamente un’attività

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, dimentichi di quella società inglese che ora stava giocando, sui campi di battaglia e sul mare, la sua grande partita europea. L’uno e l’altro sono

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natura, che non è la grande creazione ma il fatale errore di Dio; rifiuta la pittura, nella concretezza delle sue immagini e nella sostanza dei suoi

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La grande stagione della pittura inglese può dunque considerarsi conclusa alla metà dell’Ottocento, con la morte di Turner. Ma è significativo che

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»), come fu artista, benché non grande, Morris; e che l’uno e l’altro, quasi seguitando o riprendendo gli intenti della critica settecentesca, mirarono a

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restituirle in qualche modo il senso del sacro, lo spirito di verità e di umiltà che ha perduto nella grande avventura economica dell’industria. Così

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, da parte di Ruskin e dei Preraffaelliti, di restituire all’arte una Finalità religiosa, ma la grande pittura europea dell’Ottocento e moderna non

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operazione manuale, ma modo integrale di operazione artistica. La grande idea di Fuseli è infatti l’unità sostanziale (e non più la relazione analogica barocca

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Uno dei personaggi che ha più direttamente influito sulla cultura e sul costume inglese del Settecento fu un grande interprete di Shakespeare, David

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