Da Bramante a Canova
pienamente raggiunto, l’opera è sempre non-finita perché il percorso è la vita e la vita non si compie che con l’esperienza ultima della morte.
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che sia invenzione e scoperta, esperienza maturata nel tempo e da portare innanzi con larga ed accogliente coerenza; crede a una tecnica ricerca
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’esperienza; l’accento assiologico senza orizzonte sarebbe direzionalità astratta, senza alcuna presa sul reale. Non sarebbe spazio, e non sarebbe coscienza
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’esperienza, ma l’esperienza non sarà totale finché non comprenda anche, e realmente vissuta, l’esperienza ultima e risolutiva della morte: soltanto dopo la
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sé l’esperienza vissuta della morte, l’incompiutezza dipende dal fatto che, nella prospettiva umana, la morte si dà come virtualità, prefigurazione
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Ricerca senza fine, pensiero e presenza costanti della morte, inevitabile scacco dell’esperienza e in primo luogo dell’esperienza storica, l’antico
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pur cercato di tradurre in un sistema di regole l’esperienza storica dell’antico, riescono soltanto a dimostrare l’impossibilità di una codificazione
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la profondità prospettica di un portico e di una loggia. Se si pensa che quest’ultima soluzione derivava al Cortona dall’esperienza veneta e
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limiti, evita ogni allusione, non ha significati traslati, cangianti, eventuali. La pittura è il processo che distilla e spiega il senso dell’esperienza
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mutamento strutturale e formale, è fondamentale l’esperienza compiuta dall’artista con la decorazione a fresco della volta della Sistina negli anni
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un’architettura civile o mondana. Ed anche questo, non meno della separazione della tecnica dall’esperienza e della sua identificazione alla scienza
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«conversione» e il «martirio». Infatti, nella nuova prospettiva ascetica, non può esservi vita religiosa senza .«martirio», cioè senza l’esperienza
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ragiona su. Collocata al suo posto in un’ormai matura esperienza costruttiva, la bizzarria della chiesa di Carignano appare come lo sviluppo logico del
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campo aperto all’esperienza o come chiuso ricetto dei significati allegorici, non può interessare la cultura artistica inglese: una persona umana è un
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operativi dei quali, ovviamente, «virtuosi» e «amatori» non possono avere esperienza di sorta. Ma altro è lo «amatore» altro è il «conoscitore»: costui
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soprannaturale, ma si forma con l’educazione, anche il genio si forma e matura nell’esperienza (disc. VII).
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, in linea teorica, sostiene che la natura è il generale e non il particolare, concetto dedotto dall’esperienza e non esperienza flagrante: tant’è vero
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pone come fatto di validità generale, è un insieme di intuizioni elaborate dagli individui nel corso di un’esperienza sociale. Il «pittoresco» sarà un
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» ma conterranno, per l’esperienza storica e tecnica che l’artista possiede, «a small degree of design». Il processo non è sostanzialmente dissimile da
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sentimento dell’artista, il sentimento della natura che si è formato ed educato attraverso l’esperienza dell’arte, ma che fa parte ormai della sua
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attuarsi nella società, ma solo contro di essa: è esperienza individuale e universale, ad un tempo, ma il rapporto tra l’uno e il tutto è univoco
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teorici del «sublime» corrucciata ed ostile; per i primi, non contiene nulla che non si dia nella normale esperienza visiva, per i secondi è grave di
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discorso più «moderno» può fare a meno della misura e della concisione classica, articolarsi più liberamente, toccare punte emotive. L’esperienza
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mondo. Cosi l’individualismo appare come il frutto di una sorta di misticismo sociale: se l’esperienza dell’incontro supremo non potrà essere che
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con l’esperienza dell’arte europea, v’è contraddizione: il naturalismo di Constable è laico, l’innaturalismo di Blake religioso; Constable, che parte
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profondità dell’esperienza empirica: come realtà concettuale può essere espressa soltanto con mezzi concettuali, cioè attraverso relazioni proporzionali
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Nella storia della pittura europea, l’esperienza dell’Illuminismo si fissa in forme ben più crude e aggressive che non fossero quelle elaborate dalla
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attraverso l’esperienza e il superamento del primo.
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se ne può intendere»; ma proprio perciò l’architettura oltrepassa il grado d’esperienza che si può compiere attraverso la pittura e la scultura. Il
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Fuseli scopre in Shakespeare, al di là delle peripezie drammatiche, è la natura misterica, iniziatica, orfica del teatro; e forse la recente esperienza
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natura che «si trova ovunque» era semplicemente il dato dell’esperienza empirica, l’inevitabile traguardo cli partenza per la salita verso lo «ideale
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