Da Bramante a Canova
combinatorio, in tutta l’architettura venuta dopo, da Carlo Fontana a Filippo Juvara. [1967]
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’architettura.
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Poiché la sua architettura deve adempiere alla funzione di conservare, fin da principio (come si vede dalla serie dei successivi disegni) concepisce
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’architettura è questione di disegno e non di grandezze. Sottolinea con la finezza degli ornati l’enorme disparità di scala tra la basilica e il sepolcri
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Cortona e per il Bernini, l’architettura è ancora in rapporto con le arti figurative, con la poetica classicista della mimesi; per il Borromini è un
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Il Cortona era conscio di essere più pittore che architetto: «l’architettura —— scriveva nel 1646 a Cassiano del Pozzo — mi serve solo per mio
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teoriche in fatto d'architettura. Soltanto un artista che studi l’architettura in funzione della rappresentazione pittorica, e cioè di effetti visivi
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Si può dire lo stesso dell’architettura. Come architetto, Pietro da Cortona opera sempre in una situazione data, e la interpreta ricercando in essa i
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Questo equilibrio giustifica l’interpretazione dell’architettura cortonesca in chiave di neo-cinquecentismo: i suoi legami a distanza con il Bramante
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una villa, il Pigneto è architettura da giardino, tra il ninfeo e la fontana: il tema dominante è infatti una successione di nicchie, evocanti le
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è pittura realizzata con la tecnica dell’architettura o, se si vuole, un'architettura immaginata dipinta e realizzata in un'architettura vera. «L
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, un pensiero del Guarini: quello, cioè, che non esiste un’architettura religiosa né un’architettura sacra, ma sempre e soltanto una architettura
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’architettura religiosa una tipologia civile. Il problema urbanistico che lo interessa è quello del canale del movimento urbano, la via: quasi tutti i
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dell’architettura barocca a Roma, la chiesa di Santa Maria in Campitelli, di Carlo Rainaldi: l’edificio che, poco dopo la metà del secolo, segna la
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virtù con un carattere storico dell’architettura classica. La tesi rigoristica del Lodoli e del Milizia s’inquadra nel disegno del razionalismo
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tecnica universale, ad una «architettura perennis». È solo con Pietro da Cortona, e con la sua revisione veramente critica del lascito formale del
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specialmente palladiana, abbiamo già un primo indizio del collegamento, notato dal Wittkower, del Rainaldi con taluni orientamenti dell’architettura dell
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Per la prima volta il principio barocco dell’arte come persuasione è applicato all’architettura. Ma la devozione è soltanto l’occasione, non l
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Il mezzo della persuasione è il discorso, e per la prima volta un’architettura non è sviluppata come la dimostrazione di un teorema o come la
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Architettura come discorso vuol dite anche superamento di quella che potremmo chiamare, per analogia alla pittura contemporanea, «architettura di
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è insieme architettura e scultura. È provato che l’idea di ricostruire San Pietro in forme monumentali, anzi di farne il grande modello dell
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cade soprattutto sull’architettura, sul suo spazio astratto e quasi soltanto delineato: in esso le statue appaiono come sospese e il loro chiaroscuro è
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Non è affatto strano che a «dissacrare» l’architettura, cioè a revocare la funzione rappresentativa della forma architettonica come significante di
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Come attività puramente mondana l’architettura è pura tecnica, non potrebbe essere altro; ma se al di là della tecnica non c’è nulla, la tecnica non
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il raccordo tra architettura e natura, il legame profondo per cui le forme artificiali dell’edificio si qualificano come forme naturali elette; il
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razionalmente organizzata, che l’artista possiede e che non ha nulla a che fare col processo con cui si fruisce il suo risultato, l’architettura.
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Avendo praticamente eliminato tutti i significati tradizionalmente inerenti alle forme architettoniche, e posto l’architettura come cosa invece che
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di base della architettura del suo tempo; ma ne tratta in modo atipologico, puramente lessicale, limitandosi a darne la costruzione grafica. Per di
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’architettura è arte adulatrice. Ma se non si conosce la radice del diletto che l’architettura provoca nello spettatore, perché scrivere un trattato in cinque
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’esempio, servendosi spregiudicatamente di schemi strutturali presi dall’architettura musulmana. Non si tratta dell’imitazione di modelli né di meditata
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’architettura giudica l’occhio e non la ragione, la distinzione cade: se tutto è fenomeno, non si può distinguere tra fenomeni principali e accessori, tra
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invalicabili limiti della tecnica il Guarini, frate e teologo, è il primo a capite che non ci può essere un’architettura sacra o religiosa, ma soltanto
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La scena del Juvarra è insieme architettura e paesaggio: quand’è paesaggio forma atrii, arcate, corridoi; quand’è architettura, ha colonne come
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architettonica, l’architettura paesaggio artificiale. Ma l’architettura è anche storia, monumento (come la natura che può essere eroica, elegiaca, idillica
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raggi intorno al mozzo d’una ruota: un’architettura a vedute a ventaglio, tutte angolari, in cui ogni minimo risalto viene a trovarsi esposto a un
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Il rapporto architettura-scena è fondamentale per il discorso architettonico del Juvarra, la cui sintassi è la più duttile e sciolta che mai si sia
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linguaggio che serva a dite cose nuove. Il termine di architettura dialettale, «vernacular», non è insolito; ma riferito, come sempre, a certe correnti
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qui è una qualità della plastica, un modo di adattare alle circostanze e di reinventare ogni volta un’architettura di repertorio. Il segreto del
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In questo stesso momento, però, i pensieri di Michelangiolo si orientano sempre più verso l’architettura, come arte puramente speculativa, che può
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’architettura italiana del Settecento: anche perché, a guardar bene, l’accento dialettale non è mai disgiunto da un piccante sapore narrativo. Dopo la filosofia
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’architettura dello zio, avrebbe espresso un giudizio critico ben più calzante di quest’altro, che anticipa l’intolleranza neoclassica del Milizia: «era
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significare tanto sul piano dei valori trascendenti che su quello della storia, l’architettura deve essere integrata dalla figurazione; plastica: i
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per l’architettura e le teorie relative) dei fatti artistici concreti.
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dell’architettura, come rappresentazione storico-allegorica. Michelangiolo non è stato il primo a proporre il tema ideale del «monumento»: pochi anni
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Nel primo progetto i termini del problema sono ancora la scultura e l’architettura nella sintesi storico-ideologica del monumento. Nel progetto del
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L’ipotesi che, con il progetto del 1513, Michelangiolo si sia coscientemente proposto una sintesi formale di architettura, scultura e pittura trova
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spazialità puramente ideale, «separata da ogni materia» e perfino dalla fisicità di una profondità reale. Il passaggio dalla scultura all’architettura è
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forma è necessariamente in rapporto con la natura e con la storia passano in seconda linea rispetto all’architettura, diventano modi imperfetti. È
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L’ipotizzata sintesi di architettura e scultura è dunque diventata quasi u.n’antitesi: le due esperienze possono coesistere e combinarsi, ma i loro
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Longhi (il soggetto moderno); in architettura, c’è la riforma del padre Lodoli divulgata da Memmo, autore in proprio di un progetto di riforma delle
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