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impresa, il tentativo fallito di correggere la facciata del Maderno erigendo due campanili alle sue estremità, aveva fatto clamorosamente esplodere l
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assoluta rispetto alle altre basiliche romane. Ciò che ha fatto cli essa il monumento cristiano per eccellenza e l’immagine visibile, la rivelazione
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primo del ciborio alla tribuna, alle navate e alla facciata (per dilagare, di lì a poco, nella piazza antistante), Bernini ha interpretato e
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alle cinque navate e la centrale, per di più, rimase senza la volta. Vi sarebbe dunque stato un contrasto tra l’architetto, che avrebbe voluto rifare
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degli archi, intorno alle finestre e nelle volte delle prime navate laterali, nonché dalle ghirlande di fiori freschi intorno agli ovali e dai cherubini
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edicole, benché abbiano un significato simbolico in proprio (alludono alle dodici porte della Gerusalemme celeste) sono sta-te ideate per contenere statue
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grotte muscose sacre alle ninfe. Ed è, ad un tempo, giardino e teatro: due termini paralleli, perché l’ordine del giardino sta alla natura come l’ordine
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la gravitazione dei corpi intorno al vano centrale in una successione prospettica. I quattro spigoli corrispondenti alle imposte degli archi della
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osservazioni. Le due ali concave alle spalle della facciata fanno del corpo avanzato un forte organismo plastico, rafforzato dalle colonne angolari, libere
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meditazione, dedicate alle dotte dispute che tutte conducono là, all’intelligenza e alla contemplazione del divino; la piazzetta della Pace è il cuore
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Palladio, il Cortona non pensa alle chiese veneziane ma ai palazzi vicentini, per lo più concepiti come pareti di una strada: senza esitare applica ad un
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. Carlino alle Quattro Fontane, dà luogo a una contrazione di spazio e all’accentuazione delle colonne e delle membrature; 3) il tema, opposto, della
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scenografico effetto, ma di una variazione continua, quale normalmente si da soltanto all’esterno, degli effetti di luce. Così il Rainaldi porta alle
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non stesse ritraendo il gruppo infantile, è chiaro: non ci si mette alle spalle dei modelli per ritrarli di faccia, e poi è chiaro che il gruppo è
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Charles de Tolnay, nel 1949, ha intuito che sotto questo dipinto c’è una poetica; e l’ha prontamente ricollegato alle Filatrici (Las Hilanderas) che
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Las Meninas è del ’56, un’opera tarda. Risalendo alle prime prove si scopre la radice storica e la ragion polemica della «oggettività» di Velázquez
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e come adeguamento delle forme dell’edificio alle usanze del paese. È vero che il Guarini, monaco teatino, ha lavorato quasi sempre per ordini
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, della ubicazione dell’edificio: per definirne la situazione nello spazio si rifà addirittura all’astronomia, alle sfere celesti, agli «angoli del
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Avendo praticamente eliminato tutti i significati tradizionalmente inerenti alle forme architettoniche, e posto l’architettura come cosa invece che
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’altra per fruirne. L’opera d’arte può piacere a tutti perché è conforme alle usanze del tempo e della «nazione»; ma giudici competenti sono coloro
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angolo corrisponde alla rinnovata, più mobile struttura dell’azione, non più legata alle unità di tempo e di luogo e al succedersi canonico delle
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nipote. Non potendogli tener testa alla corte di Torino, diventa l’architetto della provincia: senza mecenati, ma capace di adattarsi alle circostanze, di
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qui è una qualità della plastica, un modo di adattare alle circostanze e di reinventare ogni volta un’architettura di repertorio. Il segreto del
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pieno del bello antico; ma pure poi alle volte (o, la difficoltà di spiemontesizzarsi) nel suo architettare prevaricò dal buon gusto per adattarsi ai
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dell’austero palazzo del Senato. In questi piani per il centro politico di Torino il talento decorativo dell’Alfieri rinuncia alle ultime rime del
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pilastri- cariatidi, in forma di erme, sono la prova della volontà di giungere a una fusione totale di scultura e architettura. Oltre alle statue di
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intende una pittura di fatti, senza implicazioni religiose o allegoriche: una storia non eroica e celebrativa, dunque, e molto prossima alle vedute della
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riesce a dare alle sue rappresentazioni di costume il largo respiro tragico delle figurazioni storiche. Reynolds è cosciente del carattere storico dei
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Sterne (e forse proprio con riferimento alle idee di Hogart) come simbolo grafico del proprio modo, divagante ma sempre legato alla continuità di un
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esservi uno spazio fluido e indefinito. Ma se si badi alle distanze suggerite da quei brani di paesaggio, si osserverà facilmente ch’esse non hanno alcun
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determinata società costruisce un’immagine della natura conforme alle proprie inclinazioni e alle esigenze della propria esistenza. Perciò, il
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impegnata sul vero. Spingendo il discorso alle ultime conseguenze, si ha che il quadro «di storia», essendo frutto di pura immaginazione, ha il suo fine
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’ortone, l’eccelso a quella dell’abisso, il cielo all’inferno, la Bibbia e Dante e Milton al romanzo nero, alle «tales of terror».
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spazialità, anche se ai risalti e alle profondità indicati per via di rapporti proporzionali non corrispondono risalti e profondità reali. Né può dirsi che
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, subordinate ciascuna alle possibilità delle relative ricerche espressive, dacché nel pensiero degli illuministi la tecnica non era più prassi od
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sociale di Rousseau. Ma ora non si tratta più di dare una figura alle immagini immateriali della poesia, bensì di percorrere il cammino inverso, via via
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è individuato, ed ora non potrà che agire se stesso, recitare la propria parte, né gli vale ricorrere alle astuzie più sottili e ai travestimenti più
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germe della propria fine. Fuseli, che non ha il puritanesimo freddo di Blake non teme di abbandonarsi alle soavi debolezze dei sensi e ai teneri
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Alle volte, parlando del Barocco, non si dà il giusto peso al fatto che in quel periodo l’arte deve ridefinirsi nei confronti di una scienza di cui
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avvince saldamente, con una funicella, le ali alle braccia di Icaro. La morale della favola non è la solita, dei voli troppo alti e repentini. Non c’è
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, col barocchismo sublimato della Euridice nella Villa ai Pradazzi di Asolo, l’artista, che allora era davvero alle prime armi, s’era messo in contrasto
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adattarsi alle più diverse applicazioni ornamentali. La vecchia generazione dei «pratici» aveva ridotto l’arte all’artificio; ma il giovane (che forse
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Quasi tutta la critica identifica l’intenzionalità riformistica del Canova giovane con un ritorno alle origini cinquecentesche della scultura
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Italia era stato studiato da Giuseppe Parini anche in rapporto alle strutture del linguaggio e dello stile letterario (per esempio, al rapporto tra
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