Crisi e rinnovamento dello Stato
Questa voce, unica in Italia dall'armistizio ad oggi, ha affermato una concezione politica che nega lo stato attuale, e preludia le sue sostanziali
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Nel nostro appello del 1919 si legge: «Ad uno stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e
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la portata e la forza di tali riforme riducendole ad elementi di adattamento e di svolgimento dello stesso stato nella sua concezione tradizionale, e
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nella fiduciosa speranza del rinnovamento dello stato.
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Intendo per classe burocratica tutta quella che nella grande categoria del pubblico impiego dal più alto grado, consiglio di stato, al più piccolo
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avvicinano al grande Moloch del dio stato, per partecipare al cumulo degli interessi che ha monopolizzato o accentrato. La lotta è fra l'elemento
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interna e nella concezione dello stato; l'ultimo atteggiamento morale fu quello di Zanardelli nella lotta contro la chiesa e nella concezione dello
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stato il fatale passaggio del potere legislativo e politico dal parlamento al governo e dal governo alla burocrazia e alle forze estranee agli
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degli uomini; solo ingigantiva lo stato nella perversione delle sue funzioni. La politica divenne arte senza pensiero; i grandi avvenimenti, il passaggio
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dopo la guerra non depongono a favore delle sue qualità di uomo di stato, e le sue concezioni politiche sembrano avulse dal dibattito della vita.
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burocrazia e del disorientamento degli uomini politici può sembrare estranea all'argomento della crisi dello stato; ma è invece intimamente connessa
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decomposizione, aumentò, anzi centuplicò l'inflazione dei poteri, al di là del naturale sforzo bellico, irrigidì ogni potere evolutivo dello stato liberale.
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Dall'armistizio ad oggi, nel decadimento del pensiero liberale democratico, questo stato atomistico, centralizzatore, burocratico, portato oggi alla
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tre ha ancora completamente maturato la sua costruzione ideologica; ma ciascuno ha le radici in uno stato d'animo e in una concezione primitiva della
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. Sul terreno economico è ormai un dato fermo; il socialismo economico di stato per i democratici doveva essere la concessione limite ai socialisti per
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necessità, secondo me, sta per essere sorpassato: il fallimento economico dello stato borghese non permette né i lussi dello sperpero, né permetterà
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E lo stato borghese è impotente: Giolitti usò il suo metodo, quello di accarezzare e avvicinare per intossicare; ne rimase prigioniero, dopo aver
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. Colpisce più la democrazia che il socialismo; nuoce più allo stato borghese e democratico con la ribellione collettiva, che al socialismo con le
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una ragionevole adesione dell'idea al fatto, della concezione alla realtà.. E la realtà centrale anche oggi, come ieri, è la vita dello stato nella
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La crisi dello stato fu aggravata dal sorgere del partito popolare italiano. Questo non ebbe atteggiamenti apocalittici, come il socialismo del dopo
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Faccio un breve cenno della riforma dello stato da noi propugnata. La rappresentanza politica, amministrativa e sindacale, su base proporzionale
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Non si può parlare dell'organicità dello stato, e del rinnovamento dei suoi istituti, senza darne le linee sommarie, almeno come indicazione; e non
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Questa è la forma; la sostanza è nel fondamento regionale nel decentramento: lo stato deve essere sostanzialmente organo politico, non amministrativo
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i pareri su atti amministrativi; a ciò deve bastare il consiglio di stato dal punto di vista giuridico e i dirigenti tecnici amministrativi dei vari
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Mentre ciò risponde ad un criterio di libertà razionale e di autonomia locale, toglie allo stato una ragione di decadenza politica, di soverchiamento
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risorge, prodotto della economia locale, quando il grande comune era anche stato, ma è una nuova formazione di interessi collettivi di classe, che esigono
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bandito come conquista del vivere civile, quella libertà morale, economica e organica che è negata in nome dello stato panteista, amministratore e
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sociale, e perciò, mentre ne sono vita, non ne sono più sentimento; ovvero sono ridotte a formalismo politico, nell'irrigidimento ipertrofico dello stato
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tutto ciò può rispondere alle linee democratiche o essere accetto anche a socialisti; e che, per giunta, non risolve la crisi dello stato. Anzitutto
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dello stato; e molti credono che con l'ordinamento presente possa ciò ottenersi attraverso piccole riforme legislative o variando gli uomini al potere
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superarla; sia portando il bilancio dello stato al pareggio, sia aumentando la produzione e la potenzialità del traffico e lo sviluppo dei commerci. Qui
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finanziarie e politiche demagogiche e non utili all'erario dello stato, quali le leggi giolittiane sulla nominatività dei titoli e per l'inchiesta
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industriale siderurgico, che poi costringe lo stato a intervenire con danno della economia generale. Sembra che maestranze metallurgiche ed alta banca abbiano
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Sono domande alle quali la realtà risponde: la realtà della tariffa Alessio, la realtà delle navi di stato Belotti, la realtà delle crisi
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emigrazione (che tende a divenire nello stato un organo autonomo ed irresponsabile) ha reso utili servizi per quanto riguarda le leggi di tutela, ma
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all'estero, perché sarebbe stato accusato dai demagoghi e dai socialisti di imperialismo; ed ha avuto paura di proteggere le missioni per non essere
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revisione del decreto Alessio sulle tariffe doganali e ne affrettò l'esame; ha combattuto il disegno Belotti sulle navi di stato, ed è merito suo se ancora
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Con i nuovi istituti verrà lo spostamento dei partiti e più che altro la semplicizzazione dello stato e l'attenuazione dei suoi poteri amministrativi
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nostra concezione e del nostro metodo) non sembra a molti rispondente e proporzionata al programma di lotta contro lo stato accentratore e alla
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stato con i ben noti nove punti del marzo 1920 durante la crisi del primo ministero Nitti; così si fece con Giolitti, così con Bonomi.
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, fatta di lavoro e di risparmio, dovessero subire lo sperpero pubblico o la barriera estera. Perciò s'invoca e si lavora perché lo stato oggi in crisi
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