Cosima
QUESTO VOLUME È STATO IMPRESSO NEL MESE DI SETTEMBRE DELL'ANNO MCMXLVII NELLE OFFICINE GRAFICHE VERONESI DELL' EDITORE ARNOLDO MONDADORI
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, che un vero artista non manca mai al suo avvenire. E in Cosima egli sentiva l'artista; mentre lui era diseredato in tutto, anche nelle sue velleità di
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chiari; di tanto in tanto pareva sollevarsi, smetteva, e tentava di lavorare: ma poi ricadeva, come un virgulto stroncato, non ancora morto nelle radici ma
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sgorgava dai denti stretti con la violenza d'un'acqua sorgiva dalla roccia. Ora, nelle assenze di Andrea, spesso costretto a recarsi in campagna per
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. Ella non rispose, ma conservò il biglietto di lui fra i ricordi che la seguirono nelle strade della vita. Adesso pensava all'altro, al grande biondo
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caffè e latte, che ella versa nelle rotonde tazze di creta gialla e rossa: anche i piú grandi, che sono maschi e frequentano già il ginnasio della
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l'impressione che egli volesse dirle qualche cosa, ma senza pericolo di essere ascoltati. La padrona era affaccendata nelle stanzette attigue: ed egli disse
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tesori trovati nelle rovine dei vecchi castelli, dentro tronchi d'alberi, in piena terra. Uno pare venisse fuori anche dal vecchio cimitero, dalla tomba
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terre e altri mari, negli occhi dei gatti selvatici, nelle piume iridate delle cornacchie, nella pelle argentata delle biscie che si sollevavano incantate
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gente era tutta fuori, come nelle sere d'estate; e canti e suoni di mandolino continuavano, di fuori, il coro in onore di Cosima: cosí a lei sembrava
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scrivere nei giornali sulla giovine scrittrice corregionale e si recò a Nuoro per conoscerla di persona nelle vacanze del 1891. La D. mantenne col Manca
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attingeva l'acqua dal pozzo, per infilarsi nelle scale silenziose. Dopo la prima rampata, tutta di scalini di granito, su un piccolo pianerottolo si
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voluto frugare anche lei, e piú a fondo, nelle tasche dello zio. Egli lasciava fare, ridendo; poi prese entrambe le bambine fra le sue gambe e le
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inquietudine, e, come nelle prime notti, mise il canestro col fieno e l'orzo fuori della porta. Il mattino dopo lo trovò intatto: segno che la bestia non
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, nelle poche settimane che rimaneva in paese, viveva come in una torre d'avorio, studiando, o fingendo di studiare. Fu il primo, il lungo amore di Cosima
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cosí, seduti davanti a una tavola tranquilla, col foglio in mano. Bisogna però trovarsi nel loro covo, nelle loro difficoltà, per pensare in altro modo
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anche questo. Nelle ore di riposo, alla bella stagione, sedeva all'ombra della casa, davanti alla porta, leggendo i giornali. Tutti quelli che passavano
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molestava nessuno; nelle ore buone scendeva in cortile e fabbricava giocattoli con la ferula "Una sorta di canna con un midollo dolciastro che i ragazzi
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ADESSO Cosima aveva quattordici anni, e conosceva dunque la vita nelle sue piú fatali manifestazioni. Ma nonostante quella paura misteriosa della
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Questo sogno, da allora, non l'abbandonò mai piú. Quando nelle sere d'inverno, accanto al braciere e alla luce di due lampadine ad olio (qualche
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focolare, su grossi treppiedi di ferro che potevano servire da sedili. Tutto era grande e solido, nelle masserizie della cucina; le padelle di rame
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, una a mezzodí l'altra a ponente, con sedili in muratura tutto intorno. Nelle stanzette dimoravano i fedeli, durante il periodo della novena e della
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, nelle sue scritture, combina convegni di amore: è una storia, la sua, dove la protagonista è lei, il mondo è il suo, il sangue dei personaggi, le loro
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