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femminile: lo lessero le fanciulle, e vi si ritrovarono, coi loro amori piú libreschi che reali, coi loro convegni notturni immaginari, con le loro
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, e, si diceva, del cancelliere stesso, che non lo riconosceva ma se lo tirava appresso, lo manteneva, gli faceva fare il copista, e gli permetteva di
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delirio terribile il suo; peggiore del delirio di un moribondo o di un idrofobo: Andrea lo capiva. Un terrore mai prima conosciuto invase Cosima, come se
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d'opera, un altro tirava fuori un pane, lo spaccava, si faceva facilmente versare sulla mollica un filo d'olio, e lo abbrustoliva sulla brace
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Questa volta la fortuna le arrise compiuta. Ella tentò presso un editore di una certa notorietà, che non solo accettò e pubblicò il romanzo, ma lo
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lo sai bene, Elia.» Egli lo sapeva: eppure aveva una fede cieca, un attaccamento appassionato per il signorino Andrea: ed anche la sua voce tremolò
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appresso quando andava per le commissioni. Se lavorava giorno e notte lo faceva volontariamente: andava a prendere l'acqua alla fontana, a lavare i
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di caffé, gli aggiustò il giaciglio, rimise in ordine la stanzetta. E ogni tanto lo guardava con occhi pietosi, senza dimostrare ripugnanza per quel
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nulla a nessuno: me Io promette? Nulla, mai a nessuno.» Ella stette incerta; poi, piú per curiosità che per altro, disse: «Ve lo prometto.» Fu tutto
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ricadere nel pugno. Cosima lo vedeva bene: erano monete che sembravano nuove, alcune col profilo melanconico e rapace di Napoleone III, altre col
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nonno Andrea, Cosima non lo aveva conosciuto, ma sapeva che anche lui era un giorno arrivato di lontano, chi diceva da Genova, chi diceva dalla Spagna
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luogo. Organizzava poi feste da ballo, rappresentazioni, concerti e conferenze, per divertire e istruire i suoi giovani allievi, che lo adoravano. In
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denaro lo guardò quasi torva: le sembrava frutto di un peccato mortale. «Ebbene» disse Cosima, «lo spenderò: non voglio mettere piú da parte niente; e
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sono un pastore ricco, ma lui è un povero accattone, un ubriacone pidocchioso.» Cosí parla Andrea del suo professore di latino; e lo dice con
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, pag. 106, il figlio del cancelliere, finito poi anche lui cancelliere come il padre: e come il nome è cambiata la natura dell'imperfezione che lo
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l'uscio, la sollevò come lo scaccino quando accende in alto le candele: l'ape volò via, un grappolo fu afferrato, ma a metà discesa scappò dai denti della
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battesimo la piccola Cosima; adesso l'amico gli scrive per annunziargli la nascita dell'ultima bambina, e lo invita per la nuova festa battesimale. Poi
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al limite estremo della cittadina e la neve era cosí alta che non ci si poteva arrivare. Allora lo studente si chiuse nella camera alta, con un freddo
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alle finestre. Siedono per terra, in un lato della piazza, le erbivendole coi loro cestini di verdura: per lo piú sono serve, che vendono i prodotti
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lo perquisí; gli trovò alcune monete e la chiave che apriva il cassetto. Andrea continuava a negare. Allora il signor Antonio prese una corda e la
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tempo, il banditismo locale aveva ancora un carattere quasi epico. Odi di famiglia, sete di vendetta, pregiudizi di onore erano per lo piú l'origine
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Giusto e buono era il signor Antonio, e tutti lo amavano. Esercitava, senza volerlo, senza accorgersene, un fascino benefico su tutti quelli che lo
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a Cagliari, si dovette fare sacrifici. Ma Gioanmario, lo studente, dava buone promesse. Durante quelle ultime vacanze, mentre si preparava a partire
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del paese, i pettegolezzi, le storielle di innocenti amori fra studenti e fanciulle del luogo: Cosima e sopra tutto Enza lo ascoltavano incantate
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ancora quel picchiare come di un tamburo che annunzia una disgrazia: lo sente ancora rimbombare dentro il suo cuore; è il suono piú terribile che abbia
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delle donne della sua razza, forse d'origine libica, con lo stesso profilo un po' camuso, i denti selvaggi e il labbro superiore molto allungato; aveva
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lo imitavano beffardi. Era Andrea che la chiamava, avvertendola che non bisognava abusare della sua indulgenza di guardiano: e l'irrisione dei compagni
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riproduzioni fotografiche di strade, monumenti, palazzi di grandi città. Roma era la sua mèta lo sentiva. Non sapeva ancora come sarebbe riuscita ad andarci
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dalla sua casa al centro del paese: ella lo sapeva, e lo aspettava alla finestra, ma appena la figura di lui appariva ella si nascondeva. Ma questa
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finestra, non mancava mai, in una piccola conca di sughero, un po' di carbone; ma per lo piú le vivande si cucinavano con la fiamma del camino o del
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recinto di massi. Piccole stanzette erano addossate alla chiesa, sotto lo stesso tetto, e una specie di portichetto si apriva davanti alle due porte
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, ella lo sente palpitare vivo fra le sue mani fredde, come un uccello che le sguscia fremente fra le dita e vola a batter le ali contro i vetri chiusi
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