Cosima
I. RAUL RADICE ..... Un matrimonio mancato. 2. MARINO MORETTI ... Il sole del sabato. 3. GIOVANNI COMISSO .. Capriccio e illusione. 4. CARLO BERNARI
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È inutile enumerare le cause occasionali che hanno condotto a una parziale e temporanea crisi del libro italiano; tuttavia due mezzi infallibili
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Presto arrivarono le bozze di stampa del romanzo. Cosima non sapeva con precisione di che si trattasse: credette che l'editore le mandasse un
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di pensare dunque a lei, di essere all'altra riva del solitario oceano di sogni dov'ella viveva. Fu il suo primo amore lontano, tutto suo, poiché
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delirio terribile il suo; peggiore del delirio di un moribondo o di un idrofobo: Andrea lo capiva. Un terrore mai prima conosciuto invase Cosima, come se
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di chi si contenta di viverla.» Le giornate erano quasi sempre grigie, nel freddo mattino del tardo autunno: ma a poco a poco il cielo si schiariva e
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dalla forza ingenua e nello stesso tempo vigorosa del suo racconto, dalla sua prosa scorretta e primitiva eppure efficace, e dall'evidenza dei suoi
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a quel momento, intervistare Elia: pareva un uomo meccanico, Elia: si piegava, si sollevava, lavorando, senza muovere un muscolo del viso. E lingua
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cuoce attenta il latte sul fornello sopra il forno grande: per l'occasione del parto della padrona si è messa le scarpe, senza calze s'intende, pronta a
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fosse effetto della solitudine, della povertà del luogo e della sua stessa vita: e disperava di poter ritrovare una occasione di guardare la vita
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del giorno avanti; anche perché si sentiva meglio. Avrebbe voluto alzarsi e tornare al lavoro, ma Ippolito, che gli voleva bene a modo suo, minacciò di
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sul conto di lui, ed era sicura che il tesoro provenisse da una rapina. Ma egli richiuse il pugno, tornò a piegarsi sul vuoto del camino, rimise a
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insieme, nitidamente, l'avventura di quel giorno e i suoi propositi eroici di non profittare mai del tesoro equivoco di Elia. Si vedrebbe se era una nana o
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piccola città; un bell'uomo alto, roseo, già un po' calvo ma ancora possente, con una parlantina che incantava anche i piú imperterriti attaccabottoni del
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E fu proprio in quei giorni che Dio parve compensare Cosima in altro modo piú consolante. Una grande rivista straniera domandava la traduzione del
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trovarsi in una città orientale: palmizii, cactus ed altri alberi esotici si movevano pesanti su quel cielo caldo, sullo sfondo turchino del lido. Sui
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sembri un pastore» dice, mettendogli davanti la tazza. «Prendi questo; prendi, agnello; il maestro ti sentirà l'odore del formaggio.» «E lui, chi è? Io
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Maria Mesina, sposo di Vincenza, sorella di Cosima, morta a ventun anno. Zia Paolina e zia Tonia, pag. 29, son le sorelle del padre della scrittrice
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di meno e ancora non parlava bene perché aveva la cartilagine sotto la lingua piú corta del solito: e si parlava di fare un piccolo taglio per
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perfettamente intesi nella lingua di Cicerone. Al contrario dell'altro prete di famiglia, don Ignazio, fratello del signor Antonio, egli amava la povertà, era
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cibo.» «Anche i lupi?» domanda Andrea. «No, lupi non ce ne sono. Siamo gente buona, noi, e anche le bestie sono buone. Non c'è animale piú dolce del
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Sant'Antonio, grosse gocce di rugiada parvero cadere da quel fiore: era ardente, però, quella rugiada; e Cosima ne sentí anche il sapore salato: il sapore del
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che piú interessa la nostra scolaretta è la libreria del signor Carlino, dove si vendono i quaderni, l'inchiostro, i pennini; tutte quelle cose
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signori del resto), di mirabile animo e nobiltà. Ben caratteristica era la loro abitazione, l'ultima del paese, costituita da fabbricati bassi che davano
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L' ESTATE era certamente stagione piú felice. C'erano giornate caldissime, ma era un caldo fermo, quasi lucido, e l'azzurro del cielo, un po' basso
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del cortile, sotto le grandi stelle dell'Orsa le cui ruote viaggiavano verso un paese di sogno. Il servo malarico, riavutosi alquanto, si sollevava e
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d'indulgenza, era come una musica che esprimeva l'inesprimibile. Del resto egli aveva una certa cultura, ed era, in fondo, un poeta. Aveva studiato a Cagliari
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del paese, i pettegolezzi, le storielle di innocenti amori fra studenti e fanciulle del luogo: Cosima e sopra tutto Enza lo ascoltavano incantate
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E poiché la famiglia era in questo cerchio d'ombra, restava rassegnata, in attesa di vederla un giorno diradare. Con la morte del padre, Andrea parve
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di esser contrariate; e allora gli sembrava di fare atto di giustizia mettendosi dalla parte del debole. Cosí, quando si venne a sapere che la sua
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, di pane, di cacio, di tutte le vivande che si trovavano sulla mensa. Ella arrossí, ma non pronunziò una parola: non aveva mai aperto bocca, del
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donna dall'alta pettinatura imbottita, la vita sottile e il paniere prominente, l'ombrellino grande a merletti come quello del Santissimo Sacramento
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stagione in cui Antonino tornava per le vacanze. Cosima aspettava questo ritorno come gli altri aspettano la primavera o il fare del giorno. Quell'anno
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travi del soffitto di canne annerite dal fumo, un graticcio di un metro quadrato circa, sul quale stavano quasi sempre, esposte al fumo che le induriva
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livello del mare, sulla cima dell'Orthobene, sovrastante fra boschi di lecci e rocce di granito, poco distante dalla proprietà della famiglia di Cosima e
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ingenuità, le loro innocenti follie sono le sue. Il titolo del libro non può essere che quello che è: Rosa di macchia. E un giorno, quando è finito
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