Cosima
esistono per risollevarne le sorti: libri buoni, edizione buona. Ognuno dei quasi duecento volumi della «Medusa» straniera ha risposto a questi requisiti
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campione, e si meravigliò che le pagine fossero lunghe come le colonne di stampa dei giornali. Le tenne lí, trovando buffo e quasi allucinante quel
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critico per giudicare puerili e sgrammaticati i versi, - non piú dei suoi - ma incoraggiò la propria vanità col credere che la musica fosse migliore
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alla quale ella apparteneva. Ella era quasi ricca, quasi nobile, e nonostante le gravi pecche dei fratelli, considerata una ragazza di rango superiore
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credette che Santus fosse invaso dallo spirito maligno, e pensò di mandare a chiamare uno dei preti di casa per esorcizzarlo. Ma Andrea sogghignava
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c'erano gli avanzi del pane e dei cibi dei fratelli, sfogliare l'unto registro e segnare in fila i nomi e il numero delle macinate; era una poesia anche
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dalla forza ingenua e nello stesso tempo vigorosa del suo racconto, dalla sua prosa scorretta e primitiva eppure efficace, e dall'evidenza dei suoi
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scarpe, gli occhiali, gli arnesi di lavoro, preparava la conserva dei pomodori e seccava i fichi, fabbricava, con una certa creta da lui scovata fra i
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suoi padroni, nella schiera dei Patriarchi. Da venti anni era al servizio della casa, e altri venti ne doveva trascorrere. Aveva allora trent'anni; era
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dei diffidenti proprietari del luogo aveva accettato la sua offerta; e il padrone gli aveva affidato la vigna nuova, l'orto, la terra intorno. Adesso
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. Il vecchio si avvicinò al camino, si piegò, raschiò con la paletta, accumulandoli nell'angolo, la cenere e gli avanzi dei ceppi, poi con la stessa
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sullo sfondo d'acqua marina dei monti lontani. Tutto s'era svolto in pochi minuti, come in un passaggio di nuvole; e Cosima si avvicinava alla
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terre e altri mari, negli occhi dei gatti selvatici, nelle piume iridate delle cornacchie, nella pelle argentata delle biscie che si sollevavano incantate
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fascio di fiori: rose e gigli, fioralisi e narcisi. E aveva spasimanti piú che Cosima: tutti però alla larga, sempre per la triste ragione dei
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chine coperte di erba tremula, le macchie, le pietre, le quercie indurite dal dolore dei secoli e dalla loro resistenza al tempo e agli elementi. I
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pensò che la vita anche sotto l'illusione delle cose piú belle e ricche, nasconde le unghie inesorabili. Mise le rose in uno dei vasi del salotto, e
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essendoci questa si contenta di tirar giú il canestro dei servi e rosicchia coi suoi forti denti il pane duro e una crosta di formaggio. Nanna gli va
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NOTE Pag. 14. Si chiamava Nanna... La maggior parte dei nomi che figurano in Cosima sono nomi veri: Nanna, è Nannedda Conzeddu moglie di Taneddu
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letto di Nanna, a lei Cosima, e alla piccola Beppa che ancora dormiva nella culla in camera dei genitori. Beppa aveva circa tre anni, ma ne dimostrava
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' grasso e tiepido. Il servo era un uomo dei paesi: si chiamava Proto; basso e tozzo, con una gran barba rossiccia quadrata e gli occhi verdognoli
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, ma non poteva darle la soddisfazione e il piacere dei quali tutte le donne giovani hanno bisogno. Ed ella non poteva procurarseli fuori del recinto
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degli orti dei loro padroni, e raccontano i fatti di questi; a volte c'è anche un carro che viene dai paesi della costa, carico di pesce, o di cocomeri e
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uno dei suoi gigli sciupati dal vento. Ma il giovane parve immediatamente emendarsi. Dichiarò che non voleva proseguire inutilmente gli studi, e
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, sembrava quello dei quadri di Zuloaga. Qualche servo tornava dalla mietitura, abbrustolito come da un incendio, e si buttava, febbricitante di malaria
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corvino, che lasciava scoperte le grosse labbra sanguigne: gli occhi, con le sopracciglia come quelle della sorella dei banditi, ma esageratamente
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i suoi tentativi. Impiantò anche una piccola tipografia e stampò a sue spese un giornaletto, e le poesie sue e dei suoi amici: fallimento completo
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matrimonio piú sollecito e solido, aumentò la loro passione. Fu una vera passione, alimentata dal carattere quasi violento dei due ragazzi. Gioanmario si
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: per le due acri e sterili zie, che mai avevano conosciuto l'amore, il romanzo innocente e in fondo melanconico dei due giovani innamorati era tragico
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di passioni e una fioritura freschissima d'intelligenza simile a quella dei prati cosparsi di fiori selvatici a volte piú belli di quelli dei giardini
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, però, che il fratello l'avesse esposta alla beffa, per quanto rispettosa, dei compagni; e non toccò piú cibo, e, appena sfuggita all'attenzione dei
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col paesaggio sonnolento dei monti alla finestra, poteva aver fra le mani una rivista illustrata, ne studiava a lungo le figure, specialmente le
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dei grandi, dei veramente grandi e forti, per i piccoli e deboli. In fondo non le importava gran che, ferma nella sua ambiziosa sicurezza di non aver
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uno dei becchi. Del resto tutto era semplice e antico nella cucina abbastanza grande, alta, bene illuminata da una finestra che dava sull'orto e da uno
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armadietto zia Paola nascondeva i dolci per sottrarli all'avidità dei ragazzi, una stanzetta pulita per il prete, con una branda e il materasso, e una
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il Monte, già anch'esso coperto di nebbia: il grido dei corvi annunzia l'inverno. Ma ancora ci sono, per lei, momenti nei quali il cielo torna a
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