Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Cosima

243828
Grazia Deledda 31 occorrenze
  • 1947
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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Cosima

, e sentí la prima tortura di ricercar le doppie lettere sul frusto vocabolario che era appartenuto a suo padre, e ancora aveva odore e macchie di

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Cosima

ragazzo che se sapeva comporre musica, oltre a poesia, doveva essere di condizione civile, di gente educata; forse era un Antonino ancora

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Cosima

sapeva con precisione il significato. Ella rispose: egli scrisse ancora, ringraziando. Le loro lettere avevano le impronte oleose delle dita della

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Cosima

chiari; di tanto in tanto pareva sollevarsi, smetteva, e tentava di lavorare: ma poi ricadeva, come un virgulto stroncato, non ancora morto nelle radici ma

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Cosima

sorte, essi erano riusciti a bere vino, o meglio ancora acquavite, l'allegria più infantile regnava fra loro: uno di essi arrivava a cantare pezzi

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Cosima

. Umiliazione di doverlo ricevere in quella stanza terrena quasi povera, dove nella vecchia libreria si vedevano ancora le carte d'affari del padre

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Cosima

capace ancora di fare qualsiasi lavoro che gli venisse richiesto o che gli fosse necessario. Infatti si cuciva da sé le vesti, lavava, si faceva le

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Cosima

, a ricordarla sembra anch'essa una invenzione fuori della realtà. Si chiamava Nanna; e adesso siede certamente alla destra di Dio, fedele ancora ai

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Cosima

d'occhi di cane accarezzato. «Siete fresco come rosa, zio Elia: camperete ancora cento anni, quando anche la nostra memoria sarà dispersa.» Egli

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Cosima

Elia attortigliata fra le mani ancora bagnate, e saltò nello spiazzo con l'impressione di risvegliarsi da un sogno. La madre stese la camicia su una

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Cosima

la vista della nonnina viva le destava, adesso le appariva chiaro: era l'apparizione dello spirito sognatore del nonno, di cui la vecchina ancora

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piccola città; un bell'uomo alto, roseo, già un po' calvo ma ancora possente, con una parlantina che incantava anche i piú imperterriti attaccabottoni del

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del treno, sembrava un cielo straniero, inospitale, mentre la terra, sotto di lei, aveva ancora l'aspetto materno, ch'ella ben conosceva: le stesse

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ancora bianca, giocavano al gioco dell'ambasciatore venuto a domandare una sposa: ed ella si sentiva trasportata nel loro cerchio, come la piccola sposa

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scoperti i capelli fino a metà testa. La piccola, Cosima, che ancora non ha l'età di andare a scuola, le guarda con ammirazione e invidia, ma anche con un

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Giuseppina che a 85 anni si ricorda ancora l'uscita della piccola Cosima: «Abbiamo un bambino nuovo, un Sebastianino». Cambiato è il nome di Fortunio

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letto di Nanna, a lei Cosima, e alla piccola Beppa che ancora dormiva nella culla in camera dei genitori. Beppa aveva circa tre anni, ma ne dimostrava

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porta aperta e mise il canestro sulla soglia. Seduta accanto al focolare, vide la bestia avanzarsi, tornare indietro, avanzarsi ancora e mangiare

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ancora, bella, ben fatta, sebbene di piccola statura; ma a volte sembrava vecchia, piegata, stanca. Forse il mistero della sua tristezza derivava dal

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chiaro e pulito sul quale si aprono le aule: piccole aule che sanno ancora di odore claustrale, con le finestre munite d'inferriata, dalle quali però si

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famiglia: poiché padre e figlio erano d'improvviso apparsi in una luce di terrore e di morte. La madre si fece ancora piú triste: Cosima si piegò come

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tempo, il banditismo locale aveva ancora un carattere quasi epico. Odi di famiglia, sete di vendetta, pregiudizi di onore erano per lo piú l'origine

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, quando ancora si viaggiava da una città all'altra a cavallo, e aveva portato i suoi libri e le sue provviste entro le bisacce come un pastore o un

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metter giudizio; prese lui ad amministrare il patrimonio rimasto ancora in comune; ma ne profittava largamente, in modo che rimaneva appena il tanto

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irresistibile. Per la morte di Enza fu ripreso il lutto, chiuse ancora le finestre, ripresa una vita veramente claustrale. Ma un lievito di vita, un germogliare

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della pianura, e già le capre, ancora arrampicate sulle vette, avevano gli occhi rossi come quelli dei falchi. Era tempo di ritornare a casa; e

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riproduzioni fotografiche di strade, monumenti, palazzi di grandi città. Roma era la sua mèta lo sentiva. Non sapeva ancora come sarebbe riuscita ad andarci

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Cosima

pareva scaturisse dai suoi occhi, dal suo viso bruno, dai capelli raggianti. Per tutta la sua vita Cosima lo ricordò cosí: e basta ancora che pensi a

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, metteva nella cucina. E la cucina era, come in tutte le case ancora patriarcali, l'ambiente piú abitato, piú tiepido di vita e d'intimità. C'era il camino

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Ma ella doveva incontrarlo ancora in condizioni piú felici, insperate e quasi favolose. Sopra la piccola città, che era già a seicento metri sul

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il Monte, già anch'esso coperto di nebbia: il grido dei corvi annunzia l'inverno. Ma ancora ci sono, per lei, momenti nei quali il cielo torna a

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