Contessa Lara (Evelina Cattermole)
che porta a San Domenico, il villaggio aristocratico limitato in un'unica piazza; e bisognava proprio venir fin sotto le sue mura colossali per
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che l'avvolgeva con le sue molli pieghe di lana orientale e la pelliccia nivea della guarnizione, lasciavan come una vaporosità da fantasmagoria
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pare una tavolozza ambulante, tanti sono i colori coi quali s'illude di appianarsi e rifarsi il viso; ti avrà preso al laccio con le sue trecce sciolte a
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un tocco di ragazzona. Non era, a vero, una bellezza, ma pareva creata apposta per piacere a certi maschi: era la donna nelle sue forme più
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lavoravo, si metteva a narrarmi — chi sa perchè - le sue tante avventure amorose, con la franchezza, con l'abbandono d'una folle compagna d'infanzia. - Ma
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rosario, facendo scorrere senza rumore su la cima delle sue piccole dita, gli acini della corona di fruttiglia che le pendeva a fianco. Pregava per
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quando uno è proprio morto e seppellito, non c'è più rimedio. Badava, dunque, a chiedere la grazia, una grazia vaga e indefinita come le sue speranze di
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serpeggiante vi stendeva a fior di terra le sue infinite ramificazioni; l'ortica vi raffittiva le sue scure foglie scabre; lunghi, sottilissimi fili di
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III. Una volta, da che erano parecchi giorni che nessun più vedeva la strega con dietro le sue galline, a un abitante della badia venne in mente
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la corteggiava da ragazza, ella avrebbe aperta e allargata la strada nella società, con le mani sue, col suo petto stesso, a costo di qualunque
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'l capo, sprizzavan bagliori; il broccato della gamurra ammorbidiva le sue curve; le roride carni del seno alto e colmo, per metà scoperto, si
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piano una delle sue arie slave dal sentimento strano e selvaggio, allungando nel vuoto, con desiderio smanioso, la faccia inverniciata. Sampieri volse
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tristezza indicibile, s'incontrarono, come forse s'incontrarono i desiderii delle loro anime semplici: l'una evocante l'immenso oceano e le sue tempeste
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Accademia della crusca
