Contessa Lara (Evelina Cattermole)
di tulle, alla quale ella aveva fatta qualche piega sotto gli occhi e su la bocca, non si sa mai, perchè nessuno la ravvisasse in quel luogo; e
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vigilia, ci sono le visite ai parenti, si sa. Chi se ne libera? Ma... non dubitare, ti mando un regalo. Ella annuì con un mezzo sorriso, indifferente
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anni, s'ostinasse a ottener da lei un sasso, una scatola da cerini vuota o qualcosa di simile, con cui ella faceva i balocchi, per cominciare litigi e
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stamberga attigua alla mia, nelle soffitte d'un vecchio palazzo a Porta Genova, e a traverso l'assito che ci separava ella poteva, osservando dalla
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sollevava ritmicamente le coltri col respiro affannoso: il malato era assopito, col viso rivolto verso il muro. Poi ella si diresse al cassettone, dove
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l'ho mandato alla mia Emma. Non ti pare un pensiero delicato farle pervenire in questo modo quel romanzo che certo ella desiderava? Con quel titolo
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qualche paroletta salata che veniva loro con l'acquolina in bocca. Ella faceva una spallata e un sorriso, e minacciava: — Su, via, servitemi presto o non
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mandata un'anima all'altro mondo.... - Di che paese siete? — gli chiese ella un vespero in cui erasi fatta portare verso Posillipo. Il giorno era stupendo
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settimana ve lo porterei a casa...- Chini gli occhi ridenti, ella badava a strusciar con l'unghia del pollice l'orlo del suo grembiule di bordatino a
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sorriso bonario e canzonatorio era venuto su la bocca rossa della ragazza. — Lasciatelo fare — consigliava ella al padre. — Quando due si vogliono, nessuno
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bassi. Remoti orizzonti le si schiudevan dinanzi nelle frasi sconnesse, ma singolarmente colorite di lui, dalle cui labbra ella pendeva a un tempo
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quanti anni ella avesse portato là dentro quella materassa spiaccicata e bisunta dove dormiva, una tavola lunga e stretta, zoppa da un piede, due
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II. E il quadro, da vero, poteva dirsi rubato. Quella carta da cento, nuova e rosea, che n'era stata il prezzo, era ella proprietà assoluta del
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giovane si mise a contemplar fisso il ritratto. Contessa Lara. 16 Chi era ella mai? Quali pensieri potevano aver traversato quel capo adorabile, perchè
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capezzale, ella pronunziava queste frasi d'umiltà e di rassegnazione un po' rapidamente, a mezza voce, come ripetendo a se stessa una giaculatoria, che
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fortunati; ed ella gli sorrideva, parlandogli accosto al viso di quel dono gradito, quasi gli avesse voluto alitar la propria anima fra quelle belle
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. Allora, si formò un crocchio in torno a Miss Alford. Tutti volevano sapere s'ella si era divertita, quanti waltzer aveva ballati, s'era stanca e
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dove ella si trovava, scoppiò in un pianto convulso. — Ma che c'è? Ch'è successo? — chiesero in coro gli astanti, tranne i due signori toscani. A pena
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senti? — chiese ella con un sorriso più leggiadro che commosso. Ei la divorava con gli occhi umidi. — Bene, ora... Mi sento rinato, perchè ti vedo. Tu
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