Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Contessa Lara (Evelina Cattermole)

220080
Storie d'amore e di dolore 23 occorrenze
  • 1893
  • Casa editrice Galli
  • Milano
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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Contessa Lara (Evelina Cattermole)

avvedersi di certe chiazze d' intonaco nuovo su 'l tufo della facciata; di qualche terrazzino dall'aerea ringhiera coperta di fiori, appiccicato da poco

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rispondeva al brontolìo della madre, non mi facevo per nulla scrupolo di curiosare dalle commettiture del legno nella camera della mia vicina. Questo

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della notte, pianta comune e resistente, e le canne d'Asia ibride, cariche di foglione smisurate, sembravano messi lì per ironia di confronto tra la

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. E poi che vide il barone togliersi di bocca il sigaro, rovesciò la bella testa su la spalliera della poltrona, e gli porse la fronte al saluto

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dell'altro, per valore, epoca e genere, raccolti costà sa Dio per quali capricci della sorte, se dopo un dramma o dopo una farsa. Non meno della roba

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medesimo cristallo della finestra, in somma tale e quale come t'ho lasciato stamattina alle undici! Ma sai che tu faresti scappare la pazienza a un santo

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volte su la curva della riva, ornata di palazzi e di ville multicolori, come d'un'immensa ghirlanda di fiori, la signora s'abbandonava, le membra ancor

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un'immagine della Madonna Addolorata, raffigurata con sette spade confitte nel cuore. Ogni tanto, da qualche finestra del casamento, una femmina

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II sole estivo della prima ora pomeridiana saettava il fitto selciato della piazza e le case dalle finestre ermeticamente chiuse al caldo, mentre il

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, d'un turchino verdognolo, le ridevan più della bocca sanguigna guarnita di forti denti bianchi come i fagiuoli. La toscanina, così la chiamavano, era la

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sogni brutali e, a momenti, buttava via le coperte e si trovava con la fronte abbronzata madida d'un sudor freddo più simile a quello della morte che a

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Li ripeteva con profonda disperazione, per isfogo dell'animo esasperato, come una bestemmia; e i compagni che s'erano avveduti della faccenda dagli

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quasi al completo, avevan luogo di festa. Finita la messa delle undici, tutti gli ospiti più ragguardevoli della badia si recavano al Circolo, dove le

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sicuro; e suor Istituta, vie più stringeva fra le dita convulse gli acini della sua corona, con un senso di superstiziosa paura, affrettandosi a balbettar

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quale, rifabbricandola, amò lasciarle parte della facciata etrusca, incrostata di marmi alla maniera del X secolo. Fuor che nell'ora vespertina del

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III. Una volta, da che erano parecchi giorni che nessun più vedeva la strega con dietro le sue galline, a un abitante della badia venne in mente

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donna, nata di modesti commercianti, s'era sposata per passione a un nobiluccio spiantato che, sbolliti i primi ardori della luna di miele, non aveva

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cerea, emergente dalla tela, egli saettava di sbieco uno sguardo di gelosia e di soddisfazione insieme, e con l'accelerarsi della sua corsa, i

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fosse il ritornello obbligato della sua esistenza. Soltanto una volta scoppiò in una risatina infantile, quando il tenente, in tono corrucciato e

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, erano i forestieri della pensione, poco numerosi per il momento. Lo sguardo del conte si fermò subito sur un tenentino de' bersaglieri, attillato nella

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malinconicamente gli occhi in giro e mise un sospirone, senza osare di chieder notizie della bella assente; e, preso in mano un giornale, s'adagio in

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precipitò a raccoglierla, commosso, impaurito; l'adagiò sopra un divano e corse ad attaccarsi al campanello. In un minuto tutta la gente della pensione era

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, infinite, della monaca e del soldato, lo avessero felicemente portato assai oltre nella convalescenza. L'aria, ormai non più cocente, ma tiepida e

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