Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Contessa Lara (Evelina Cattermole)

219892
Storie d'amore e di dolore 19 occorrenze
  • 1893
  • Casa editrice Galli
  • Milano
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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Contessa Lara (Evelina Cattermole)

gran mole oscura ch'è il Castel dell'Ovo, proiettavano una larga ombra nera su l'acque, meno cupe e tragiche a mano a mano che uno vogava

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calcina. Questo rozzo mosaico era molto tempo ch'egli lo andava facendo. A forza di maneggiar mattoni e calce, le mani gli eran diventate più dure e più

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, ebbe uno schianto; e si può dire ch'ei si sentisse più afflitto, più finito di quando gli portarono i sacramenti. Perchè bisogna sapere, che la sera

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alcuna impressione su suor Istituta, la prima volta ch'ella vi penetrò: forse perchè la suora di San Vincenzo di Paola era avvezza a luoghi ancora più

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, smossi, sprizzavan barbagli rossi e gialli. — Domani, ch'è la vigilia, non so se potrò capitar da te — diss'egli. Leda non rispose. Lui continuò: — La

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comincia. A canto al perito sta ritto il banditore: un omino secco e vibrante, come il martello ch'ei tiene in mano; non ostante l'apparenza immobile, è

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sua tosse ostinata. La ragazza, ch'era giornante da una sarta, s'alzava nel cuor dell'inverno verso le sei. Acceso un lumicino che spandeva su l'oscure

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frequenti libazioni, rotondo e lucido per il lieve gonfiore ch'esse producono. Questi visi gialli come malati per febbre palustre o lividi d'un color

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impossibile! Oggi che si sta fuori d'incanto, oggi ch'è una giornata di paradiso, proprio di quelle che si sognavano quando si venne a Napoli! Tutti escono a

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, constatò ch'esso segnava appena 38 gradi, stropicciò con un lembo del fazzoletto il vetro dello strumento, poi il vetro degli occhiali, perchè il

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' insetti e di semi, le galline della Rosona non la lasciavano nè giorno nè notte. Dopo il mezzodì, finito ch'ella aveva da desinare e di risciacquar alla

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malor subitaneo, giaceva a terra supina, con le braccia aperte, come un gufo inchiodato. Nel cadere, la berretta erale scivolata dal cranio calvo, ch'ora

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giovanetto, così ch'e' potesse disporne liberamente e a suo capriccio? In una piccola città di provincia, assai lontana, una vecchia vedova menava

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d'improvviso, e vólta dalla parte di lui lo fissò e gli sorrise con tale amore, ch'egli, affascinato da quegli occhi bruni e da que' labbri rosati che gli

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, quando aveva molto dormito in giornata, di quel sonno riparatore delle forze ch'è tanto necessario a chi esce da una grave e penosa malattia, egli si

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qui siamo come in famiglia... — (il conte rifiutava) — L'aria di mare suol mettere appetito.... E se lei non mangia bisognerà dire ch'è innamorato

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freddo, schiccherato ad Emma ch'era ella stessa una viva fonte bianca che gettava rose, si ritirò nelle sue stanze, molto soddisfatto di sè e delle proprie

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tardi bisognerà bene che lei ne sia informata — fu la risposta. - Mio Dio, ch'è stato? - Si tranquillizzi, o non le dico nulla. - No, no, dica, dica

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IV. Era il primo giorno ch'egli s'alzava dal letto. Aveva fatto un grande sforzo di volontà, non ostante che la buona nutrizione e le cure costanti

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