Contessa Lara (Evelina Cattermole)
rispondeva al brontolìo della madre, non mi facevo per nulla scrupolo di curiosare dalle commettiture del legno nella camera della mia vicina. Questo
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II sole estivo della prima ora pomeridiana saettava il fitto selciato della piazza e le case dalle finestre ermeticamente chiuse al caldo, mentre il
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poltroncina larga e bassa dinanzi al caminetto acceso, e tutta intenta a rimetter con le molle su gli alari d'acciaio traforato certi tizzi ribelli che
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malinconica degli antichi monumenti. Ma la fosca badia conveniva a quel pittoresco paesaggio, poi che aveva in cima al suo stesso colle, tra folti
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posata una macchinetta da cucire di quelle a mano, le meno costose, e accanto al tavolino una seggiola di paglia. In un angolo, dove neppur giungeva quel
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, vestito con una certa eleganza, tarchiato, grassoccio, dalla fisonomia tra cortese e canzonatoria, con la rada barbetta, che tende al bigio
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, l'enorme scheletro, dormisse, se un lumicino rosso al primo piano, non avesse brillato, vigile occhio sanguigno, nella vaporosità notturna. Contessa Lara
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il bagno, salir nella barca del forte a farvi una passeggiata in mare prima dell'ora di pranzo. In contro al sole, i muraglioni giganteschi di quella
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, l'armadio di noce a specchio eguale al cassettone, un tavolino, delle sedie e un'unica poltrona: tutta roba senza carattere, senza valore, senza
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catenella dell'orologio, si fermò di botto davanti al suo compagno, e tra commosso e incredulo gli domandò lentamente: - Ma Tonino, che dici su 'l
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pensava a lei da quando si svegliava fino a quando addormentavasi nel rozzo letto non suo d'un dormitorio pubblico, al Campo dei Fiori, dove sogliono
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. E una mattina che proprio non ne poteva più di quell'assiduità silenziosa e minacciosa, il maestro muratore si risolvette di dir al giovanotto, con
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, allegra, innocente sotto a' solenni archi fatti per vedere sfilare i monaci come una processione di fantasmi salmeggianti. A canto al pozzo, in altri
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, danzavan lenti, al ritmo di musiche vaghe, tristi, insistenti, un ballo grave e monotono.... Chi potevano essere quegli dèi? Spiriti infernali, di
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ritirarsi in quel singolare alloggio, il quale, perchè accosto al camposanto e così squallido e sporco, non poteva certo invogliar nessun altro. Per lei, in
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solitaria, aveva finito a mutarsi in fissazione. Sì, certo, a quell'adolescente dal visetto bruno e superbo, che tanto somigliava al viso del padre, quando
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riscatto era giunto dal paese, — in mezzo a una lettera piena di raccomandazioni, di sgorbi e di baci, — destinato al mantenimento di tutto un mese. Di
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sa; bisogna offrire a nostro Signore ogni patimento, farlo per mortificazione... e allora si sopporta tutto volentieri... In piedi, accanto al
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capo stava l'opulenta signora Alford, dirigendo il servizio del pranzo con maestosa correttezza; al capo opposto, il tarchiato Borise, capitano di
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sur un canapè a canto al marito, che taceva, la pacifica olandese infilava delle schegge di corallo, roba comprata da' venditori ambulanti; in un
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IV. - Che cos'ha, signor Bencini? Mi sembra molto agitato! — chiese Emma che girava di nuovo in torno al magnifico mazzo, cercando di disporre
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casamenti vicini sciorinavano, al solito, lunghe ghirlande di panni lavati e s'animavano di voci e di risa: da ch'era vicina l'ora del desinare. Il
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